“Lo sai perché gli dèi ci invidiano?”
L'idea dell'esistenza di un dio, o di più dèi il cui senso sia quello di salvare il mondo diventa più forte nei momenti in cui gli esseri umani sentono di avere meno controllo sulla realtà. Ma Chiara (Gelsomina Pascucci) non crede negli dèi. Lavora come tecnico delle luci nell'allestimento, per coincidenza, di uno spettacolo di teatro-danza dedicato a un dio, Dioniso, che punisce l'umanità per non aver creduto nella sua natura divina.
Quando il padre Vittorio (David Coco) piomba nella sua vita con un male che sembra considerato sulla Terra, a tutti gli effetti, come una punizione divina, Chiara deve gestire la più universale e atavica realtà che gli esseri umani di ogni parte e tempo condividono. Questa storia, una storia vera, è messa in scena come una rappresentazione che torna nell'inconsco della protagonista, portandola all'unica risposta possibile.
“Ho scritto la storia e poi l'ho costruita visivamente, muovendoci tra un ospedale teatralizzato, un castello abbandonato in cui si svolge l’allestimento dello spettacolo e la sua messa in scena definitiva, un teatro dei ricordi che ricostruisce ciò che riusciamo a ricomporre nella memoria e nei sogni dei luoghi della nostra vita, la spiaggia del momento perfetto della nostra esistenza, una città che è la somma di tutte le città, mescolando vicoli antichi e paesaggi urban…” scrive Anne-Riitta Ciccone, regista del film Gli immortali.
L’ospedale, abitato da personale freddo e sbrigativo e pazienti spettrali, è il Carlo Forlanini, la cui struttura, situata nel quartiere Gianicolense, è stata attiva dal 1920 al 2015; sfondo dello spettacolo è il Castello della Cecchignola; la città, Roma, si intuisce sullo sfondo dai palazzi del quartiere di Vigna Murata; i vicoli antichi si identificano con il borgo di Vitorchiano (VT).
“Lo sai perché gli dèi ci invidiano?”
L'idea dell'esistenza di un dio, o di più dèi il cui senso sia quello di salvare il mondo diventa più forte nei momenti in cui gli esseri umani sentono di avere meno controllo sulla realtà. Ma Chiara (Gelsomina Pascucci) non crede negli dèi. Lavora come tecnico delle luci nell'allestimento, per coincidenza, di uno spettacolo di teatro-danza dedicato a un dio, Dioniso, che punisce l'umanità per non aver creduto nella sua natura divina.
Quando il padre Vittorio (David Coco) piomba nella sua vita con un male che sembra considerato sulla Terra, a tutti gli effetti, come una punizione divina, Chiara deve gestire la più universale e atavica realtà che gli esseri umani di ogni parte e tempo condividono. Questa storia, una storia vera, è messa in scena come una rappresentazione che torna nell'inconsco della protagonista, portandola all'unica risposta possibile.
“Ho scritto la storia e poi l'ho costruita visivamente, muovendoci tra un ospedale teatralizzato, un castello abbandonato in cui si svolge l’allestimento dello spettacolo e la sua messa in scena definitiva, un teatro dei ricordi che ricostruisce ciò che riusciamo a ricomporre nella memoria e nei sogni dei luoghi della nostra vita, la spiaggia del momento perfetto della nostra esistenza, una città che è la somma di tutte le città, mescolando vicoli antichi e paesaggi urban…” scrive Anne-Riitta Ciccone, regista del film Gli immortali.
L’ospedale, abitato da personale freddo e sbrigativo e pazienti spettrali, è il Carlo Forlanini, la cui struttura, situata nel quartiere Gianicolense, è stata attiva dal 1920 al 2015; sfondo dello spettacolo è il Castello della Cecchignola; la città, Roma, si intuisce sullo sfondo dai palazzi del quartiere di Vigna Murata; i vicoli antichi si identificano con il borgo di Vitorchiano (VT).
The film Club, Launchpad39A, Rai Cinema
Chiara lavora come tecnico delle luci nell'allestimento di uno spettacolo di teatro-danza dedicato a Dioniso, che punisce l'umanità per non aver creduto nella sua natura divina. Quando Vittorio, suo padre, piomba nella sua vita con un male che sembra una punizione divina, Chiara deve gestire la più universale e atavica realtà che gli esseri umani di ogni parte e tempo condividono.