“Solo la mia città ha ancora un minimo senso con quell’apertura alata a mare, sterminata. Ti dà la sensazione che se vuoi puoi fuggire. Poi non fuggi mai”
Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione
Un misterioso funerale si sta svolgendo nella Chiesa di Santa Maria della Sanità a Napoli: un personaggio talmente importante che anche la televisione arriva a rendergli omaggio.
La storia inizia così, quasi dalla fine, per poi ripartire da capo, e Napoli, con il Vesuvio sempre sullo sfondo, è presente bellissima e contraddittoria fin dal primo fotogramma. Anche quando le riprese avvengono al largo, dove Ciro cerca di mettere in salvo Fatima, rivelandoci il lungomare, Posillipo e quella perla che è Castel dell’Ovo.
Una gita turistica alle Vele di Scampia con tanto di scippo in diretta, esempio di un cineturismo estremo sulle orme degli antieroi di Gomorra (the ultimate touristic experience), rappresenta una delle tante parodie dei cliché napoletani che i Manetti Bros. hanno inserito nel film.
Quello tra Ciro e Fatima è un amore mai sopito, basta un incontro casuale, faccia a faccia, dopo anni di distanza, per risvegliarlo all’istante. Fatima ricorda, sulle note di What a Feeling, indimenticabile colonna sonora di Flashdance rivisitata in chiave napoletana, la loro adolescenza a Torre Annunziata e il momento in cui lui sparisce senza darle alcuna spiegazione per legarsi alla camorra. Uno dei ricordi di Fatima ci porta sulla cosiddetta “rampa del porto”. Come sfondo, i murales realizzati qualche anno fa nell’ambito del progetto JA volto alla riqualificazione delle rampe del porto cittadino e delle loro peculiarità urbanistiche e paesaggistiche.
Ma l'ammore o'vero nasce 'na vota e nun more maje, e la lotta senza quartiere a colpi di musica e pallottole ci fa scoprire i volti nascosti della città partenopea, dal rione Sanità alle calette nascoste della costiera: uno di questi è il cimitero delle Fontanelle, macabro rifugio di un Rosario deluso dall’amico Ciro e in cerca di vendetta.
Un cammeo di Pino Mauro, signore della sceneggiata napoletana, che canta su un trono alle spalle della Basilica Reale Pontificia di San Francesco da Paola ci porta nella centralissima piazza Plebiscito.
Il finale è alla villa di Don Vincenzo, arroccata sulla spiaggetta di Trentaremi (utilizzata solo per le panoramiche e sostituita da quella di Acquamorta che si affaccia su Procida. Proprio sulla spiaggia piccola tra Acquamorta e San Martino, situata in una delle insenature di Monte di Procida, che guarda all’Isola di Procida, si compie l’epilogo del film.
“Solo la mia città ha ancora un minimo senso con quell’apertura alata a mare, sterminata. Ti dà la sensazione che se vuoi puoi fuggire. Poi non fuggi mai”
Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione
Un misterioso funerale si sta svolgendo nella Chiesa di Santa Maria della Sanità a Napoli: un personaggio talmente importante che anche la televisione arriva a rendergli omaggio.
La storia inizia così, quasi dalla fine, per poi ripartire da capo, e Napoli, con il Vesuvio sempre sullo sfondo, è presente bellissima e contraddittoria fin dal primo fotogramma. Anche quando le riprese avvengono al largo, dove Ciro cerca di mettere in salvo Fatima, rivelandoci il lungomare, Posillipo e quella perla che è Castel dell’Ovo.
Una gita turistica alle Vele di Scampia con tanto di scippo in diretta, esempio di un cineturismo estremo sulle orme degli antieroi di Gomorra (the ultimate touristic experience), rappresenta una delle tante parodie dei cliché napoletani che i Manetti Bros. hanno inserito nel film.
Quello tra Ciro e Fatima è un amore mai sopito, basta un incontro casuale, faccia a faccia, dopo anni di distanza, per risvegliarlo all’istante. Fatima ricorda, sulle note di What a Feeling, indimenticabile colonna sonora di Flashdance rivisitata in chiave napoletana, la loro adolescenza a Torre Annunziata e il momento in cui lui sparisce senza darle alcuna spiegazione per legarsi alla camorra. Uno dei ricordi di Fatima ci porta sulla cosiddetta “rampa del porto”. Come sfondo, i murales realizzati qualche anno fa nell’ambito del progetto JA volto alla riqualificazione delle rampe del porto cittadino e delle loro peculiarità urbanistiche e paesaggistiche.
Ma l'ammore o'vero nasce 'na vota e nun more maje, e la lotta senza quartiere a colpi di musica e pallottole ci fa scoprire i volti nascosti della città partenopea, dal rione Sanità alle calette nascoste della costiera: uno di questi è il cimitero delle Fontanelle, macabro rifugio di un Rosario deluso dall’amico Ciro e in cerca di vendetta.
Un cammeo di Pino Mauro, signore della sceneggiata napoletana, che canta su un trono alle spalle della Basilica Reale Pontificia di San Francesco da Paola ci porta nella centralissima piazza Plebiscito.
Il finale è alla villa di Don Vincenzo, arroccata sulla spiaggetta di Trentaremi (utilizzata solo per le panoramiche e sostituita da quella di Acquamorta che si affaccia su Procida. Proprio sulla spiaggia piccola tra Acquamorta e San Martino, situata in una delle insenature di Monte di Procida, che guarda all’Isola di Procida, si compie l’epilogo del film.
Madeleine, Manetti Bros. Film, Rai Cinema
Nastro d'argento 2018: Migliore colonna sonora a Pivio e Aldo De Scalzi — Migliore canzone originale per Bang Bang / David di Donatello 2018: Miglior film a Carlo Macchitella e Manetti Bros. — Migliore attrice non protagonista a Claudia Gerini — Migliori costumi a Daniela Salernitano — Miglior musicista a Pivio e Aldo De Scalzi — Miglior canzone originale a Pivio e Aldo De Scalzi e Serena Rossi e Franco Ricciardi e Giampaolo Morelli per Bang Bang / Ciak d'oro 2018: Miglior regista a Manetti Bros. — Migliore attrice non protagonista a Claudia Gerini — Miglior colonna sonora a Pivio e Aldo De Scalzi — Miglior canzone originale a Pivio e Aldo De Scalzi e Serena Rossi e Franco Ricciardi per Bang Bang — Ciak d’oro Colpo di fulmine femminile a Serena Rossi / Globo d'oro 2018: Migliore commedia ai Manetti Bros / Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia 2017: Premio Pasinetti al Miglior Film — Premio Pasinetti ai migliori attori per il cast
Ciro e Fatima si rincontrano per caso. Lui è il sicario di un boss di camorra, lei si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato.