È sera e mancano pochi minuti al compleanno dei due gemelli Marco e Andrea (entrambi interpretati da Mattia Carrano): il gruppo di amici è riunito in un’affollata piazza della Libertà, tra i luoghi di ritrovo di Latina, dominata al centro dalla fontana del 1934 di Oriolo Frezzotti che raffigura fasci di grano. È così che inizia Prisma, serie Prime Video che entra nelle vite di alcuni adolescenti contemporanei, alle prese con timori, sfide, scoperte e comprensione di sé, che svelano, solo col dipanarsi della trama, le loro unicità.
Marco e Andrea, all’apparenza identici, sono profondamente diversi nelle inquietudini che esprimono. Il loro percorso di crescita coinvolge l'intero gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo fluido e in continuo cambiamento. La condizione che vivono i giovani protagonisti è simile all’effetto di rifrazione di un cristallo a forma di prisma (da qui il titolo della serie): come la luce bianca si scompone nei molti colori così i ragazzi sfuggono all’omologazione, cercando di esprimere le proprie sfaccettate personalità.
Non a caso viene scelta come ambientazione principale Latina che, secondo il regista Ludovico Bessegato, è una delle città italiane meno conosciute e dall’identità più sfuggente. Un territorio pieno di colori, di contrasti, di bellezza e di degrado, di modernità e di nostalgia: "Latina non assomiglia a nessuna altra città italiana. Una provincia piena di spazi, di verde, di natura incontaminata, che contrasta con case popolari brutaliste, villette a schiera, un grattacielo e una centrale nucleare in fase di smantellamento".
Partendo dai colori che danno il titolo agli 8 episodi, la città dell’Agro Pontino fa mostra di sé con tutte le sue sfumature fin dalle prime scene. Marco abbandona il gruppo di amici a piedi e Andrea lo segue in moto, svelando alcuni scorci in notturna: piazzale dei Bonificatori, con il palazzo delle Poste, i portici squadrati del palazzo dell’Intendenza di Finanza, piazza del Popolo, che uno sguardo ampio dall’alto della macchina da presa mostra in tutta la sua armonia fatta dai giardini con al centro la cosiddetta fontana della palla, racchiusi dagli imponenti palazzi razionalisti. Dopo una serata in un locale, Andrea si stende su una panchina in piazza San Marco, che prende il nome dalla Cattedrale che vi si affaccia e che torna protagonista più avanti per un funerale.
Spostando la visuale dalle piazze storiche, centro della movida cittadina, compaiono le forme contemporanee della torre Pontina, nel centro direzionale, la cui vista panoramica dall’alto stupisce Marco e Carola (Chiara Bordi) alla loro prima uscita insieme, e delle palazzine del quartiere Europa e via Bruxelles; Palazzo M, in piazzale Araldo di Crollolanza, che fa da sfondo ad una telefonata in cui Andrea scopre con delusione che il suo confidente Raffa ha smesso di fare il volontario per LGBTQ+ Help Line; via Duca del Mare da cui si intravede la torre dell’acquedotto; le serre e le terre coltivate appena fuori dalle aree urbane. Dismessa da oltre 30 anni, compare anche la centrale nucleare più vecchia d’Italia, situata nella frazione di Borgo Sabotino: i Klan Bruxelles, il gruppo di Daniele (Lorenzo Zurzolo), girano qui il videoclip del loro singolo.
L’episodio 6 si svolge in parte a Roma: il treno che porta Nina (Caterina Forza) e Andrea nella capitale, dove ascolteranno un reading di poesie, mostra dai finestrini il parco degli Acquedotti. I due ragazzi passano la giornata visitando la Casa Museo Hendrik Andersen, attraversando l’immancabile ponte che porta a Castel Sant’Angelo, passando per San Lorenzo, davanti alla Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans. C’è tempo infine per una veduta aerea di piazza Navona prima di concludere la serata al Muccassassina, una delle serate LGBTQ+ più famose d’Italia che si svolge al Qube, storica discoteca romana, situata in via di Portonaccio.
Presente anche Sabaudia con piazza del Comune e il palazzo delle poste, caratterizzato dalle piastrelle blu che ne rivestono la superficie curva, i cui esterni diventano nella finzione la biblioteca dove lavora Micol (Elena Falvella Capodaglio), i laghi della costa e il litorale di dune sabbiose.
Il Giardino di Ninfa, nel territorio di Cisterna di Latina, è infine al centro di un episodio dell’infanzia di Andrea: affascinato, sin da piccolo dalle Metamorfosi di Ovidio, il ragazzo vorrebbe chiudere un cerchio incontrando in questo luogo magico l’oggetto delle sue inquietudini.
Andrea, Marco, Nina, Carola, Daniele, Micol, Vittorio, Ilo, Jun, Zelia. Li abbiamo lasciati alla fine della prima stagione ormai di fronte all’inevitabilità dei profondi cambiamenti esistenziali che si erano messi in moto all’inizio del racconto.
Nel secondo capitolo della serie young adult di Ludovico Bessegato, i ragazzi di Latina affronteranno amori e desideri, segreti e incomprensioni, e le ulteriori sfumature di quello spettro di colori infinito che l’adolescenza porta con sé verso la scoperta della propria identità. Nessuno di loro può più nascondere il suo amore inaccettabile, il suo talento, il suo desiderio, il suo istinto autodistruttivo, i suoi errori e il suo segreto inconfessabile.
La città dell’Agro Pontino resta il centro del loro mondo con luoghi già visti nella prima stagione e nuovi punti di osservazione: ad esempio la madre di Andrea (Mattia Carrano) lascia i suoi amici in piazza Dante dopo una serata a Roma; ma si riconoscono anche la piscina comunale, il liceo Manzoni, l’hotel Fogliano, il centro commerciale Latina Fiori, l’Istituto comprensivo Giovanni Cena. Set anche nella frazione di Foce Verde, presso il molo di Rio Martino, dove Andrea, in bicicletta, incontra Daniele (Lorenzo Zurzolo)
Torna Sabaudia, con riprese, tra gli altri, sul lago di Paola e sul lungomare a Villa Carola. Alcune suggestive scene, che coinvolgono i resti di una balena spiaggiata, sono state girate a Nettuno, tra le rovine romane di Torre Astura.
È sera e mancano pochi minuti al compleanno dei due gemelli Marco e Andrea (entrambi interpretati da Mattia Carrano): il gruppo di amici è riunito in un’affollata piazza della Libertà, tra i luoghi di ritrovo di Latina, dominata al centro dalla fontana del 1934 di Oriolo Frezzotti che raffigura fasci di grano. È così che inizia Prisma, serie Prime Video che entra nelle vite di alcuni adolescenti contemporanei, alle prese con timori, sfide, scoperte e comprensione di sé, che svelano, solo col dipanarsi della trama, le loro unicità.
Marco e Andrea, all’apparenza identici, sono profondamente diversi nelle inquietudini che esprimono. Il loro percorso di crescita coinvolge l'intero gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo fluido e in continuo cambiamento. La condizione che vivono i giovani protagonisti è simile all’effetto di rifrazione di un cristallo a forma di prisma (da qui il titolo della serie): come la luce bianca si scompone nei molti colori così i ragazzi sfuggono all’omologazione, cercando di esprimere le proprie sfaccettate personalità.
Non a caso viene scelta come ambientazione principale Latina che, secondo il regista Ludovico Bessegato, è una delle città italiane meno conosciute e dall’identità più sfuggente. Un territorio pieno di colori, di contrasti, di bellezza e di degrado, di modernità e di nostalgia: "Latina non assomiglia a nessuna altra città italiana. Una provincia piena di spazi, di verde, di natura incontaminata, che contrasta con case popolari brutaliste, villette a schiera, un grattacielo e una centrale nucleare in fase di smantellamento".
Partendo dai colori che danno il titolo agli 8 episodi, la città dell’Agro Pontino fa mostra di sé con tutte le sue sfumature fin dalle prime scene. Marco abbandona il gruppo di amici a piedi e Andrea lo segue in moto, svelando alcuni scorci in notturna: piazzale dei Bonificatori, con il palazzo delle Poste, i portici squadrati del palazzo dell’Intendenza di Finanza, piazza del Popolo, che uno sguardo ampio dall’alto della macchina da presa mostra in tutta la sua armonia fatta dai giardini con al centro la cosiddetta fontana della palla, racchiusi dagli imponenti palazzi razionalisti. Dopo una serata in un locale, Andrea si stende su una panchina in piazza San Marco, che prende il nome dalla Cattedrale che vi si affaccia e che torna protagonista più avanti per un funerale.
Spostando la visuale dalle piazze storiche, centro della movida cittadina, compaiono le forme contemporanee della torre Pontina, nel centro direzionale, la cui vista panoramica dall’alto stupisce Marco e Carola (Chiara Bordi) alla loro prima uscita insieme, e delle palazzine del quartiere Europa e via Bruxelles; Palazzo M, in piazzale Araldo di Crollolanza, che fa da sfondo ad una telefonata in cui Andrea scopre con delusione che il suo confidente Raffa ha smesso di fare il volontario per LGBTQ+ Help Line; via Duca del Mare da cui si intravede la torre dell’acquedotto; le serre e le terre coltivate appena fuori dalle aree urbane. Dismessa da oltre 30 anni, compare anche la centrale nucleare più vecchia d’Italia, situata nella frazione di Borgo Sabotino: i Klan Bruxelles, il gruppo di Daniele (Lorenzo Zurzolo), girano qui il videoclip del loro singolo.
L’episodio 6 si svolge in parte a Roma: il treno che porta Nina (Caterina Forza) e Andrea nella capitale, dove ascolteranno un reading di poesie, mostra dai finestrini il parco degli Acquedotti. I due ragazzi passano la giornata visitando la Casa Museo Hendrik Andersen, attraversando l’immancabile ponte che porta a Castel Sant’Angelo, passando per San Lorenzo, davanti alla Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans. C’è tempo infine per una veduta aerea di piazza Navona prima di concludere la serata al Muccassassina, una delle serate LGBTQ+ più famose d’Italia che si svolge al Qube, storica discoteca romana, situata in via di Portonaccio.
Presente anche Sabaudia con piazza del Comune e il palazzo delle poste, caratterizzato dalle piastrelle blu che ne rivestono la superficie curva, i cui esterni diventano nella finzione la biblioteca dove lavora Micol (Elena Falvella Capodaglio), i laghi della costa e il litorale di dune sabbiose.
Il Giardino di Ninfa, nel territorio di Cisterna di Latina, è infine al centro di un episodio dell’infanzia di Andrea: affascinato, sin da piccolo dalle Metamorfosi di Ovidio, il ragazzo vorrebbe chiudere un cerchio incontrando in questo luogo magico l’oggetto delle sue inquietudini.
Andrea, Marco, Nina, Carola, Daniele, Micol, Vittorio, Ilo, Jun, Zelia. Li abbiamo lasciati alla fine della prima stagione ormai di fronte all’inevitabilità dei profondi cambiamenti esistenziali che si erano messi in moto all’inizio del racconto.
Nel secondo capitolo della serie young adult di Ludovico Bessegato, i ragazzi di Latina affronteranno amori e desideri, segreti e incomprensioni, e le ulteriori sfumature di quello spettro di colori infinito che l’adolescenza porta con sé verso la scoperta della propria identità. Nessuno di loro può più nascondere il suo amore inaccettabile, il suo talento, il suo desiderio, il suo istinto autodistruttivo, i suoi errori e il suo segreto inconfessabile.
La città dell’Agro Pontino resta il centro del loro mondo con luoghi già visti nella prima stagione e nuovi punti di osservazione: ad esempio la madre di Andrea (Mattia Carrano) lascia i suoi amici in piazza Dante dopo una serata a Roma; ma si riconoscono anche la piscina comunale, il liceo Manzoni, l’hotel Fogliano, il centro commerciale Latina Fiori, l’Istituto comprensivo Giovanni Cena. Set anche nella frazione di Foce Verde, presso il molo di Rio Martino, dove Andrea, in bicicletta, incontra Daniele (Lorenzo Zurzolo)
Torna Sabaudia, con riprese, tra gli altri, sul lago di Paola e sul lungomare a Villa Carola. Alcune suggestive scene, che coinvolgono i resti di una balena spiaggiata, sono state girate a Nettuno, tra le rovine romane di Torre Astura.