Le storie dei tre protagonisti, tutti interpretati da Carlo Verdone, si intrecciano ripetutamente nel corso del film mentre, tra mille imprevisti, incontri e deviazioni, attraversano l’Italia (senza tuttavia allontanarsi troppo da Roma) per raggiungere il seggio elettorale di appartenenza.
Il silenzioso Pasquale Amitrano, emigrato a Monaco, parte per l'Italia con una Alfasud rossa con destinazione Matera. È talmente tonto che, varcato il confine Austria-Italia, al passo del Brennero, subisce furti, truffe e persino un pestaggio dopo aver tentato maldestramente di rubare le borchie ad una macchina parcheggiata fuori dalla trattoria La Tana a Caianello. In realtà la scena è girata in piazza Umberto I a Bassano Romano, mentre un barbone ignaro sta riposando lungo il bordo della fontana del XIX secolo con pianta a croce greca che si trova al centro della piazza. In precedenza lui stesso aveva subito il furto delle borchie della sua Alfa nell’area di servizio Tolfa lungo l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia. Il palazzo di Matera dove va a votare è il palazzo del Seminario nell’omonima piazza di Tivoli.
Furio Zoccano, logorroico e pedante funzionario statale e fiero socio ACI, si suppone viva a Torino, come introdotto dal fotogramma che mostra un panorama della città, ma il palazzo mostrato nella scena dei preparativi alla partenza di tutta la famiglia si trova a Roma, in via Mecenate, tra il Colle Oppio e il rione Monti. Anche la famiglia Zoccano, come Pasquale, fa sosta nell’area di servizio Tolfa della Roma-Civitavecchia, prima che una manovra azzardata di Furio provochi una serie di tamponamenti a catena nella galleria Torrione 2, all’altezza dell'Aquila, lungo l’autostrada A24 Roma-L'Aquila (detta Strada dei Parchi). L’incidente costringe la famiglia ad una sosta non prevista in un motel di Orvieto, ma quello che si vede in lontananza è l’hotel Torre Sant’Angelo, che occupa un castello del Settecento in località Castagnola a Tivoli. Il seggio romano dove finalmente giungono per le votazioni è Palazzo Pantanella in via dei Cerchi, angolo via della Bocca della Verità.
Mimmo, ingenuo e goffo ragazzone, arriva in ritardo a Verona (si era confuso con Vicenza!) per prelevare la nonna (Elena Fabrizi) in vacanza dalla figlia, e riportarla a Roma in tempo per votare, ma il rientro è minato da vari imprevisti. La nonna lo aspetta indispettita sotto un gazebo al casello di Maccarese-Fregene della A12. Seguono varie soste: una per comprare le medicine dimenticate (nel film siamo ancora in provincia di Verona, ma la farmacia è nel Castello di San Giorgio a Maccarese (Fiumicino); una per l’iniezione, presso l’area di sosta Pineto Est sulla più volte citata Roma-Civitavecchia; una al cimitero di Tivoli in cerca della lapide del figlio di un’amica di nonna Teresa che si chiama “come un sorriso”; una all’hotel Torre Sant’Angelo di Tivoli (lo stesso in cui alloggia la famiglia di Furio); una alla barriera autostradale Roma Ovest dell’A12, nel territorio di Fiumicino, dove viene arrestato “erPrincipe” (Mario Brega). Il seggio elettorale dove finalmente nonna e nipote arrivano battibeccando è nel Palazzo dei Cento Preti, su lungotevere dei Vallati, all'altezza di Ponte Sisto. Una curiosità: in questo palazzo visse la famiglia di Verdone dagli anni Quaranta fino alla morte del padre Mario.
Le storie dei tre protagonisti, tutti interpretati da Carlo Verdone, si intrecciano ripetutamente nel corso del film mentre, tra mille imprevisti, incontri e deviazioni, attraversano l’Italia (senza tuttavia allontanarsi troppo da Roma) per raggiungere il seggio elettorale di appartenenza.
Il silenzioso Pasquale Amitrano, emigrato a Monaco, parte per l'Italia con una Alfasud rossa con destinazione Matera. È talmente tonto che, varcato il confine Austria-Italia, al passo del Brennero, subisce furti, truffe e persino un pestaggio dopo aver tentato maldestramente di rubare le borchie ad una macchina parcheggiata fuori dalla trattoria La Tana a Caianello. In realtà la scena è girata in piazza Umberto I a Bassano Romano, mentre un barbone ignaro sta riposando lungo il bordo della fontana del XIX secolo con pianta a croce greca che si trova al centro della piazza. In precedenza lui stesso aveva subito il furto delle borchie della sua Alfa nell’area di servizio Tolfa lungo l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia. Il palazzo di Matera dove va a votare è il palazzo del Seminario nell’omonima piazza di Tivoli.
Furio Zoccano, logorroico e pedante funzionario statale e fiero socio ACI, si suppone viva a Torino, come introdotto dal fotogramma che mostra un panorama della città, ma il palazzo mostrato nella scena dei preparativi alla partenza di tutta la famiglia si trova a Roma, in via Mecenate, tra il Colle Oppio e il rione Monti. Anche la famiglia Zoccano, come Pasquale, fa sosta nell’area di servizio Tolfa della Roma-Civitavecchia, prima che una manovra azzardata di Furio provochi una serie di tamponamenti a catena nella galleria Torrione 2, all’altezza dell'Aquila, lungo l’autostrada A24 Roma-L'Aquila (detta Strada dei Parchi). L’incidente costringe la famiglia ad una sosta non prevista in un motel di Orvieto, ma quello che si vede in lontananza è l’hotel Torre Sant’Angelo, che occupa un castello del Settecento in località Castagnola a Tivoli. Il seggio romano dove finalmente giungono per le votazioni è Palazzo Pantanella in via dei Cerchi, angolo via della Bocca della Verità.
Mimmo, ingenuo e goffo ragazzone, arriva in ritardo a Verona (si era confuso con Vicenza!) per prelevare la nonna (Elena Fabrizi) in vacanza dalla figlia, e riportarla a Roma in tempo per votare, ma il rientro è minato da vari imprevisti. La nonna lo aspetta indispettita sotto un gazebo al casello di Maccarese-Fregene della A12. Seguono varie soste: una per comprare le medicine dimenticate (nel film siamo ancora in provincia di Verona, ma la farmacia è nel Castello di San Giorgio a Maccarese (Fiumicino); una per l’iniezione, presso l’area di sosta Pineto Est sulla più volte citata Roma-Civitavecchia; una al cimitero di Tivoli in cerca della lapide del figlio di un’amica di nonna Teresa che si chiama “come un sorriso”; una all’hotel Torre Sant’Angelo di Tivoli (lo stesso in cui alloggia la famiglia di Furio); una alla barriera autostradale Roma Ovest dell’A12, nel territorio di Fiumicino, dove viene arrestato “erPrincipe” (Mario Brega). Il seggio elettorale dove finalmente nonna e nipote arrivano battibeccando è nel Palazzo dei Cento Preti, su lungotevere dei Vallati, all'altezza di Ponte Sisto. Una curiosità: in questo palazzo visse la famiglia di Verdone dagli anni Quaranta fino alla morte del padre Mario.
Nastro d'argento 1981: Migliore attrice esordiente a Elena Fabrizi
Durante un fine settimana di elezioni, tre uomini sono in viaggio per raggiungere i rispettivi seggi elettorali: Furio, logorroico e pedante funzionario statale, Mimmo ingenuo giovanotto in viaggio con nonna, Pasquale, un emigrato del Sud Italia residente a Monaco di Baviera.