“La realtà non mi piace più. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare il cinema”.
Fabietto Schisa
Esattamente 20 anni dopo il debutto alla regia con L’uomo in più, Paolo Sorrentino torna nella sua città natale per ambientarvi una storia personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita ispirato alla sua stessa vita. Nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta Fabietto Schisa (Filippo Scotti) vive alcuni eventi che gli cambiano la vita: l’arrivo in città, acclamato come un dio, della leggenda del calcio Diego Armando Maradona e un drammatico incidente che coinvolge la sua famiglia.
Ed è proprio una citazione dell’idolo della città "Ho fatto quello che ho potuto, non credo di essere andato così male" ad aprire il film, mentre una ripresa a pelo d’acqua dal golfo inquadra di giorno la città partenopea che quasi si specchia nella baia: Castel dell’Ovo a destra, lentamente scompare per fare posto alla riviera di Chiaia e al lungomare di via Caracciolo, dove sta transitando un’auto d’epoca.
È notte nella scena successiva. In una piazza del Plebiscito gremita di macchine parcheggiate proprio come era d’uso negli anni Ottanta, Patrizia (Luisa Ranieri) accetta un passaggio da “San Gennaro”. Il cortile di Palazzo Zapata, dove la condurrà pochi minuti dopo per mostrarle il munaciello, monaco bambino della tradizione partenopea che promette di risolvere tutti i suoi problemi, si trova a pochi metri di distanza, nell’adiacente piazza Trieste e Trento. Tuttavia il salone nel quale Patrizia viene introdotta è uno degli ambienti della settecentesca Villa del Cardinale, una delle ville del “Miglio d’Oro” situata a Torre del Greco. A rendere suggestiva la scena, al centro di questo spazio adornato con marmi e stucchi pregiati danneggiati dal terremoto del 1980, si nota un enorme lampadario di cristallo poggiato rovinosamente sul pavimento.
Il mondo di Fabietto è la sua famiglia allegra e piena di voglia di vivere nonostante i problemi: la loro armonia è tutta in una scena, sulla panoramica via Francesco Petrarca, quando padre, madre e figlio raggiungono di notte la casa di zia Patrizia in motorino in tre, sorridenti, abbracciati, col vento in faccia e il mare a fare da scenografia. Il papà Saverio (Toni Servillo) lavora al banco di Napoli e una scena ne inquadra la sede storica di via Toledo. Il set della casa della famiglia Schisa è un appartamento in via San Domenico, al Vomero, nello stesso edificio in cui viveva il regista, ma al piano superiore.
Il calcio a Napoli è Maradona, capace di paralizzare la città e di riunire parenti e amici anche quando non è la squadra di casa o la nazionale italiana a giocare. al Vomero si trova anche l’appartamento dove la famiglia è riunita a guardare quell’Argentina Inghilterra del gol di mano durante il mondiale del 1986 che dà il titolo all’intero film: la mano di Dio. L’ex Stadio San Paolo, oggi intitolato proprio all’indimenticato idolo calcistico della città scomparso nel 2020 – riportato con la computer grafica a come era negli anni Ottanta – va annoverato senza dubbio tra le location più significative del film, assieme allo stadio Collana.
La galleria Umberto I ritorna spesso: per un racconto d’infanzia di papà Saverio, per passeggiate in solitudine o per le riprese di un film, che colpiscono Fabietto al punto da indicargli la strada per il suo futuro. Quel percorso gli sarà più chiaro la notte dell’incontro con il regista Capuano, con cui avrà una illuminante conversazione presso Villa d’Abro a Posillipo, dimora neoromanica costruita dall’architetto Alfonso Guerra nel 1870.
Napoli resta il centro della vita di Fabietto, ma alcune scene lo portano anche fuori città. La villa di Agerola dove tutti i parenti attendono l’arrivo della sorella di Saverio con il suo nuovo fidanzato è Villa Giusso Astapiana, ex masseria che si trova in realtà nel comune di Vico Equense e che domina da un’altezza di 400m la penisola sorrentina. Gli scorci successivi riprendono l’Area marina protetta di Punta Campanella: la famiglia fa una gita in barca nell’area di Massa Lubrense e sosta per un bagno nei pressi dell’isolotto Isca, che fu di proprietà di Eduardo De Filippo, citato da Saverio Schisa mentre fa una plateale dichiarazione d’amore a sua moglie Maria (Teresa Saponangelo); poco dopo, mentre tutti in barca ammirano attoniti le nudità di zia Patrizia, Fabietto assiste all’inseguimento di alcuni contrabbandieri. La famiglia al completo sbarca nel porto di Cetara, dove Fabietto rivede nuovamente Armando, uno dei contrabbandieri, che diverrà in seguito suo amico.
Capri, con una insolita piazzetta deserta, è la destinazione di una folle notte di Fabio e Armando, iniziata al porto di Napoli con una rissa pretestuosa, una fuga in motorino e una traversata in motoscafo durante la quale la città torna a splendere dal mare ma stavolta in notturna. La nottata finisce in costiera amalfitana, a Conca dei Marini, dove Fabio e Armando suggellano la loro amicizia con un bagno presso la suggestiva grotta dello Smeraldo. Stromboli, isola dell’arcipelago delle Eolie, accoglie con il suo vulcano fumante e la sabbia scura le vacanze di Fabietto e il fratello Marchino.
Le scene di Roccaraso, dove i genitori di Fabietto hanno acquistato la casa in montagna, sono girate effettivamente nella cittadina dell’aquilano e nella vicina Castel di Sangro.
“La realtà non mi piace più. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare il cinema”.
Fabietto Schisa
Esattamente 20 anni dopo il debutto alla regia con L’uomo in più, Paolo Sorrentino torna nella sua città natale per ambientarvi una storia personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita ispirato alla sua stessa vita. Nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta Fabietto Schisa (Filippo Scotti) vive alcuni eventi che gli cambiano la vita: l’arrivo in città, acclamato come un dio, della leggenda del calcio Diego Armando Maradona e un drammatico incidente che coinvolge la sua famiglia.
Ed è proprio una citazione dell’idolo della città "Ho fatto quello che ho potuto, non credo di essere andato così male" ad aprire il film, mentre una ripresa a pelo d’acqua dal golfo inquadra di giorno la città partenopea che quasi si specchia nella baia: Castel dell’Ovo a destra, lentamente scompare per fare posto alla riviera di Chiaia e al lungomare di via Caracciolo, dove sta transitando un’auto d’epoca.
È notte nella scena successiva. In una piazza del Plebiscito gremita di macchine parcheggiate proprio come era d’uso negli anni Ottanta, Patrizia (Luisa Ranieri) accetta un passaggio da “San Gennaro”. Il cortile di Palazzo Zapata, dove la condurrà pochi minuti dopo per mostrarle il munaciello, monaco bambino della tradizione partenopea che promette di risolvere tutti i suoi problemi, si trova a pochi metri di distanza, nell’adiacente piazza Trieste e Trento. Tuttavia il salone nel quale Patrizia viene introdotta è uno degli ambienti della settecentesca Villa del Cardinale, una delle ville del “Miglio d’Oro” situata a Torre del Greco. A rendere suggestiva la scena, al centro di questo spazio adornato con marmi e stucchi pregiati danneggiati dal terremoto del 1980, si nota un enorme lampadario di cristallo poggiato rovinosamente sul pavimento.
Il mondo di Fabietto è la sua famiglia allegra e piena di voglia di vivere nonostante i problemi: la loro armonia è tutta in una scena, sulla panoramica via Francesco Petrarca, quando padre, madre e figlio raggiungono di notte la casa di zia Patrizia in motorino in tre, sorridenti, abbracciati, col vento in faccia e il mare a fare da scenografia. Il papà Saverio (Toni Servillo) lavora al banco di Napoli e una scena ne inquadra la sede storica di via Toledo. Il set della casa della famiglia Schisa è un appartamento in via San Domenico, al Vomero, nello stesso edificio in cui viveva il regista, ma al piano superiore.
Il calcio a Napoli è Maradona, capace di paralizzare la città e di riunire parenti e amici anche quando non è la squadra di casa o la nazionale italiana a giocare. al Vomero si trova anche l’appartamento dove la famiglia è riunita a guardare quell’Argentina Inghilterra del gol di mano durante il mondiale del 1986 che dà il titolo all’intero film: la mano di Dio. L’ex Stadio San Paolo, oggi intitolato proprio all’indimenticato idolo calcistico della città scomparso nel 2020 – riportato con la computer grafica a come era negli anni Ottanta – va annoverato senza dubbio tra le location più significative del film, assieme allo stadio Collana.
La galleria Umberto I ritorna spesso: per un racconto d’infanzia di papà Saverio, per passeggiate in solitudine o per le riprese di un film, che colpiscono Fabietto al punto da indicargli la strada per il suo futuro. Quel percorso gli sarà più chiaro la notte dell’incontro con il regista Capuano, con cui avrà una illuminante conversazione presso Villa d’Abro a Posillipo, dimora neoromanica costruita dall’architetto Alfonso Guerra nel 1870.
Napoli resta il centro della vita di Fabietto, ma alcune scene lo portano anche fuori città. La villa di Agerola dove tutti i parenti attendono l’arrivo della sorella di Saverio con il suo nuovo fidanzato è Villa Giusso Astapiana, ex masseria che si trova in realtà nel comune di Vico Equense e che domina da un’altezza di 400m la penisola sorrentina. Gli scorci successivi riprendono l’Area marina protetta di Punta Campanella: la famiglia fa una gita in barca nell’area di Massa Lubrense e sosta per un bagno nei pressi dell’isolotto Isca, che fu di proprietà di Eduardo De Filippo, citato da Saverio Schisa mentre fa una plateale dichiarazione d’amore a sua moglie Maria (Teresa Saponangelo); poco dopo, mentre tutti in barca ammirano attoniti le nudità di zia Patrizia, Fabietto assiste all’inseguimento di alcuni contrabbandieri. La famiglia al completo sbarca nel porto di Cetara, dove Fabietto rivede nuovamente Armando, uno dei contrabbandieri, che diverrà in seguito suo amico.
Capri, con una insolita piazzetta deserta, è la destinazione di una folle notte di Fabio e Armando, iniziata al porto di Napoli con una rissa pretestuosa, una fuga in motorino e una traversata in motoscafo durante la quale la città torna a splendere dal mare ma stavolta in notturna. La nottata finisce in costiera amalfitana, a Conca dei Marini, dove Fabio e Armando suggellano la loro amicizia con un bagno presso la suggestiva grotta dello Smeraldo. Stromboli, isola dell’arcipelago delle Eolie, accoglie con il suo vulcano fumante e la sabbia scura le vacanze di Fabietto e il fratello Marchino.
Le scene di Roccaraso, dove i genitori di Fabietto hanno acquistato la casa in montagna, sono girate effettivamente nella cittadina dell’aquilano e nella vicina Castel di Sangro.
Mostra del Cinema di Venezia 2021: Gran premio della giuria a Paolo Sorrentino – Premio Marcello Mastroianni a Filippo Scotti / David di Donatello 2022: Miglior film – Miglior regista a Paolo Sorrentino – Miglior attrice non protagonista a Teresa Saponangelo – Migliore autore della fotografia a Daria D'Amico – David Giovani / Nastri D'Argento 2022: Miglior Film – Miglior attrice protagonista a Teresa Saponangelo – Miglior Attrice non Protagonista a Luisa Ranieri – Migliore Fotografia a Daria D’Antonio – Migliore Casting Director a Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni - Guglielmo Biraghi Award a Filippo Scotti
Nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta, il diciassettenne Fabietto Schisa, un ragazzo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, vive alcuni eventi che gli cambiano la vita: l’arrivo in città della leggenda del calcio Diego Armando Maradona e un drammatico incidente che coinvolge la sua famiglia.