"Ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso l’alto, verso quello che non si può vedere… però lo sentiamo. Noi siamo collegate con le stelle, per questo sentiamo tutto".
Diamanti è il quindicesimo film da regista per Ferzan Özpetek, un’opera al femminile che ha tra le protagoniste ben 18 attrici italiane.
Girato interamente a Roma, il film e ambientato sia nel presente (le scene in cui il regista convoca le sue attrici preferite per proporre loro il progetto del suo nuovo film). che negli Anni Settanta, dove si viene catapultati in una sartoria di cinema e teatro.
Attorno a questa location, gestita dalle sorelle Alberta e Gabriella Canova (Luisa Ranieri e Jasmine Trinca), due donne tanto diverse quanto legate tra loro, ruotano fatti di vita e vicende amorose e familiari di un gruppo di donne che contribuiscono, ognuna a modo suo, al successo e al prestigio della sartoria.
Diamanti è un omaggio al mestiere del costumista. "Ferzan ha voluto che entrassi già in fase di scrittura e così alle sceneggiatrici Carlotta Corradi ed Elisa Casseri, ho potuto raccontare aneddoti, tic, superstizioni, ma soprattutto immaginare come potesse essere questo abito che le protagoniste tentano di portare faticosamente a termine per tutto il film, tutte le sue fasi e le sue variazioni, come una grande opera architettonica collettiva che le unirà finalmente in una perfetta armonia – ha raccontato il costumista Stefano Ciammitti. – La sartoria Tirelli Trappetti ci ha accolto nei suoi archivi, il fotografico, il tessile e quello sterminato degli abiti, ma soprattutto ha accolto le attrici che hanno voluto conoscere e imparare direttamente dai gesti e dalle parole delle sarte che ogni giorno lavorano senza sosta e con infinita passione. Abbiamo potuto così documentare, prima di metterlo in scena, la lavorazione dell’abito rosso che ha richiesto più di 160 metri di tessuto, tutto doppiato di crinolina nera”.
"Ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso l’alto, verso quello che non si può vedere… però lo sentiamo. Noi siamo collegate con le stelle, per questo sentiamo tutto".
Diamanti è il quindicesimo film da regista per Ferzan Özpetek, un’opera al femminile che ha tra le protagoniste ben 18 attrici italiane.
Girato interamente a Roma, il film e ambientato sia nel presente (le scene in cui il regista convoca le sue attrici preferite per proporre loro il progetto del suo nuovo film). che negli Anni Settanta, dove si viene catapultati in una sartoria di cinema e teatro.
Attorno a questa location, gestita dalle sorelle Alberta e Gabriella Canova (Luisa Ranieri e Jasmine Trinca), due donne tanto diverse quanto legate tra loro, ruotano fatti di vita e vicende amorose e familiari di un gruppo di donne che contribuiscono, ognuna a modo suo, al successo e al prestigio della sartoria.
Diamanti è un omaggio al mestiere del costumista. "Ferzan ha voluto che entrassi già in fase di scrittura e così alle sceneggiatrici Carlotta Corradi ed Elisa Casseri, ho potuto raccontare aneddoti, tic, superstizioni, ma soprattutto immaginare come potesse essere questo abito che le protagoniste tentano di portare faticosamente a termine per tutto il film, tutte le sue fasi e le sue variazioni, come una grande opera architettonica collettiva che le unirà finalmente in una perfetta armonia – ha raccontato il costumista Stefano Ciammitti. – La sartoria Tirelli Trappetti ci ha accolto nei suoi archivi, il fotografico, il tessile e quello sterminato degli abiti, ma soprattutto ha accolto le attrici che hanno voluto conoscere e imparare direttamente dai gesti e dalle parole delle sarte che ogni giorno lavorano senza sosta e con infinita passione. Abbiamo potuto così documentare, prima di metterlo in scena, la lavorazione dell’abito rosso che ha richiesto più di 160 metri di tessuto, tutto doppiato di crinolina nera”.
Greenboo Production, Faros Film, Vision Distribution, in collaborazione con Sky
Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.