Il contadino lombardo Tunin vive in una cascina del Nord Italia: la palude della scena iniziale, in cui viene ucciso un anarchico, si trova infatti a Provaglio d’Iseo (BS). Mandato a Roma per ammazzare Mussolini, entra in contatto con Salomè, una prostituta che lavora in una casa di tolleranza in via Baccina, nel rione Monti a Roma. La donna ha tra i clienti Giacinto Spatoletti, gerarca fascista da cui spera di ottenere informazioni, che accompagna, assieme a Tunin e a Tripolina in una scampagnata a quattro in sidecar tra le campagne dell’Agro Pontino.
La maggior parte del film è girato tra Roma e Sabaudia (LT), senza che le due città vengano distinte. Il sidecar attraversa il centro di quest’ultima, che fu costruita proprio dal regime fascista negli anni Trenta, passando accanto alla Chiesa dell’Annunziata e alla Torre Littoria (oggi Torre Civica), che si trova in Piazza del Comune.
Durante la notte, Spatoletti e Tunin girano per il centro storico di Roma e si ritrovano in Piazza del Campidoglio dove il fascista saluta la statua di Marco Aurelio e si accomoda “tra le braccia del Dio Tevere”, ovvero la scultura che l’osservatore vede a destra della vasca antistante la scalea di Palazzo Senatorio.
Il giorno dopo il contadino anarchico si esercita col tiro presso un baracchino situato in Piazza di San Pietro in Montorio, di fronte alla chiesa che dà il nome alla piazza, al Gianicolo, tuttavia l’inquadratura alle spalle di Tunin è quello che si vede dalla Passeggiata del Gianicolo, distante qualche centinaio di metri.
Al “casotto” un cliente si sente male. Tocca a Tunin e Salomè liberarsi dell’uomo, che viene lasciato tra le rovine del Foro Romano nei pressi del Tempio di Saturno. La ricompensa per il lavoro fatto consiste in due giorni con l’amata Tripolina, nel corso dei quali i due si concedono un gelato in Viale del Belvedere al Pincio.
Il contadino lombardo Tunin vive in una cascina del Nord Italia: la palude della scena iniziale, in cui viene ucciso un anarchico, si trova infatti a Provaglio d’Iseo (BS). Mandato a Roma per ammazzare Mussolini, entra in contatto con Salomè, una prostituta che lavora in una casa di tolleranza in via Baccina, nel rione Monti a Roma. La donna ha tra i clienti Giacinto Spatoletti, gerarca fascista da cui spera di ottenere informazioni, che accompagna, assieme a Tunin e a Tripolina in una scampagnata a quattro in sidecar tra le campagne dell’Agro Pontino.
La maggior parte del film è girato tra Roma e Sabaudia (LT), senza che le due città vengano distinte. Il sidecar attraversa il centro di quest’ultima, che fu costruita proprio dal regime fascista negli anni Trenta, passando accanto alla Chiesa dell’Annunziata e alla Torre Littoria (oggi Torre Civica), che si trova in Piazza del Comune.
Durante la notte, Spatoletti e Tunin girano per il centro storico di Roma e si ritrovano in Piazza del Campidoglio dove il fascista saluta la statua di Marco Aurelio e si accomoda “tra le braccia del Dio Tevere”, ovvero la scultura che l’osservatore vede a destra della vasca antistante la scalea di Palazzo Senatorio.
Il giorno dopo il contadino anarchico si esercita col tiro presso un baracchino situato in Piazza di San Pietro in Montorio, di fronte alla chiesa che dà il nome alla piazza, al Gianicolo, tuttavia l’inquadratura alle spalle di Tunin è quello che si vede dalla Passeggiata del Gianicolo, distante qualche centinaio di metri.
Al “casotto” un cliente si sente male. Tocca a Tunin e Salomè liberarsi dell’uomo, che viene lasciato tra le rovine del Foro Romano nei pressi del Tempio di Saturno. La ricompensa per il lavoro fatto consiste in due giorni con l’amata Tripolina, nel corso dei quali i due si concedono un gelato in Viale del Belvedere al Pincio.
Euro International Films, Labrador Films
A seguito dell’assassinio di un amico anarchico ad opera dei Fascisti, il contadino lombardo Antonio Soffiantini detto Tunin si reca a Roma in un bordello e complotta, assieme alla prostituta Salomè, di assassinare Mussolini.