La Grande Bellezza, dichiarazione d'amore di Paolo Sorrentino per Roma, non si mostra attraverso i monumenti più blasonati della capitale, che si intuiscono sullo sfondo, ma si insinua nei palazzi storici, attraversa le vie del centro, si sofferma sui particolari dei giardini. Ci sorprende di notte, o all'alba, durante le passeggiate di Jep verso casa, al rientro dall'ennesimo, futile, evento mondano.
Una bellezza che si contrappone alla volgarità dei personaggi, che vi si muovono dentro come macchiette senza coglierne l'essenza; che non sfugge, invece, al turista giapponese che sviene ammirando il panorama della piazza antistante il "Fontanone" dell'Acqua Paola. Il Fontanone sormonta il complesso di San Pietro in Montorio, col Tempietto del Bramante, dove Jep scorge una bambina che si nasconde dalla madre.
Durante una delle sue passeggiate ritroviamo Jep sull'Aventino, nei pressi della Basilica di Santa Sabina e del Giardino degli Aranci; lo ritroviamo lungo gli argini del Tevere, intento ad ammirare un punto di vista insolito della città; o in una decadente Via Veneto, percorsa da pochi danarosi turisti cinesi o arabi e mai così lontana dai fasti della Dolce Vita.
I momenti del film che rivelano la vita notturna di Jep Gambardella e del suo campionario di amici si svolgono essenzialmente su due terrazze: una di esse, nei pressi Via Veneto, ospita la festa di compleanno di Jep; l'altra, la terrazza privata dal protagonista, si trova sulla sommità di un palazzo che da un lato guarda alle rovine del Tempio del Divo Claudio, sul Celio, dall'altro affaccia sul Colosseo.
Nulla è lasciato al caso, neppure gli appartamenti privati dei personaggi. Orietta, con cui Jep avrà una fugace relazione, vive a Palazzo Pamphilj in Piazza Navona: il film sceglie di non svelarne la prestigiosa galleria, dove sono, tra l'altro, affrescate le celebri Storie di Enea, capolavoro barocco di Pietro da Cortona. Lo sfarzoso Palazzo Sacchetti è invece la dimora di Viola. Si trova in Via Giulia ed è uno dei più straordinari esempi di architettura rinascimentale, progettato dall'architetto Antonio da Sangallo. Al suo interno, in un lungo corridoio decorato con busti, Andrea, figlio di Viola, dipinto completamente di rosso, inizia una surreale conversazione con la madre.
La facciata del palazzo, per un artifizio del montaggio, introduce al piano nobile di Palazzo Taverna, che nella realtà si trova vicino a piazza dell'Orologio. Al suo interno si svolge una delle scene più malinconiche del film: i Colonna di Reggio, aristocratici decaduti, stanno rientrando dalla serata in cui Jep li ha "noleggiati" per fare colpo sui suoi ospiti illustri. La principessa decide di attardarsi per visitare in solitudine il museo che una volta era la sua residenza: la ritroviamo di fronte alla culla in cui è nata, mentre una voce registrata racconta la sua storia.
Una delle sequenze più suggestive del film vede l'amico Stefano, custode delle chiavi dei più bei palazzi di Roma, accompagnare Jep e Ramona in un tour notturno tra siti impregnati di una bellezza incantata. Le telecamere ci mostrano le statue dei Musei Capitolini all'interno di Palazzo Nuovo; ci portano sull'Aventino, dove, attraversato il portone della famosa serratura da cui si vede la Cupola di San Pietro (anche questa è una finzione perché in realtà il portone non può essere aperto), i tre personaggi si trovano in uno dei luoghi più misteriosi di Roma, il giardino della Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta. Il tour continua a Palazzo Barberini, dove possiamo ammirare la Fornarina di Raffaello illuminata dalla fioca luce del candelabro nelle mani di Stefano, e poi nel cortile di Palazzo Spada, dove siamo ingannati dalla "falsa prospettiva" della galleria, lunga 8 metri (ma a noi sembreranno molti di più) e si conclude all'alba nel giardino di Villa Medici, oggi sede dell'Accademia di Francia.
Questa affascinante e non esaustiva carrellata di location non può concludersi senza menzionare il Parco degli Acquedotti, dove Jep assiste scettico alla performance estrema di Talia Concept, che, nuda, si lancia di corsa contro le pietre dell'Acquedotto Claudio; il Tempietto del Bramante, nei cui sotterranei affrescati una bimba si nasconde dalla madre che la cerca preoccupata; il Salone delle Fontane dell'EUR, dove viene allestito il negozio di abiti di lusso in cui Ramona sceglie la mise adeguata per il funerale del figlio di Viola; la Basilica di San Lorenzo in Lucina, dove se ne celebreranno le esequie; Villa Giulia, i cui portici ospitano la mostra di Ron Sweet; le Terme di Caracalla, dove una giraffa sparirà magicamente dalla nostra vista.
Le scene ambientate al mare, dove Jep conosce il suo unico grande amore, sono state girate all'Isola del Giglio, presso il faro di Capel Rosso.
La Grande Bellezza, dichiarazione d'amore di Paolo Sorrentino per Roma, non si mostra attraverso i monumenti più blasonati della capitale, che si intuiscono sullo sfondo, ma si insinua nei palazzi storici, attraversa le vie del centro, si sofferma sui particolari dei giardini. Ci sorprende di notte, o all'alba, durante le passeggiate di Jep verso casa, al rientro dall'ennesimo, futile, evento mondano.
Una bellezza che si contrappone alla volgarità dei personaggi, che vi si muovono dentro come macchiette senza coglierne l'essenza; che non sfugge, invece, al turista giapponese che sviene ammirando il panorama della piazza antistante il "Fontanone" dell'Acqua Paola. Il Fontanone sormonta il complesso di San Pietro in Montorio, col Tempietto del Bramante, dove Jep scorge una bambina che si nasconde dalla madre.
Durante una delle sue passeggiate ritroviamo Jep sull'Aventino, nei pressi della Basilica di Santa Sabina e del Giardino degli Aranci; lo ritroviamo lungo gli argini del Tevere, intento ad ammirare un punto di vista insolito della città; o in una decadente Via Veneto, percorsa da pochi danarosi turisti cinesi o arabi e mai così lontana dai fasti della Dolce Vita.
I momenti del film che rivelano la vita notturna di Jep Gambardella e del suo campionario di amici si svolgono essenzialmente su due terrazze: una di esse, nei pressi Via Veneto, ospita la festa di compleanno di Jep; l'altra, la terrazza privata dal protagonista, si trova sulla sommità di un palazzo che da un lato guarda alle rovine del Tempio del Divo Claudio, sul Celio, dall'altro affaccia sul Colosseo.
Nulla è lasciato al caso, neppure gli appartamenti privati dei personaggi. Orietta, con cui Jep avrà una fugace relazione, vive a Palazzo Pamphilj in Piazza Navona: il film sceglie di non svelarne la prestigiosa galleria, dove sono, tra l'altro, affrescate le celebri Storie di Enea, capolavoro barocco di Pietro da Cortona. Lo sfarzoso Palazzo Sacchetti è invece la dimora di Viola. Si trova in Via Giulia ed è uno dei più straordinari esempi di architettura rinascimentale, progettato dall'architetto Antonio da Sangallo. Al suo interno, in un lungo corridoio decorato con busti, Andrea, figlio di Viola, dipinto completamente di rosso, inizia una surreale conversazione con la madre.
La facciata del palazzo, per un artifizio del montaggio, introduce al piano nobile di Palazzo Taverna, che nella realtà si trova vicino a piazza dell'Orologio. Al suo interno si svolge una delle scene più malinconiche del film: i Colonna di Reggio, aristocratici decaduti, stanno rientrando dalla serata in cui Jep li ha "noleggiati" per fare colpo sui suoi ospiti illustri. La principessa decide di attardarsi per visitare in solitudine il museo che una volta era la sua residenza: la ritroviamo di fronte alla culla in cui è nata, mentre una voce registrata racconta la sua storia.
Una delle sequenze più suggestive del film vede l'amico Stefano, custode delle chiavi dei più bei palazzi di Roma, accompagnare Jep e Ramona in un tour notturno tra siti impregnati di una bellezza incantata. Le telecamere ci mostrano le statue dei Musei Capitolini all'interno di Palazzo Nuovo; ci portano sull'Aventino, dove, attraversato il portone della famosa serratura da cui si vede la Cupola di San Pietro (anche questa è una finzione perché in realtà il portone non può essere aperto), i tre personaggi si trovano in uno dei luoghi più misteriosi di Roma, il giardino della Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta. Il tour continua a Palazzo Barberini, dove possiamo ammirare la Fornarina di Raffaello illuminata dalla fioca luce del candelabro nelle mani di Stefano, e poi nel cortile di Palazzo Spada, dove siamo ingannati dalla "falsa prospettiva" della galleria, lunga 8 metri (ma a noi sembreranno molti di più) e si conclude all'alba nel giardino di Villa Medici, oggi sede dell'Accademia di Francia.
Questa affascinante e non esaustiva carrellata di location non può concludersi senza menzionare il Parco degli Acquedotti, dove Jep assiste scettico alla performance estrema di Talia Concept, che, nuda, si lancia di corsa contro le pietre dell'Acquedotto Claudio; il Tempietto del Bramante, nei cui sotterranei affrescati una bimba si nasconde dalla madre che la cerca preoccupata; il Salone delle Fontane dell'EUR, dove viene allestito il negozio di abiti di lusso in cui Ramona sceglie la mise adeguata per il funerale del figlio di Viola; la Basilica di San Lorenzo in Lucina, dove se ne celebreranno le esequie; Villa Giulia, i cui portici ospitano la mostra di Ron Sweet; le Terme di Caracalla, dove una giraffa sparirà magicamente dalla nostra vista.
Le scene ambientate al mare, dove Jep conosce il suo unico grande amore, sono state girate all'Isola del Giglio, presso il faro di Capel Rosso.
Indigo Film, Medusa Film, Babe Films, Pathé
Premio Oscar 2014: Miglior film straniero (Italia) / Golden Globe 2014: Miglior film straniero (Italia) / European Film Award 2013: Miglior film a Paolo Sorrentino, Nicola Giuliano e Francesca Cima — Miglior regia a Paolo Sorrentino — Miglior attore a Toni Servillo — Migliore montaggio a Cristiano Travaglioli / David di Donatello 2014: Miglior regia a Paolo Sorrentino — Miglior produttore a Nicola Giuliano e Francesca Cima – Migliore attore protagonista a Toni Servillo — Migliore fotografia a Luca Bigazzi — Migliore scenografia a Stefania Cella – Migliori costumi a Daniela Ciancio – Miglior trucco a Maurizio Silvi – Migliori acconciature a Aldo Signoretti – Migliori effetti speciali a Rodolfo Migliari e Luca Della Grotta / Nastro d'argento 2013: Nastro d'argento speciale a Toni Servillo – Migliore attore non protagonista a Carlo Verdone – Migliore attrice non protagonista a Sabrina Ferilli — Migliore fotografia a Luca Bigazzi – Migliore sonoro in presa diretta a Emanuele Cecere
Jep Gambardella, autore in gioventù di un unico libro, giornalista di costume, si definisce “il re dei mondani”. È il mattatore di feste e serate tra amici snob.