L’anima in pace, opera seconda di Ciro Formisano, è ambientato a Roma nel periodo del lockdown, quando gli abitanti erano confinati nei loro appartamenti. Il lavoro di Dora (Livia Antonelli) è quello di consegnare la spesa per conto di un supermercato. La sua prospettiva è dunque quella dei portoni, gli atri dei palazzi, gli ascensori, le porte di ingresso degli appartamenti da cui è possibile sbirciare il tempo necessario di posare le casse di acqua le altre buste di plastica colme e, a chi la richiede, una dose di droga per conto di Yuri (Antonio Digirolamo).
Vive assieme alla madre (Donatella Finocchiaro) a casa della zia, in un quartiere periferico della capitale. La città è deserta ma allo stesso tempo riconoscibile da alcuni fotogrammi che ne mostrano i monumenti e le zone più iconiche, come via della Conciliazione o il palazzo di giustizia di piazza Cavour, anche conosciuto come il “palazzaccio”, piazza del Popolo con le chiese gemelle che introducono via del Corso, piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti, il Tevere con i suoi ponti.
Ma è soprattutto la periferia ad essere protagonista, anonima, dove la gente vive come può e sembra non esserci alcuna speranza di cambiare le cose. È proprio qui, nella borgata del Quarticciolo, quadrante est di Roma, e precisamente in via Manduria, che Dora incontra Andrea (Lorenzo Adorni), che le restituisce la speranza di un futuro migliore.
L’anima in pace, opera seconda di Ciro Formisano, è ambientato a Roma nel periodo del lockdown, quando gli abitanti erano confinati nei loro appartamenti. Il lavoro di Dora (Livia Antonelli) è quello di consegnare la spesa per conto di un supermercato. La sua prospettiva è dunque quella dei portoni, gli atri dei palazzi, gli ascensori, le porte di ingresso degli appartamenti da cui è possibile sbirciare il tempo necessario di posare le casse di acqua le altre buste di plastica colme e, a chi la richiede, una dose di droga per conto di Yuri (Antonio Digirolamo).
Vive assieme alla madre (Donatella Finocchiaro) a casa della zia, in un quartiere periferico della capitale. La città è deserta ma allo stesso tempo riconoscibile da alcuni fotogrammi che ne mostrano i monumenti e le zone più iconiche, come via della Conciliazione o il palazzo di giustizia di piazza Cavour, anche conosciuto come il “palazzaccio”, piazza del Popolo con le chiese gemelle che introducono via del Corso, piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti, il Tevere con i suoi ponti.
Ma è soprattutto la periferia ad essere protagonista, anonima, dove la gente vive come può e sembra non esserci alcuna speranza di cambiare le cose. È proprio qui, nella borgata del Quarticciolo, quadrante est di Roma, e precisamente in via Manduria, che Dora incontra Andrea (Lorenzo Adorni), che le restituisce la speranza di un futuro migliore.
TVM Digital Media, Farocinema, Roma Piazza Di Spagna Production
Dora ha 25 anni e un carattere all’apparenza ruvido ed impenetrabile. Lavora portando la spesa a domicilio, un lavoro che le pesa e non è l’unica difficoltà che deve affrontare nella sua vita. La madre, uscita da poco di prigione, è una donna instabile ed inaffidabile e, proprio per la sua inadeguatezza, i suoi fratellini gemelli Massimo e Nunzio sono stati affidati temporaneamente ad un’altra famiglia. Vivono a casa della zia, in un quartiere periferico. Dora cerca di accumulare soldi non solo col suo lavoro ma anche come pusher per Yuri, bello e dannato della zona. I soldi le servono per costruire una nuova vita, per potersi permettere il ritorno dei gemellini, augurandosi che la sentenza imminente possa restituirglieli. La sua vita sembra avere una svolta con l'arrivo di Andrea, un giovane specializzando in medicina che cerca di redimerla, almeno fin quando Yuri non scoprirà il rapporto pulito e sincero dei due.