L'aspetto attuale di Castel Sant'Angelo è il risultato di numerose modifiche attuate nel tempo. Sorto nel II secolo d.C. come Mausoleo di Adriano, a testimonianza dell'ammirazione della cultura orientale dell'imperatore, venne poi inserito all'interno della nuova cerchia di mura voluta da Aureliano (271) e fu trasformato in fortezza. Mantenne questa funzione anche con i pontefici, che lo utilizzarono come residenza e come prigione. La struttura, collegata alla città di Roma attraverso il Ponte Elio (oggi noto come Ponte Sant'Angelo), sin dalla sua origine, fu connessa anche al Palazzo Apostolico con il famoso Passetto di Borgo, voluto da Niccolò III nel 1277.
Oggi la mole si presenta come una fortezza merlata con quattro torrioni angolari che prendono il nome degli evangelisti, e numerosi spazi interni. Tra questi, la Sala Paolina, commissionata da Paolo III Farnese (1534-49) e affrescata dal raffaellesco Perin del Vaga, che si affaccia sul Tevere e sulla città attraverso la loggia sorretta da quattro colonnine. Alla sommità del monumento, invece, spicca l'Arcangelo Michele opera in bronzo dello scultore fiammingo Peter Anton van Verschaffelt (1752), che sostituì la precedente, in marmo, di Raffaello da Montelupo (1544), oggi conservata più in basso nel cosiddetto Cortile dell'Angelo. I due angeli rimandano alla leggenda secondo cui, nel 590, durante la processione organizzata contro la peste, Gregorio Magno vide apparire sopra il mausoleo l'arcangelo nell'atto di rinfoderare la spada, segno della fine dell'epidemia.
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