Dopo essere stati catapultati nel 1982 e aver conosciuto alcuni membri della banda della Magliana in Non ci resta che il crimine, Sebastiano, Moreno, Giuseppe e Gianfranco, a cui si uniscono anche Renatino e la sua banda, sono sulle tracce di Sabrina, che si è impossessata del loro tesoro. La donna (Loretta Goggi) nel presente ha circa 70 anni e vive con il marito Massimo Ranieri (Carlo Buccirosso) che traffica in falsi d’autore, nella tenuta di Ripolo, villa seicentesca un tempo proprietà dei principi Odescalchi che si trova a Nepi (VT), non molto distante dal lago di Bracciano, la costiera Amalfitana nel film. Il nemico del secondo capitolo è la banda di Scampia (Napoli) capeggiata da tale Van Gogh, figlio di ‘o Rattuso, nome noto del crimine organizzato già dal 1982.
La storia si dipana su due piani temporali: nel 1982 e nel presente.
Renatino e Massimo, nel presente, si fanno invitare ad un ricevimento a Villa Giovanelli-Fogaccia a Boccea, quartiere ovest di Roma, vanno a recuperare un ex compare che traina una carrozza per turisti attorno a Castel Sant’Angelo e mettono insieme un’attempata banda che ha come obiettivo un quadro custodito ai musei Vaticani. La fuga avviene attraverso i giardini (il set è il parco di Villa Mondragone a Monte Porzio Catone, Castelli Romani), un portone in largo Ildebrandi 3, in borgo Santo Spirito, a metà strada tra la Città del Vaticano e Castel Sant’Angelo, e prosegue in via della Conciliazione, con la Basilica di San Pietro alle spalle.
Nel frattempo, Sebastiano, Moreno e Giuseppe son costretti a tornare nel 1982, nel bel mezzo della rapina che li ha visti protagonisti nel primo capitolo, in una banca che si troverebbe in piazza Mastai, lungo viale Trastevere a Roma. La loro meta è Napoli, introdotta dal belvedere di via Minucio Felice nella parte alta di Posillipo dove i tre godono del panorama sulla riviera di Chiaia: in lontananza si scorgono Castel dell’Ovo, che più avanti presterà il suo molo per l’acquisto di una partita di droga, e l’inconfondibile profilo del Vesuvio. Tra i vicoli del centro storico i tre vanno alla ricerca di ‘o Rattuso (Gianfranco Gallo). Moreno ha il compito di intrattenere Teresa, che lavora per lui: i due si fanno scattare una foto in piazza del Plebiscito e lui ha riaccompagna a casa in cui si riconosce via Cavour, centro storico di Marino, non molto distante da Roma. Poco dopo ritorna il portale spazio-temporale ricostruito, come nel primo film, in piazza della Colonnaccia, presso i Videa Studios.
La liberazione di Lorella (Giulia Bevilacqua) avviene presso il Mare Village sul lungomare di Torvaianica, frazione balneare di Pomezia.
Dopo essere stati catapultati nel 1982 e aver conosciuto alcuni membri della banda della Magliana in Non ci resta che il crimine, Sebastiano, Moreno, Giuseppe e Gianfranco, a cui si uniscono anche Renatino e la sua banda, sono sulle tracce di Sabrina, che si è impossessata del loro tesoro. La donna (Loretta Goggi) nel presente ha circa 70 anni e vive con il marito Massimo Ranieri (Carlo Buccirosso) che traffica in falsi d’autore, nella tenuta di Ripolo, villa seicentesca un tempo proprietà dei principi Odescalchi che si trova a Nepi (VT), non molto distante dal lago di Bracciano, la costiera Amalfitana nel film. Il nemico del secondo capitolo è la banda di Scampia (Napoli) capeggiata da tale Van Gogh, figlio di ‘o Rattuso, nome noto del crimine organizzato già dal 1982.
La storia si dipana su due piani temporali: nel 1982 e nel presente.
Renatino e Massimo, nel presente, si fanno invitare ad un ricevimento a Villa Giovanelli-Fogaccia a Boccea, quartiere ovest di Roma, vanno a recuperare un ex compare che traina una carrozza per turisti attorno a Castel Sant’Angelo e mettono insieme un’attempata banda che ha come obiettivo un quadro custodito ai musei Vaticani. La fuga avviene attraverso i giardini (il set è il parco di Villa Mondragone a Monte Porzio Catone, Castelli Romani), un portone in largo Ildebrandi 3, in borgo Santo Spirito, a metà strada tra la Città del Vaticano e Castel Sant’Angelo, e prosegue in via della Conciliazione, con la Basilica di San Pietro alle spalle.
Nel frattempo, Sebastiano, Moreno e Giuseppe son costretti a tornare nel 1982, nel bel mezzo della rapina che li ha visti protagonisti nel primo capitolo, in una banca che si troverebbe in piazza Mastai, lungo viale Trastevere a Roma. La loro meta è Napoli, introdotta dal belvedere di via Minucio Felice nella parte alta di Posillipo dove i tre godono del panorama sulla riviera di Chiaia: in lontananza si scorgono Castel dell’Ovo, che più avanti presterà il suo molo per l’acquisto di una partita di droga, e l’inconfondibile profilo del Vesuvio. Tra i vicoli del centro storico i tre vanno alla ricerca di ‘o Rattuso (Gianfranco Gallo). Moreno ha il compito di intrattenere Teresa, che lavora per lui: i due si fanno scattare una foto in piazza del Plebiscito e lui ha riaccompagna a casa in cui si riconosce via Cavour, centro storico di Marino, non molto distante da Roma. Poco dopo ritorna il portale spazio-temporale ricostruito, come nel primo film, in piazza della Colonnaccia, presso i Videa Studios.
La liberazione di Lorella (Giulia Bevilacqua) avviene presso il Mare Village sul lungomare di Torvaianica, frazione balneare di Pomezia.
Sebastiano, Moreno, Giuseppe e Gianfranco si ritrovano a Montecarlo sulle tracce di una donna che aveva rapito il cuore di uno e i soldi di tutti. Ma i quattro amici di sempre dovranno fare i conti con un marito, Ranieri, spregiudicato mercante d’arte, una figlia contesa, Lorella, e un boss, Renatino, più implacabile che mai, e con un passato che torna con le pistole in pugno e intenzioni tutt’altro che pacifiche.