Il set principale della serie è nella periferia di Napoli, a Scampia, ma numerose scene sono ambientate in altri quartieri del capoluogo, nella provincia campana e in altre regioni, persino all’estero. Molto spesso, gli interni sfarzosi delle case dei malavitosi e dei ristoranti contrastano con le immagini dei quartieri degradati, location a cielo aperto delle piazze di spaccio.
L’ambientazione principale è tra le Vele di Scampia, costruzioni dalla forma triangolare risalenti agli anni Sessanta, mentre per gli esterni della residenza dei Savastano è stata scelta la villa del boss Francesco Gallo, a Parco Penniniello a Torre Annunziata.
La serie si apre con Ciro e Attilio fermi a una pompa di benzina per riempire una tanica. La benzina servirà per dar fuoco alla casa della madre Salvatore Conte: siamo a Gianturco, di fronte all’ex raffineria, una zona industriale di Napoli quasi completamente dismessa che collega il centro della città con i quartieri Barra, San Giovanni e Ponticelli.
L’agguato provoca una serie di ritorsioni che si concludono con l'ordine di uccidere Salvatore Conte e tutto il suo clan. L’attentato viene preparato nella stazione della Circumvesuviana di via Selva, a San Vitaliano, mentre Conte si nasconde in una fabbrica di cappelli (nella realtà è l’IFA – Industria Filtri Aria a San Vitaliano), ma Conte riesce a fuggire e si rifugia all'estero. Attilio, mentore di Ciro, rimane ucciso e questi lo piange su un tetto a San Vitaliano.
Altre scene sono girate a Castel Volturno, che nella fiction è l’immaginaria Casavatore dove Genny conosce Noemi (in una discoteca che nella realtà è Studio Uno, a Caserta) la fidanzata del figlioccio del giovane boss locale.
Nel secondo episodio una pattuglia della Polizia stradale ferma Don Pietro per un controllo e lo arresta dopo aver trovato una sacca con i soldi e della cocaina. Scopriamo nel terzo episodio che è stato portato a Poggioreale. Da dietro il carcere svetta il Centro Direzionale, complesso di grattacieli progettato dall’architetto giapponese Kenzo Tange.
La quarta puntata si focalizza sulla piazza di spaccio dei nigeriani: siamo ai Bipiani di Ponticelli, abitazioni costruite per gli sfollati del terremoto dell’Irpinia del 1980.
Nell’epilogo di stagione Ciro fa spargere la voce che accompagnerà sua figlia a una recita teatrale attirando là Genny: l’auditorium è quello della chiesa dell'Immacolata e San Vincenzo, nell’omonima piazzetta, a Napoli.
Il set principale della serie è nella periferia di Napoli, a Scampia, ma numerose scene sono ambientate in altri quartieri del capoluogo, nella provincia campana e in altre regioni, persino all’estero. Molto spesso, gli interni sfarzosi delle case dei malavitosi e dei ristoranti contrastano con le immagini dei quartieri degradati, location a cielo aperto delle piazze di spaccio.
L’ambientazione principale è tra le Vele di Scampia, costruzioni dalla forma triangolare risalenti agli anni Sessanta, mentre per gli esterni della residenza dei Savastano è stata scelta la villa del boss Francesco Gallo, a Parco Penniniello a Torre Annunziata.
La serie si apre con Ciro e Attilio fermi a una pompa di benzina per riempire una tanica. La benzina servirà per dar fuoco alla casa della madre Salvatore Conte: siamo a Gianturco, di fronte all’ex raffineria, una zona industriale di Napoli quasi completamente dismessa che collega il centro della città con i quartieri Barra, San Giovanni e Ponticelli.
L’agguato provoca una serie di ritorsioni che si concludono con l'ordine di uccidere Salvatore Conte e tutto il suo clan. L’attentato viene preparato nella stazione della Circumvesuviana di via Selva, a San Vitaliano, mentre Conte si nasconde in una fabbrica di cappelli (nella realtà è l’IFA – Industria Filtri Aria a San Vitaliano), ma Conte riesce a fuggire e si rifugia all'estero. Attilio, mentore di Ciro, rimane ucciso e questi lo piange su un tetto a San Vitaliano.
Altre scene sono girate a Castel Volturno, che nella fiction è l’immaginaria Casavatore dove Genny conosce Noemi (in una discoteca che nella realtà è Studio Uno, a Caserta) la fidanzata del figlioccio del giovane boss locale.
Nel secondo episodio una pattuglia della Polizia stradale ferma Don Pietro per un controllo e lo arresta dopo aver trovato una sacca con i soldi e della cocaina. Scopriamo nel terzo episodio che è stato portato a Poggioreale. Da dietro il carcere svetta il Centro Direzionale, complesso di grattacieli progettato dall’architetto giapponese Kenzo Tange.
La quarta puntata si focalizza sulla piazza di spaccio dei nigeriani: siamo ai Bipiani di Ponticelli, abitazioni costruite per gli sfollati del terremoto dell’Irpinia del 1980.
Nell’epilogo di stagione Ciro fa spargere la voce che accompagnerà sua figlia a una recita teatrale attirando là Genny: l’auditorium è quello della chiesa dell'Immacolata e San Vincenzo, nell’omonima piazzetta, a Napoli.
Roma Fiction Fest 2014: Miglior prodotto italiano - Miglior attrice italiana a Maria Pia Calzone - Menzione speciale della giuria per Salvatore Esposito - Premio Scardamaglia alla migliore sceneggiatura a Stefano Bises, Leonardo Fasoli, Ludovica Rampoldi, Filippo Gravino e Maddalena Ravagli - Premio L.A.R.A. al miglior attore di una fiction edita a Salvatore Esposito / Festival della televisione di Monte Carlo 2015: Miglior attore in una serie a Marco D'Amore - Miglior serie tv internazionale
Liberamente ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano, la serie racconta la storia del clan camorrista dei Savastano, capeggiato da Don Pietro. Suo braccio destro è Ciro, detto l’immortale, a cui è anche affidato il compito di preparare Genny, il figlio di Don Pietro, al suo futuro ruolo di boss. Arrestato Don Pietro, il controllo del clan passa nelle mani di sua moglie Donna Imma.