Il Colibrì scorre come un unico flusso di avvenimenti su piani sfalsati, come quando si racconta una vita, con episodi che vengono a galla apparentemente alla rinfusa, ma invece sono legati da fili interni, a volte inconsapevoli. Secondo le intenzioni della regista, il mondo attorno ai personaggi, le case, le strade, le immagini, la luce e le stagioni che si susseguono, devono avvolgerli come un mantello per il viaggio.
Attorno ad una villa al mare in Maremma, tra Capalbio, Porto Ercole (Monte Argentario) e Ansedonia, frazione del comune di Orbetello, si svolgono tutti gli avvenimenti più significativi della vita di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), Il Colibrì che da il titolo al film di Francesca Archibugi ispirato all’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020.
Tra ricordi, salti temporali, la corrispondenza con Luisa Lattes (Bérenice Béjo), il suo amore assoluto, mai vissuto, il protagonista vivrà a Roma la sua vita da adulto, ma tornerà a Firenze, la città della sua infanzia, per affrontare il proprio implacabile destino, sostenuto moralmente da Daniele Carradori (Nanni Moretti), lo psicoanalista della moglie Marina (Kasia Smutniak), che indicherà a Marco la strada per affrontare i cambi di rotta più inaspettati. Nelle riprese fiorentine sono state coinvolte piazza Savonarola, piazza Santo Spirito, piazza del Mercato Nuovo, ponte Santa Trinita.
Il Colibrì scorre come un unico flusso di avvenimenti su piani sfalsati, come quando si racconta una vita, con episodi che vengono a galla apparentemente alla rinfusa, ma invece sono legati da fili interni, a volte inconsapevoli. Secondo le intenzioni della regista, il mondo attorno ai personaggi, le case, le strade, le immagini, la luce e le stagioni che si susseguono, devono avvolgerli come un mantello per il viaggio.
Attorno ad una villa al mare in Maremma, tra Capalbio, Porto Ercole (Monte Argentario) e Ansedonia, frazione del comune di Orbetello, si svolgono tutti gli avvenimenti più significativi della vita di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), Il Colibrì che da il titolo al film di Francesca Archibugi ispirato all’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020.
Tra ricordi, salti temporali, la corrispondenza con Luisa Lattes (Bérenice Béjo), il suo amore assoluto, mai vissuto, il protagonista vivrà a Roma la sua vita da adulto, ma tornerà a Firenze, la città della sua infanzia, per affrontare il proprio implacabile destino, sostenuto moralmente da Daniele Carradori (Nanni Moretti), lo psicoanalista della moglie Marina (Kasia Smutniak), che indicherà a Marco la strada per affrontare i cambi di rotta più inaspettati. Nelle riprese fiorentine sono state coinvolte piazza Savonarola, piazza Santo Spirito, piazza del Mercato Nuovo, ponte Santa Trinita.
Fandango, Les Films des Tournelles, Orange Studio, Rai Cinema
Il colibrì è Marco Carrera, la cui vita è un susseguirsi di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un'altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, insegnerà a Marco come proteggersi dalle prove durissime a cui lo sottoporrà la vita.