Il centro storico di Roma si riconosce dietro le passeggiate in solitaria di Ettore Magni, ex galeotto col volto di Marco Giallini che, uscito da Regina Coeli, costeggia il Tevere per raggiungere la chiatta dei suoi ex compari. Rifiutato dall’ex moglie e senza un posto dove stare, Ettore è pronto a passare la notte su una panchina al freddo (siamo quasi a Natale), quando un dono inaspettato lo conduce a casa del signor Nicola Natalizi (Gigi Proietti) che, un po’ ingenuamente, lo accoglie in casa sua e gli rivela di essere niente meno che Babbo Natale, che una cinquantina di anni fa ha lasciato il freddo della Lapponia per trasferirsi a Roma, dove si trova bene “a parte lo smog, il traffico, la monnezza, le buche, i trasporti...”.
Lo scetticismo di Ettore si trasforma in meraviglia quando monta sulla modernissima slitta di Babbo Natale che lo trascina per una meravigliosa traversata aerea della città eterna e dei suoi monumenti: si parte dal gazometro per poi sorvolare il Colosseo, il Campidoglio e il Vittoriano, la Basilica di San Pietro con il suo cupolone, i ponti del Tevere. In pochi secondi la slitta magica ha raggiunto Parigi e Londra.
Lentamente l’ex galeotto inizia a ragionare sulla possibilità di prendere il posto di Nicola, e i due ci ragionano seduti su una panchina con alle spalle il laghetto di Villa Borghese e il tempio di Esculapio. Ettore scoprirà a sue spese che la strada per la redenzione non è così semplice e lineare come sembra e che essere Babbo Natale non è solo una questione di abbigliamento.
Il centro storico di Roma si riconosce dietro le passeggiate in solitaria di Ettore Magni, ex galeotto col volto di Marco Giallini che, uscito da Regina Coeli, costeggia il Tevere per raggiungere la chiatta dei suoi ex compari. Rifiutato dall’ex moglie e senza un posto dove stare, Ettore è pronto a passare la notte su una panchina al freddo (siamo quasi a Natale), quando un dono inaspettato lo conduce a casa del signor Nicola Natalizi (Gigi Proietti) che, un po’ ingenuamente, lo accoglie in casa sua e gli rivela di essere niente meno che Babbo Natale, che una cinquantina di anni fa ha lasciato il freddo della Lapponia per trasferirsi a Roma, dove si trova bene “a parte lo smog, il traffico, la monnezza, le buche, i trasporti...”.
Lo scetticismo di Ettore si trasforma in meraviglia quando monta sulla modernissima slitta di Babbo Natale che lo trascina per una meravigliosa traversata aerea della città eterna e dei suoi monumenti: si parte dal gazometro per poi sorvolare il Colosseo, il Campidoglio e il Vittoriano, la Basilica di San Pietro con il suo cupolone, i ponti del Tevere. In pochi secondi la slitta magica ha raggiunto Parigi e Londra.
Lentamente l’ex galeotto inizia a ragionare sulla possibilità di prendere il posto di Nicola, e i due ci ragionano seduti su una panchina con alle spalle il laghetto di Villa Borghese e il tempio di Esculapio. Ettore scoprirà a sue spese che la strada per la redenzione non è così semplice e lineare come sembra e che essere Babbo Natale non è solo una questione di abbigliamento.
Ettore è un ex galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi alternative se non quella di continuare a fare il rapinatore. È così che si ritrova a casa di Nicola, un amabile signore che non ha niente di valore che si possa rubare. In compenso ha una bizzarra rivelazione da fare ad Ettore: dichiara infatti di essere Babbo Natale.