Il principe di Roma è la personalissima trasposizione filmica e di un grande classico della letteratura: Il Canto di Natale di Charles Dickens. Tuttavia l’odioso Scrooge si trasforma in un avido romano arricchito che brama un titolo nobiliare ed ha il volto di Marco Giallini e non vive nella Londra dell’Ottocento, ma nella Roma papale degli anni che hanno preceduto l’unità nazionale, “piena di anime inquiete che vagano per le strade e si nascondono dentro i palazzi”. Tolto il Natale con i suoi regali, eliminato il vecchio Scrooge con la sua proverbiale avarizia, sono rimasti i fantasmi, anch'essi impersonati da figure storiche e misteriose come quelle di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia che, secondo la tradizione, continuano a vagare da secoli lungo le strade della città eterna. Saranno loro a guidare il protagonista in un percorso straordinario attraverso la sua vita passata, presente e futura.
Se la Roma del XIX secolo è stata ricostruita tra i vicoli del centro storico (nelle scene iniziali si vede la mole imponente del Pantheon) e a Orvieto, gli interni delle dimore nobiliari sono quelle di Palazzo Chigi di Ariccia.
Il principe di Roma è la personalissima trasposizione filmica e di un grande classico della letteratura: Il Canto di Natale di Charles Dickens. Tuttavia l’odioso Scrooge si trasforma in un avido romano arricchito che brama un titolo nobiliare ed ha il volto di Marco Giallini e non vive nella Londra dell’Ottocento, ma nella Roma papale degli anni che hanno preceduto l’unità nazionale, “piena di anime inquiete che vagano per le strade e si nascondono dentro i palazzi”. Tolto il Natale con i suoi regali, eliminato il vecchio Scrooge con la sua proverbiale avarizia, sono rimasti i fantasmi, anch'essi impersonati da figure storiche e misteriose come quelle di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia che, secondo la tradizione, continuano a vagare da secoli lungo le strade della città eterna. Saranno loro a guidare il protagonista in un percorso straordinario attraverso la sua vita passata, presente e futura.
Se la Roma del XIX secolo è stata ricostruita tra i vicoli del centro storico (nelle scene iniziali si vede la mole imponente del Pantheon) e a Orvieto, gli interni delle dimore nobiliari sono quelle di Palazzo Chigi di Ariccia.
Roma, 1829. Bartolomeo è un uomo ricco e avido che brama il titolo nobiliare più di ogni cosa. Nel tentativo di recuperare il denaro necessario a stringere un accordo con il principe Accoramboni per ottenere in moglie sua figlia, si troverà nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro accompagnato da compagni d’eccezione.
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