In Questo mondo non mi renderà cattivo tornano il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici dell’universo del suo ideatore Zerocalcare. A Zero, Sarah, Secco, l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, si aggiunge un nuovo personaggio: Cesare.
Come in Strappare lungo i bordi, che inquadrava un’intera generazione quella nata negli anni Ottanta, che vive una vita fatta di precarietà, solitudine, inadeguatezza, insicurezza, anche Questo mondo non mi renderà cattivo ha come sfondo la Roma in cui l’autore è cresciuto, quello dei palazzi di Rebibbia e del quartiere Ponte Mammolo nella periferia est della capitale sulla via Tiburtina. Questa storia ruota intorno ad un centro di accoglienza e ad una scuola che rischia di chiudere. Ma è colpa dei migranti? C’è chi ritiene sia così, chi vorrebbe mostrarsi accogliente, chi rischia di veder svanire l’opportunità di una vita se prende posizione dal lato “sbagliato” della barricata.
La seconda serie di animazione di Zerocalcare racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra, una frase che lo stesso Zerocalcare si ripete, quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.
In Questo mondo non mi renderà cattivo tornano il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici dell’universo del suo ideatore Zerocalcare. A Zero, Sarah, Secco, l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, si aggiunge un nuovo personaggio: Cesare.
Come in Strappare lungo i bordi, che inquadrava un’intera generazione quella nata negli anni Ottanta, che vive una vita fatta di precarietà, solitudine, inadeguatezza, insicurezza, anche Questo mondo non mi renderà cattivo ha come sfondo la Roma in cui l’autore è cresciuto, quello dei palazzi di Rebibbia e del quartiere Ponte Mammolo nella periferia est della capitale sulla via Tiburtina. Questa storia ruota intorno ad un centro di accoglienza e ad una scuola che rischia di chiudere. Ma è colpa dei migranti? C’è chi ritiene sia così, chi vorrebbe mostrarsi accogliente, chi rischia di veder svanire l’opportunità di una vita se prende posizione dal lato “sbagliato” della barricata.
La seconda serie di animazione di Zerocalcare racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra, una frase che lo stesso Zerocalcare si ripete, quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.
Un vecchio amico torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.
Desideri essere cancellato? Scrivi a: info@italyformovies.it
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