Quella del Reparto Mobile di Roma di cui fanno parte Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante) non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Rimasta orfana del proprio capo, rimasto gravemente ferito durante una notte di scontri in Val di Susa, deve fare i conti con il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare.
Tratta dall'omonima opera letteraria di Carlo Bonini edita in Italia da Feltrinelli, la serie Netflix in sei episodi ACAB, diretta da Michele Alhaique, è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino. La serie è anche ispirata al film ACAB prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di produttore esecutivo.
Ambientata e girata principalmente a Roma, le riprese si sono svolte anche a Velletri, nell’ex Carcere Pontificio di via Castello, nei pressi del palazzo comunale.
ACAB è stata girata per una decina di giorni a novembre 2023 anche a Bardonecchia in Val di Susa e zone limitrofe con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con il patrocinio comunale attraverso la Rete regionale della Fondazione. Diversi i professionisti piemontesi coinvolti nel progetto, tra cui il location manager Emanuele Perotti.
Quella del Reparto Mobile di Roma di cui fanno parte Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante) non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Rimasta orfana del proprio capo, rimasto gravemente ferito durante una notte di scontri in Val di Susa, deve fare i conti con il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare.
Tratta dall'omonima opera letteraria di Carlo Bonini edita in Italia da Feltrinelli, la serie Netflix in sei episodi ACAB, diretta da Michele Alhaique, è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino. La serie è anche ispirata al film ACAB prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di produttore esecutivo.
Ambientata e girata principalmente a Roma, le riprese si sono svolte anche a Velletri, nell’ex Carcere Pontificio di via Castello, nei pressi del palazzo comunale.
ACAB è stata girata per una decina di giorni a novembre 2023 anche a Bardonecchia in Val di Susa e zone limitrofe con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con il patrocinio comunale attraverso la Rete regionale della Fondazione. Diversi i professionisti piemontesi coinvolti nel progetto, tra cui il location manager Emanuele Perotti.
Netflix
Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga, Marta e Salvatore, però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele, figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.