Le prime scene del film, ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto, mettono subito in mostra la Roma degli anni Settanta, in cui il giovane John passeggia tra le vie affollate per arrivare a piazza Navona, con al centro la Fontana dei Quattro Fiumi. Poco dopo, in piazza di Porta Maggiore, con alle spalle le mura aureliane, il ragazzo viene rapito e caricato su un furgoncino.
Nel flashback che racconta l’arrivo a Roma della famiglia Getty, lo sguardo dei bambini viene attratto dalla visuale completa del Colosseo, attorno al quale viaggia l’auto in cui si trovano. Raggiungono il mecenate in una elegante dimora con giardino, che è in realtà Villa Wolkonsky, la residenza ufficiale dell'ambasciatore inglese a Roma, che si estende per undici ettari sul colle Esquilino.
Il vecchio Getty racconta al nipote le sue gesta gloriose tra le antichità del Foro di Traiano, parte del museo a cielo aperto dei Fori Imperiali, e lungo la piscina (canopo) di Villa Adriana a Tivoli.
Palazzo Fontana, in zona Talenti, diventa per l’occasione la sede della Getty Oil, che nella finzione si trova a San Francisco. Invece, il luogo dove Gail, la madre di John, si reca con l’intento di vendere un’antica statuetta corrisponde ai Musei Capitolini, in piazza del Campidoglio, anch’essa visibile quando la donna abbandona frettolosamente l’edificio. L’uscita di Gail dall’aeroporto di Fiumicino è stata girata nell’ala posteriore del Palazzo dei Congressi dell’Eur, con le vetrate che si affacciano su viale della Pittura.
Infine, i luoghi di detenzione di John si trovano poco lontano da Roma, sulle colline del Lago di Bracciano, dove casolari e strutture abbandonate e immerse nei boschi hanno potuto interpretare il nascondiglio calabrese dei rapitori. John, per evitare di essere ucciso, fuggirà spaventato tra i vicoli del centro storico di Bracciano, di cui si riconosce in una inquadratura anche il Castello Odescalchi.
Le prime scene del film, ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto, mettono subito in mostra la Roma degli anni Settanta, in cui il giovane John passeggia tra le vie affollate per arrivare a piazza Navona, con al centro la Fontana dei Quattro Fiumi. Poco dopo, in piazza di Porta Maggiore, con alle spalle le mura aureliane, il ragazzo viene rapito e caricato su un furgoncino.
Nel flashback che racconta l’arrivo a Roma della famiglia Getty, lo sguardo dei bambini viene attratto dalla visuale completa del Colosseo, attorno al quale viaggia l’auto in cui si trovano. Raggiungono il mecenate in una elegante dimora con giardino, che è in realtà Villa Wolkonsky, la residenza ufficiale dell'ambasciatore inglese a Roma, che si estende per undici ettari sul colle Esquilino.
Il vecchio Getty racconta al nipote le sue gesta gloriose tra le antichità del Foro di Traiano, parte del museo a cielo aperto dei Fori Imperiali, e lungo la piscina (canopo) di Villa Adriana a Tivoli.
Palazzo Fontana, in zona Talenti, diventa per l’occasione la sede della Getty Oil, che nella finzione si trova a San Francisco. Invece, il luogo dove Gail, la madre di John, si reca con l’intento di vendere un’antica statuetta corrisponde ai Musei Capitolini, in piazza del Campidoglio, anch’essa visibile quando la donna abbandona frettolosamente l’edificio. L’uscita di Gail dall’aeroporto di Fiumicino è stata girata nell’ala posteriore del Palazzo dei Congressi dell’Eur, con le vetrate che si affacciano su viale della Pittura.
Infine, i luoghi di detenzione di John si trovano poco lontano da Roma, sulle colline del Lago di Bracciano, dove casolari e strutture abbandonate e immerse nei boschi hanno potuto interpretare il nascondiglio calabrese dei rapitori. John, per evitare di essere ucciso, fuggirà spaventato tra i vicoli del centro storico di Bracciano, di cui si riconosce in una inquadratura anche il Castello Odescalchi.
Imperative Entertainment, Scott Free Productions, TriStar Productions, RedRum Films
Il nipote sedicenne del magnate del petrolio Jean Paul Getty viene rapito a Roma nel 1973 da una banda di criminali calabresi, ma l'uomo non è disposto a pagare il riscatto, mettendo a repentaglio la vita del nipote.