Il titolo si svolge quasi interamente a Napoli, e in particolare all’interno delle sale del museo archeologico del capoluogo campano. Gli sviluppatori non hanno rinunciato ad alcuni stereotipi cari all’immaginario internazionale (la vespa, il caffè). Allo stesso tempo vengono rappresentati con notevole gusto pittorico alcuni luoghi simbolo di Napoli e dei dintorni della città. Oltre al museo, compaiono Piazza del Plebiscibito, il Palazzo Reale e la fontana del Gigante. L’azione si sposta brevemente anche a Pompei, con il Vesuvio chiaramente riconoscibile sullo sfondo.
Il titolo si svolge quasi interamente a Napoli, e in particolare all’interno delle sale del museo archeologico del capoluogo campano. Gli sviluppatori non hanno rinunciato ad alcuni stereotipi cari all’immaginario internazionale (la vespa, il caffè). Allo stesso tempo vengono rappresentati con notevole gusto pittorico alcuni luoghi simbolo di Napoli e dei dintorni della città. Oltre al museo, compaiono Piazza del Plebiscibito, il Palazzo Reale e la fontana del Gigante. L’azione si sposta brevemente anche a Pompei, con il Vesuvio chiaramente riconoscibile sullo sfondo.
Con Father and Son il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si affaccia al mondo dei videogiochi. Il titolo – la cui grafica suggestiva è stata affidata all’artista inglese Sean Wenham, già autore del breve ma affascinante The End of the World – è l’ultima tappa di un lungo percorso che ha visto i musei confrontarsi di frequente col linguaggio videoludico. Nel caso di Father and Son al centro della narrazione non c’è più la grigia Newcastle del titolo precedente di Wenham, bensì il capoluogo campano, con la sua carica pittorica e la sua storia secolare.