La docu-serie Sky Original Grand Tour. Viaggio in Italia attraversa la penisola da nord a sud per scoprire le meraviglie paesaggistiche e artistiche con lo sguardo dei viaggiatori del passato. Il punto di vista è quello degli artisti, intellettuali e aristocratici stranieri che a partire dalla fine del Seicento intrapresero questo viaggio di iniziazione culturale e sentimentale. L’attore Alessandro Sperduti, zaino in spalla, accompagna lo spettatore in sei tappe irrinunciabili del Grand Tour, nelle quali l’Italia dimostra di aver conservato tutta la sua centralità.
Il primo episodio si apre sugli spettacolari panorami alpini del valico del Moncenisio, considerato dai viaggiatori dei secoli precedenti la porta d'accesso all'Italia.
La meta è Venezia, città un tempo apprezzata non solo per il precario equilibrio tra terra e acqua, ma anche per la sua fama di città del piacere e della musica, dove i turisti acquistavano per ricordo i quadri del Canaletto e degli altri vedutisti. A Venezia gli artisti europei, come El Greco, si recavano per studiare i maestri del colore della scuola veneta, esposti alle Gallerie dell'Accademia, ma anche i mosaici della Basilica di San Marco, che rapirono per ore Dostoevskij e ispirarono Gustav Klimt. Lo sciabordio dei canali si riflette nelle parole di Proust e Mann, nei quadri veneziani di William Turner e nella monumentale installazione di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale.
Il viaggio prosegue navigando il Brenta come fece Goethe, con finale a Vicenza, nelle sale delle Gallerie d'Italia, tra quadri del Settecento legati al Grand Tour e la spettacolare scultura La caduta degli angeli ribelli di Francesco Bertos.
Alessandro Sperduti si perde tra le cave di marmo delle Alpi Apuane, inseguendo il mito di Michelangelo come molti scultori contemporanei che con le loro opere hanno connotato la geografia urbana di Pietrasanta.
Ma la meta dell’episodio è Firenze, tappa obbligata del Grand Tour a partire dall’Ottocento. La visita passa per la Sagrestia Nuova di Michelangelo, che segnò l’arte di Auguste Rodin, si sofferma a contemplare la Basilica di Santa Croce, dalla cui bellezza Stendhal venne profondamente turbato, e mostra come l’arte di Botticelli divenne un modello importante per i pittori preraffaelliti.
In città il cosmopolita Gabinetto Vieusseux a Palazzo Strozzi era molto frequentato dagli anglo-americani, mentre il paesaggio delle colline di Fiesole e della campagna toscana ispirò artisti e pittori.
Per viaggiatori e turisti la meta più ambita era la città eterna, dove perdersi tra le architetture classiche, lo stile rinascimentale e lo splendore del barocco. L’episodio permette di riscoprire i resti dell’antica Roma, gli affreschi di Raffaello a Villa Farnesina, la campagna laziale punteggiata di rovine archeologiche.
Roma rappresentò un luogo decisivo per personalità come quelle di Henry James, Diego Velazquez, Renoir e Johann Joachim Winckelmann. Il pittore americano Cy Twombly, le cui ceneri riposano nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, trovava talmente familiare Roma da girare a piedi nudi intorno al Colosseo. Claude Lorrain era invece affascinato dalle campagne dell'Agro romano e dalle cascate di Tivoli, che divennero oggetto dei suoi quadri. Joseph Kosuth visse a Roma per quindici anni, preferendo l’atmosfera senza tempo della Dolce Vita alla modernità newyorchese.
Alessandro Sperduti apre il quarto episodio portando lo spettatore in cima al Vesuvio, simbolo e presenza dominante sulla città di Napoli, che portò Andy Warhol a tornare alla pittura a pennello.
La città partenopea, con la vivacità dei vicoli, lo scintillio del mare e l’immensità del suo vulcano ha stimolato fortemente l’arte internazionale.
Nel Seicento, per esempio, il maestro iberico Jusepe de Ribera, le cui opere si trovano presso il Museo di Capodimonte, si stabilì in città e subì l'influsso di Caravaggio, che dipinse qui il suo ultimo quadro: il Martirio di Sant'Orsola, esposto nella nuova sede delle Gallerie d'Italia in via Toledo. E anche Picasso fu segnato profondamente dal ribollire della vita napoletana e dagli affreschi di Pompei, tanto da passare dal Cubismo a opere di ispirazione neoclassica.
L’episodio termina presso la Reggia di Caserta, dove è conservata la collezione “Terrae Motus”, la risposta artistica al sisma del 1980 da parte dei più importanti artisti internazionali del secondo Novecento, da Joseph Beuys a Robert Rauschenberg.
La Sicilia, tanto osannata da Goethe, è la protagonista del quinto episodio. Sperduti esplora l’isola a partire da Palermo, dove il pittore fiammingo Van Dyck giunse nel 1624 e incontrò l'ormai anziana pittrice Sofonisba Anguissola, prima di immortalare nei suoi quadri l'iconografia della patrona Santa Rosalia. Passeggiando nelle sale meravigliose di Palazzo Butera, fra le piante rare dei giardini pubblici e fra edifici arabo-normanni, Sperduti racconta di altri grandi maestri conquistati dal fascino degli scenari dell’isola, da Paul Klee a Maurits Cornelis Escher, e di giovani artisti che anche oggi, da Parigi o da Londra, si trasferiscono qui in cerca di una vita più autentica.
Dopo aver percorso per un tratto l’entroterra siciliano, si raggiunge la Valle dei templi di Agrigento e a seguire la Taormina di Oscar Wilde, in cui lo scrittore reduce da una condanna per omosessualità trovò un'oasi di tolleranza e comunione con la natura.
Alessandro Sperduti arriva a Genova via mare, come Maupassant a bordo del suo yacht “Bel-Ami”. Ammira gli stessi palazzi nobiliari che conquistarono il fiammingo Peter Paul Rubens, che a Genova realizzò la prima pala d'altare barocca, conservata nella Chiesa del Gesù. Il suo allievo, Antoon Van Dyck, definì il modello del ritratto di rappresentanza moderno proprio raffigurando alcuni aristocratici genovesi. Il labirinto dei caruggi del centro storico, invece, affascinò scrittori come Henry James e Mark Twain.
Il viaggio prosegue sulle tracce del fascino che la riviera ligure ha suscitato e tuttora suscita, soprattutto per un pittore. Si racconta di come Monet trascorse a Bordighera tre mesi, definendo il suo stile; il russo Kandinsky trasfigurò nei suoi studi la natura delle vedute di Rapallo, luogo dell'anima anche di Ezra Pound. Infine, il danese Asger Jorn ha trasformato la sua casa ad Albissola Marina in un'opera totale, in dialogo con la tradizione della ceramica locale.
La docu-serie Sky Original Grand Tour. Viaggio in Italia attraversa la penisola da nord a sud per scoprire le meraviglie paesaggistiche e artistiche con lo sguardo dei viaggiatori del passato. Il punto di vista è quello degli artisti, intellettuali e aristocratici stranieri che a partire dalla fine del Seicento intrapresero questo viaggio di iniziazione culturale e sentimentale. L’attore Alessandro Sperduti, zaino in spalla, accompagna lo spettatore in sei tappe irrinunciabili del Grand Tour, nelle quali l’Italia dimostra di aver conservato tutta la sua centralità.
Il primo episodio si apre sugli spettacolari panorami alpini del valico del Moncenisio, considerato dai viaggiatori dei secoli precedenti la porta d'accesso all'Italia.
La meta è Venezia, città un tempo apprezzata non solo per il precario equilibrio tra terra e acqua, ma anche per la sua fama di città del piacere e della musica, dove i turisti acquistavano per ricordo i quadri del Canaletto e degli altri vedutisti. A Venezia gli artisti europei, come El Greco, si recavano per studiare i maestri del colore della scuola veneta, esposti alle Gallerie dell'Accademia, ma anche i mosaici della Basilica di San Marco, che rapirono per ore Dostoevskij e ispirarono Gustav Klimt. Lo sciabordio dei canali si riflette nelle parole di Proust e Mann, nei quadri veneziani di William Turner e nella monumentale installazione di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale.
Il viaggio prosegue navigando il Brenta come fece Goethe, con finale a Vicenza, nelle sale delle Gallerie d'Italia, tra quadri del Settecento legati al Grand Tour e la spettacolare scultura La caduta degli angeli ribelli di Francesco Bertos.
Alessandro Sperduti si perde tra le cave di marmo delle Alpi Apuane, inseguendo il mito di Michelangelo come molti scultori contemporanei che con le loro opere hanno connotato la geografia urbana di Pietrasanta.
Ma la meta dell’episodio è Firenze, tappa obbligata del Grand Tour a partire dall’Ottocento. La visita passa per la Sagrestia Nuova di Michelangelo, che segnò l’arte di Auguste Rodin, si sofferma a contemplare la Basilica di Santa Croce, dalla cui bellezza Stendhal venne profondamente turbato, e mostra come l’arte di Botticelli divenne un modello importante per i pittori preraffaelliti.
In città il cosmopolita Gabinetto Vieusseux a Palazzo Strozzi era molto frequentato dagli anglo-americani, mentre il paesaggio delle colline di Fiesole e della campagna toscana ispirò artisti e pittori.
Per viaggiatori e turisti la meta più ambita era la città eterna, dove perdersi tra le architetture classiche, lo stile rinascimentale e lo splendore del barocco. L’episodio permette di riscoprire i resti dell’antica Roma, gli affreschi di Raffaello a Villa Farnesina, la campagna laziale punteggiata di rovine archeologiche.
Roma rappresentò un luogo decisivo per personalità come quelle di Henry James, Diego Velazquez, Renoir e Johann Joachim Winckelmann. Il pittore americano Cy Twombly, le cui ceneri riposano nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, trovava talmente familiare Roma da girare a piedi nudi intorno al Colosseo. Claude Lorrain era invece affascinato dalle campagne dell'Agro romano e dalle cascate di Tivoli, che divennero oggetto dei suoi quadri. Joseph Kosuth visse a Roma per quindici anni, preferendo l’atmosfera senza tempo della Dolce Vita alla modernità newyorchese.
Alessandro Sperduti apre il quarto episodio portando lo spettatore in cima al Vesuvio, simbolo e presenza dominante sulla città di Napoli, che portò Andy Warhol a tornare alla pittura a pennello.
La città partenopea, con la vivacità dei vicoli, lo scintillio del mare e l’immensità del suo vulcano ha stimolato fortemente l’arte internazionale.
Nel Seicento, per esempio, il maestro iberico Jusepe de Ribera, le cui opere si trovano presso il Museo di Capodimonte, si stabilì in città e subì l'influsso di Caravaggio, che dipinse qui il suo ultimo quadro: il Martirio di Sant'Orsola, esposto nella nuova sede delle Gallerie d'Italia in via Toledo. E anche Picasso fu segnato profondamente dal ribollire della vita napoletana e dagli affreschi di Pompei, tanto da passare dal Cubismo a opere di ispirazione neoclassica.
L’episodio termina presso la Reggia di Caserta, dove è conservata la collezione “Terrae Motus”, la risposta artistica al sisma del 1980 da parte dei più importanti artisti internazionali del secondo Novecento, da Joseph Beuys a Robert Rauschenberg.
La Sicilia, tanto osannata da Goethe, è la protagonista del quinto episodio. Sperduti esplora l’isola a partire da Palermo, dove il pittore fiammingo Van Dyck giunse nel 1624 e incontrò l'ormai anziana pittrice Sofonisba Anguissola, prima di immortalare nei suoi quadri l'iconografia della patrona Santa Rosalia. Passeggiando nelle sale meravigliose di Palazzo Butera, fra le piante rare dei giardini pubblici e fra edifici arabo-normanni, Sperduti racconta di altri grandi maestri conquistati dal fascino degli scenari dell’isola, da Paul Klee a Maurits Cornelis Escher, e di giovani artisti che anche oggi, da Parigi o da Londra, si trasferiscono qui in cerca di una vita più autentica.
Dopo aver percorso per un tratto l’entroterra siciliano, si raggiunge la Valle dei templi di Agrigento e a seguire la Taormina di Oscar Wilde, in cui lo scrittore reduce da una condanna per omosessualità trovò un'oasi di tolleranza e comunione con la natura.
Alessandro Sperduti arriva a Genova via mare, come Maupassant a bordo del suo yacht “Bel-Ami”. Ammira gli stessi palazzi nobiliari che conquistarono il fiammingo Peter Paul Rubens, che a Genova realizzò la prima pala d'altare barocca, conservata nella Chiesa del Gesù. Il suo allievo, Antoon Van Dyck, definì il modello del ritratto di rappresentanza moderno proprio raffigurando alcuni aristocratici genovesi. Il labirinto dei caruggi del centro storico, invece, affascinò scrittori come Henry James e Mark Twain.
Il viaggio prosegue sulle tracce del fascino che la riviera ligure ha suscitato e tuttora suscita, soprattutto per un pittore. Si racconta di come Monet trascorse a Bordighera tre mesi, definendo il suo stile; il russo Kandinsky trasfigurò nei suoi studi la natura delle vedute di Rapallo, luogo dell'anima anche di Ezra Pound. Infine, il danese Asger Jorn ha trasformato la sua casa ad Albissola Marina in un'opera totale, in dialogo con la tradizione della ceramica locale.
La grande arte, l'incanto dei paesaggi e il patrimonio archeologico dell’Italia visti con lo sguardo dei viaggiatori del passato, e attraverso le storie di artisti, intellettuali e aristocratici stranieri che a partire dalla fine del Seicento intrapresero un viaggio di iniziazione culturale e sentimentale come il Grand Tour.