Rapiniamo il duce è un film di guerra che racconta una storia in parte vera, in parte no. La parte vera riguarda il tesoro di Mussolini, che è veramente esistito ma non si ha certezza storica su dove sia finito. A questa storia ne è stata aggiunta una immaginaria, in cui un gruppo di spiantati, ladri con l’unico scopo di sopravvivere alla miseria della guerra, decidono di cimentarsi in un’impresa folle: rubare quell’immenso tesoro.
Il film è ambientato a Milano nell’aprile del 1945 a pochi giorni dalla fine della seconda guerra mondiale: la città è ormai ridotta ad un cumulo di macerie. Proprio per dare luogo a queste esigenze, alle guglie del duomo del capoluogo lombardo si sovrappongono immagini di altre città: a trasformarsi in Milano è stata soprattutto Trieste, dove tra gli hangar e i magazzini del porto vecchio e Palazzo Carciotti è stata ricostruita la “zona nera”. ovvero il luogo inaccessibile dove la banda organizza l’improbabile furto con tanto di finto allarme antiaereo e bombardamento. Tra i palazzi semidistrutti della Milano bellica anche l’amideria Chiozza di Perteole di Ruda (UD), ex fabbrica di estrazione di amido che chiuse i battenti nel 1986 trasformandosi in un esempio di archeologia industriale.
Il film è stato girato anche per circa quattro settimane a Roma, una a Vignanello, in particolare al castello Ruspoli, in cui la banda si intrufola per rubare dell’esplosivo, una sul monte Soratte. Il regista, in fase di post-produzione, ha poi deciso poi di girare alcune nuove scene a Torino, nel cuore del centro storico tra via Roma, via Cavour, via Dei Mille, via Po, via Andrea Doria, la Cavallerizza Reale e la zona intorno a piazza Castello.
Il Friuli, dove la troupe ha girato invece un totale di 5 settimane, torna nelle suggestive scene finali, a cui fa da sfondo lo scenario incontaminato dei laghi di Fusine nel comune di Tarvisio (UD).
Rapiniamo il duce è un film di guerra che racconta una storia in parte vera, in parte no. La parte vera riguarda il tesoro di Mussolini, che è veramente esistito ma non si ha certezza storica su dove sia finito. A questa storia ne è stata aggiunta una immaginaria, in cui un gruppo di spiantati, ladri con l’unico scopo di sopravvivere alla miseria della guerra, decidono di cimentarsi in un’impresa folle: rubare quell’immenso tesoro.
Il film è ambientato a Milano nell’aprile del 1945 a pochi giorni dalla fine della seconda guerra mondiale: la città è ormai ridotta ad un cumulo di macerie. Proprio per dare luogo a queste esigenze, alle guglie del duomo del capoluogo lombardo si sovrappongono immagini di altre città: a trasformarsi in Milano è stata soprattutto Trieste, dove tra gli hangar e i magazzini del porto vecchio e Palazzo Carciotti è stata ricostruita la “zona nera”. ovvero il luogo inaccessibile dove la banda organizza l’improbabile furto con tanto di finto allarme antiaereo e bombardamento. Tra i palazzi semidistrutti della Milano bellica anche l’amideria Chiozza di Perteole di Ruda (UD), ex fabbrica di estrazione di amido che chiuse i battenti nel 1986 trasformandosi in un esempio di archeologia industriale.
Il film è stato girato anche per circa quattro settimane a Roma, una a Vignanello, in particolare al castello Ruspoli, in cui la banda si intrufola per rubare dell’esplosivo, una sul monte Soratte. Il regista, in fase di post-produzione, ha poi deciso poi di girare alcune nuove scene a Torino, nel cuore del centro storico tra via Roma, via Cavour, via Dei Mille, via Po, via Andrea Doria, la Cavallerizza Reale e la zona intorno a piazza Castello.
Il Friuli, dove la troupe ha girato invece un totale di 5 settimane, torna nelle suggestive scene finali, a cui fa da sfondo lo scenario incontaminato dei laghi di Fusine nel comune di Tarvisio (UD).
Nell'aprile 1945, in una Milano in macerie a causa della guerra, Isola sopravvive grazie al mercato nero ed è innamorato di Yvonne, cantante del Cabiria, su cui ha messo gli occhi anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, disposto a tutto pur di averla. Quando Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano, nella “zona nera”, in attesa di fuggire per la Svizzera, decidono di organizzare il colpo più ambizioso della Storia: una rapina al Duce.