Quasi totalmente girata a Milano, Blocco 181 è una crime story che contiene un triangolo passionale. Un racconto di emancipazione sentimentale, familiare, sessuale e criminale, ambientato in una Milano le cui torride periferie sono terreno di conquista per bande in guerra per il potere, sullo sfondo del cosiddetto “Blocco”, un imponente complesso edilizio ai margini della città, ricostruito sullo schermo mettendo insieme palazzoni e strade provenienti da diversi quartieri della periferia milanese, nella realtà anche parecchio distanti tra loro, a partire dal quartiere Barona, situato nella periferia Sud-Ovest di Milano, all'interno del sesto Municipio. Naturalmente non mancano le scene girate in carcere, di cui si riconosce la casa circondariale San Vittore.
Quella che si vede sullo schermo non è la Milano della moda e della finanza, più spesso rappresentata al cinema, ma una Milano dalle periferie che bruciano, poco associata all’immagine che comunemente si ha della città. Sono oltre cento, tra ambienti interni ed esterni, le location milanesi utilizzate; ma quelle che appaiono in Blocco 181 sono immagini di una periferia e di un centro “ideali”, volutamente rappresentati in modo da non essere del tutto riconoscibili. Un collage verosimile di zone differenti, in cui, ad esempio, in alcune inquadrature Centro e Periferia appaiono più vicine geograficamente di quanto siano nella realtà.
“Una città la cui geografia è stravolta ma coerente, geometrica e aggraziata nello stesso tempo, una città priva di punti di riferimento che non siano quelli strettamente ancorati alla storia ed alle vite dei personaggi che della serie sono i protagonisti”, come sottolinea uno dei location manager, Marco Bergamaschi. “Una Milano che si muove, brulicante di genti diverse, ciascuna con la propria cultura ed il proprio background, uscendo così dalla trappola di 'città cartolina' che spesso si è vista in passato. Il risultato di questo intenso lavoro è che il tessuto urbano non rappresenta un mero sfondo rispetto alle vicende narrate, bensì viene amalgamato ad esse, fornendo spunti per diversi piani di lettura su diversi livelli”.
Tra le altre location utilizzate, anche per ricostruire alcuni scorci della Milano di periferia, troviamo la città di Genova.
Quasi totalmente girata a Milano, Blocco 181 è una crime story che contiene un triangolo passionale. Un racconto di emancipazione sentimentale, familiare, sessuale e criminale, ambientato in una Milano le cui torride periferie sono terreno di conquista per bande in guerra per il potere, sullo sfondo del cosiddetto “Blocco”, un imponente complesso edilizio ai margini della città, ricostruito sullo schermo mettendo insieme palazzoni e strade provenienti da diversi quartieri della periferia milanese, nella realtà anche parecchio distanti tra loro, a partire dal quartiere Barona, situato nella periferia Sud-Ovest di Milano, all'interno del sesto Municipio. Naturalmente non mancano le scene girate in carcere, di cui si riconosce la casa circondariale San Vittore.
Quella che si vede sullo schermo non è la Milano della moda e della finanza, più spesso rappresentata al cinema, ma una Milano dalle periferie che bruciano, poco associata all’immagine che comunemente si ha della città. Sono oltre cento, tra ambienti interni ed esterni, le location milanesi utilizzate; ma quelle che appaiono in Blocco 181 sono immagini di una periferia e di un centro “ideali”, volutamente rappresentati in modo da non essere del tutto riconoscibili. Un collage verosimile di zone differenti, in cui, ad esempio, in alcune inquadrature Centro e Periferia appaiono più vicine geograficamente di quanto siano nella realtà.
“Una città la cui geografia è stravolta ma coerente, geometrica e aggraziata nello stesso tempo, una città priva di punti di riferimento che non siano quelli strettamente ancorati alla storia ed alle vite dei personaggi che della serie sono i protagonisti”, come sottolinea uno dei location manager, Marco Bergamaschi. “Una Milano che si muove, brulicante di genti diverse, ciascuna con la propria cultura ed il proprio background, uscendo così dalla trappola di 'città cartolina' che spesso si è vista in passato. Il risultato di questo intenso lavoro è che il tessuto urbano non rappresenta un mero sfondo rispetto alle vicende narrate, bensì viene amalgamato ad esse, fornendo spunti per diversi piani di lettura su diversi livelli”.
Tra le altre location utilizzate, anche per ricostruire alcuni scorci della Milano di periferia, troviamo la città di Genova.
Il Blocco 181 è quello che Milano non dà a vedere. Un fazzoletto di periferia abbarbicato su un alveare di appartamenti abusivi e terreno quotidiano di sguardi truci e sospetti. Da un lato ci sono i ragazzi del Blocco, che proteggono lo spaccio organizzato di cocaina. Dall’altro lato i pandilleros della Misa, tatuati, famelici e pronti a dare la vita per la loro gang. Tra pistole e colpi di machete si fa spazio però un triangolo d'amore intimo e passionale. Ci sono Bea, sensuale e indomita pandillera, Ludo, borghese festaiolo dalla faccia pulita e Mahdi, tenebroso e protettivo ragazzo del Blocco. La loro relazione è sesso, amicizia e appartenenza reciproca a una nuova famiglia. Quella che li porterà a scalare insieme le gerarchie del sistema criminale, lungo lo scontro tra Blocco e latinos.