Pasqualino Settebellezze è un guappo: di quelli che “si fanno rispettare” mentre passeggia per i vicoli e i saliscendi di Napoli, come le Scale del Moiariello a Capodimonte, fiore all’occhiello, che regalerà ad una signorina in Vico Sopramuro Ave Gratia Plena, e sguardo fiero, mentre attraversa il Ponte della Sanità. Ma la realtà è ben diversa: non si può pensare di essere rispettati se la maggiore delle sorelle fa la prostituta. Don Raffaele, boss locale, glielo rammenta mentre si fa lustrare le scarpe nella Galleria Principe di Napoli. Uno sgarro che richiede un delitto d’onore: questo si consuma ad Aversa (CE) passando per varie vie e piazze e per un'edicola votiva in vicolo Spirito Santo. Tuttavia le cose non vanno come sperato.
Don Raffaele, con la saggezza dell’esperienza, ricorda che al Cimitero delle Fontanelle riposavano in origine, solo 500 scheletri, divenuti col tempo 5.000. Insomma basta essere fantasiosi. Imparata la lezione, Pasqualino ferma un vetturino e si fa portare alla stazione: parte da Piazza del Duomo ad Aversa, attraversa le Rampe di Sant’Antonio, a Napoli, che dall’alto offrono una bellissima veduta del golfo, e arriva nel cortile di Castel Capuano.
A nulla serve: Pasqualino cerca di scappare alla giustizia, tra i tetti e gli archi intorno a Via dei Tribunali, a Napoli, subisce un processo nella Sala dei Busti all’interno di Castel Capuano, viene rinchiuso nel Castello Aragonese di Baia, a Bacoli (Napoli) a poca distanza dallo spiazzo dove giorni prima aveva incontrato una ragazza col pianino promettendole che l’avrebbe sposata nel giro di qualche anno.
Il trasferimento al manicomio criminale avviene attraverso la stazione di Aversa, mentre il lager nazista dove è rinchiuso è l’ex stabilimento delle Cartiere Tiburtine a Tivoli (RM).
Pasqualino Settebellezze è un guappo: di quelli che “si fanno rispettare” mentre passeggia per i vicoli e i saliscendi di Napoli, come le Scale del Moiariello a Capodimonte, fiore all’occhiello, che regalerà ad una signorina in Vico Sopramuro Ave Gratia Plena, e sguardo fiero, mentre attraversa il Ponte della Sanità. Ma la realtà è ben diversa: non si può pensare di essere rispettati se la maggiore delle sorelle fa la prostituta. Don Raffaele, boss locale, glielo rammenta mentre si fa lustrare le scarpe nella Galleria Principe di Napoli. Uno sgarro che richiede un delitto d’onore: questo si consuma ad Aversa (CE) passando per varie vie e piazze e per un'edicola votiva in vicolo Spirito Santo. Tuttavia le cose non vanno come sperato.
Don Raffaele, con la saggezza dell’esperienza, ricorda che al Cimitero delle Fontanelle riposavano in origine, solo 500 scheletri, divenuti col tempo 5.000. Insomma basta essere fantasiosi. Imparata la lezione, Pasqualino ferma un vetturino e si fa portare alla stazione: parte da Piazza del Duomo ad Aversa, attraversa le Rampe di Sant’Antonio, a Napoli, che dall’alto offrono una bellissima veduta del golfo, e arriva nel cortile di Castel Capuano.
A nulla serve: Pasqualino cerca di scappare alla giustizia, tra i tetti e gli archi intorno a Via dei Tribunali, a Napoli, subisce un processo nella Sala dei Busti all’interno di Castel Capuano, viene rinchiuso nel Castello Aragonese di Baia, a Bacoli (Napoli) a poca distanza dallo spiazzo dove giorni prima aveva incontrato una ragazza col pianino promettendole che l’avrebbe sposata nel giro di qualche anno.
Il trasferimento al manicomio criminale avviene attraverso la stazione di Aversa, mentre il lager nazista dove è rinchiuso è l’ex stabilimento delle Cartiere Tiburtine a Tivoli (RM).
Nella Napoli degli anni Trenta, Pasqualino è l’unico uomo in una famiglia di 7 donne piuttosto brutte. Condannato per l’omicidio del seduttore della sorella, sconta la pena prima in un manicomio criminale e poi arruolandosi per la guerra dove conosce l’orrore del nazismo. Sopravvive grazie alla filosofia del "tirare a campà", ma l’esperienza lo cambia profondamente.