Roma, Parco degli Acquedotti: un elicottero sorvola l’Acquedotto Claudio trasportando, sospesa, una statua del Cristo con destinazione San Pietro. È questa la memorabile scena d’apertura della Dolce Vita. Marcello, spregiudicato giornalista “paparazzo”, vive di notte, per le strade della Roma “in”, tra star, nobili e ricconi, sempre sotto i flash dei fotografi. Centro della vita mondana capitolina è Via Veneto, le cui ambientazioni furono ricreate a Cinecittà, al pari di moltissime scene, per un totale di circa 80 set. Durante una di queste notti, Marcello si offre di accompagnare una donna annoiata, che, con la propria auto di lusso, si ferma a Piazza del Popolo, raccoglie una prostituta e la accompagna a casa in periferia (gli esterni sono a Tor de’ Schiavi, nel quartiere Centocelle).
Le architetture razionaliste dell’EUR ritornano più volte durante il film: qui si trova l’ospedale dove Marcello accompagna la fidanzata Emma: gli esterni sono quelli di Viale della Letteratura, l’edificio è il Palazzo dei Congressi. In questo quartiere vive anche lo scrittore Steiner: lo si intuisce dal panorama che si gode dal balcone del soggiorno da cui si scorge la sagoma inconfondibile dell’edificio soprannominato il “Fungo”.
Gli esterni della Basilica in cui Marcello va a trovare l’amico scrittore, sebbene somiglino a quelli dell’EUR, sono quelli di San Giovanni Bosco, in Viale del Salesiani, nel quartiere Tuscolano, mentre gli interni sono quelli della Chiesa dei Santi Martiri Canadesi, in viale Giovanni Battista De Rossi, nel quartiere Nomentano. Qui fu girata la scena nella quale Steiner suona all'organo la Toccata e Fuga in Re minore di Bach.
Ad un certo punto del film Marcello deve occuparsi di seguire Sylvia, famosa ed esuberante star del cinema. Ne approfondisce la conoscenza mentre, assieme ad altri giornalisti e fotografi, la accompagna per la stretta scalinata che porta in cima alla cupola di San Pietro (ricostruita a Cinecittà) e poi ad una festa in un nightclub all’interno delle Terme di Caracalla, dove la donna si esibisce in una danza sfrenata. Segue un giro al centro storico di Roma, dove Sylvia osserva ammirata la Fontana di Trevi e vi si immerge coinvolgendo anche Marcello: i due si baciano in una delle scene più memorabili che la storia del cinema ricordi.
Al Palazzo Giustiniani-Odescalchi di Bassano Romano (VT) si svolge una festa di nobili a cui Marcello si introduce tramite un’amica. L’ultima famosa scena si svolge sulla spiaggia di Passo Scuro, a Fregene, sul litorale romano (sempre a Passo Scuro, in una trattoria, Marcello aveva incontrato Paola). La villa della scena dell’orgia fu ricostruita ex novo sebbene si ispirasse ad una casa che si trovava a Bagni di Tivoli.
Roma, Parco degli Acquedotti: un elicottero sorvola l’Acquedotto Claudio trasportando, sospesa, una statua del Cristo con destinazione San Pietro. È questa la memorabile scena d’apertura della Dolce Vita. Marcello, spregiudicato giornalista “paparazzo”, vive di notte, per le strade della Roma “in”, tra star, nobili e ricconi, sempre sotto i flash dei fotografi. Centro della vita mondana capitolina è Via Veneto, le cui ambientazioni furono ricreate a Cinecittà, al pari di moltissime scene, per un totale di circa 80 set. Durante una di queste notti, Marcello si offre di accompagnare una donna annoiata, che, con la propria auto di lusso, si ferma a Piazza del Popolo, raccoglie una prostituta e la accompagna a casa in periferia (gli esterni sono a Tor de’ Schiavi, nel quartiere Centocelle).
Le architetture razionaliste dell’EUR ritornano più volte durante il film: qui si trova l’ospedale dove Marcello accompagna la fidanzata Emma: gli esterni sono quelli di Viale della Letteratura, l’edificio è il Palazzo dei Congressi. In questo quartiere vive anche lo scrittore Steiner: lo si intuisce dal panorama che si gode dal balcone del soggiorno da cui si scorge la sagoma inconfondibile dell’edificio soprannominato il “Fungo”.
Gli esterni della Basilica in cui Marcello va a trovare l’amico scrittore, sebbene somiglino a quelli dell’EUR, sono quelli di San Giovanni Bosco, in Viale del Salesiani, nel quartiere Tuscolano, mentre gli interni sono quelli della Chiesa dei Santi Martiri Canadesi, in viale Giovanni Battista De Rossi, nel quartiere Nomentano. Qui fu girata la scena nella quale Steiner suona all'organo la Toccata e Fuga in Re minore di Bach.
Ad un certo punto del film Marcello deve occuparsi di seguire Sylvia, famosa ed esuberante star del cinema. Ne approfondisce la conoscenza mentre, assieme ad altri giornalisti e fotografi, la accompagna per la stretta scalinata che porta in cima alla cupola di San Pietro (ricostruita a Cinecittà) e poi ad una festa in un nightclub all’interno delle Terme di Caracalla, dove la donna si esibisce in una danza sfrenata. Segue un giro al centro storico di Roma, dove Sylvia osserva ammirata la Fontana di Trevi e vi si immerge coinvolgendo anche Marcello: i due si baciano in una delle scene più memorabili che la storia del cinema ricordi.
Al Palazzo Giustiniani-Odescalchi di Bassano Romano (VT) si svolge una festa di nobili a cui Marcello si introduce tramite un’amica. L’ultima famosa scena si svolge sulla spiaggia di Passo Scuro, a Fregene, sul litorale romano (sempre a Passo Scuro, in una trattoria, Marcello aveva incontrato Paola). La villa della scena dell’orgia fu ricostruita ex novo sebbene si ispirasse ad una casa che si trovava a Bagni di Tivoli.
Riama Film, Pathé Consortium Cinéma
Premio Oscar 1962: Migliori costumi a Piero Gherardi / Festival di Cannes 1960: Palma d'Oro a Federico Fellini / David di Donatello 1960: Migliore regia a Federico Fellini / Nastro d'argento 1960: Miglior attore protagonista a Marcello Mastroianni — Migliore scenografia a Piero Gherardi — Miglior soggetto originale a Tullio Pinelli, Ennio Flaiano, Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini
La Roma dei primi anni Sessanta, fatta di feste, eccessi e vita notturna, vista con gli occhi di Marcello, giornalista scandalistico e aspirante scrittore, che, nel raccontarla, finisce inevitabilmente per esserne parte.