Il primo episodio Sicilia, è stato in realtà girato sulla costiera amalfitana: appena sbarcate, le truppe angloamericane chiedono informazioni ai locali riuniti nella Chiesa di San Domenico a Maiori; Carmela si offre di accompagnarli fa la conoscenza di un soldato a guardia della Torre Normanna di Maiori.
Nel secondo episodio ci spostiamo a Napoli, a partire da un operoso porto e l’affollata area attorno al Maschio Angioino. Un ragazzino, Sciuscià, lustra le scarpe in piazza San Domenico Maggiore e sbarca il lunario come può: ad esempio vendendo per 3.000 lire Joe, un militare americano ubriaco, salvo poi trascinarlo con sé in piazza Cavour. Il militare lo segue barcollando e finiscono in via Nuova Marina che nel film è devastata dai bombardamenti e profondamente diversa da quella odierna: vi si riconosce in lontananza la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato che troneggia nella vicina piazza del Mercato. Più avanti Joe, in jeep lungo corso Umberto I, riconosce il ragazzino in un camion e lo riacciuffa per farsi restituire le scarpe rubate. Rinuncerà al proposito dopo aver visto le condizioni in cui vive e andrà via percorrendo via Fedro.
Il cupolone e l’inconfondibile mole di Castel Sant’Angelo introducono Roma. Una folla festante accoglie l’esercito dei liberatori in piazza Venezia. Un soldato conosce Francesca, ma non la riconoscerà sei mesi dopo nella prostituta che proverà ad abbordarlo. All’ombra del Colosseo partirà definitivamente assieme ad altri soldati.
Una veduta di piazza de’ Pitti ci porta a Firenze, dove gli alleati sono in procinto di liberare la città a sud dell'Arno. L’infermiera inglese Harriet sta cercando disperatamente l'uomo che ama tra i partigiani, per questo decide di unirsi ad un uomo, Massimo, per attraversare la città occupata. L’unica via è la Galleria Vasariana, in piazzale degli Uffizi, nella quale i due entrano dopo aver attraversato Ponte Vecchio. Dall’interno si distinguono piazza e Palazzo della Signoria occupato dai tedeschi. Tuttavia quando escono sono a Roma, dove si distingue il porticato sorretto da colonne e pilastri della “casa di Fiammetta”, a pochi passi da piazza Navona. Sempre in piazza Fiammetta si trova il palazzo dove bussano per chiedere rifugio. Nella corsa disperata i due percorrono il Giadino di Boboli, rasentano i palazzi rinascimentali delle vie del centro, il Duomo e il Battistero in una piazza San Giovanni deserta e passano anche per i tetti. Un ferito viene trasportato nell’ampia spianata di via Curtatone. In via Solferino viene ucciso un partigiano.
Sull’Appennino emiliano, siamo al V episodio, tre cappellani militari americani, uno cattolico, uno protestante e uno ebreo, sostano nel convento di Savignano di Romagna, i cui interni sono quelli del convento francescano di Maiori.
L’ultimo episodio, Porto Tolle, si apre con l’immagine drammatica di un cadavere di partigiano trascinato dalla corrente, come i tanti che Rossellini aveva visto trascinati dal Po durante la guerra. Alla foce del Po partigiani ed ex prigionieri americani vivono alla macchia, scontrandosi contro i tedeschi che risalgono il fiume. Nella battaglia combattuta fra le paludi del Polesine non mancano le violente rappresaglie dei nazifascisti contro partigiani e civili. Le riprese del film sono state effettuate a Porto Tolle e nella Sacca di Scardovari.
Il primo episodio Sicilia, è stato in realtà girato sulla costiera amalfitana: appena sbarcate, le truppe angloamericane chiedono informazioni ai locali riuniti nella Chiesa di San Domenico a Maiori; Carmela si offre di accompagnarli fa la conoscenza di un soldato a guardia della Torre Normanna di Maiori.
Nel secondo episodio ci spostiamo a Napoli, a partire da un operoso porto e l’affollata area attorno al Maschio Angioino. Un ragazzino, Sciuscià, lustra le scarpe in piazza San Domenico Maggiore e sbarca il lunario come può: ad esempio vendendo per 3.000 lire Joe, un militare americano ubriaco, salvo poi trascinarlo con sé in piazza Cavour. Il militare lo segue barcollando e finiscono in via Nuova Marina che nel film è devastata dai bombardamenti e profondamente diversa da quella odierna: vi si riconosce in lontananza la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato che troneggia nella vicina piazza del Mercato. Più avanti Joe, in jeep lungo corso Umberto I, riconosce il ragazzino in un camion e lo riacciuffa per farsi restituire le scarpe rubate. Rinuncerà al proposito dopo aver visto le condizioni in cui vive e andrà via percorrendo via Fedro.
Il cupolone e l’inconfondibile mole di Castel Sant’Angelo introducono Roma. Una folla festante accoglie l’esercito dei liberatori in piazza Venezia. Un soldato conosce Francesca, ma non la riconoscerà sei mesi dopo nella prostituta che proverà ad abbordarlo. All’ombra del Colosseo partirà definitivamente assieme ad altri soldati.
Una veduta di piazza de’ Pitti ci porta a Firenze, dove gli alleati sono in procinto di liberare la città a sud dell'Arno. L’infermiera inglese Harriet sta cercando disperatamente l'uomo che ama tra i partigiani, per questo decide di unirsi ad un uomo, Massimo, per attraversare la città occupata. L’unica via è la Galleria Vasariana, in piazzale degli Uffizi, nella quale i due entrano dopo aver attraversato Ponte Vecchio. Dall’interno si distinguono piazza e Palazzo della Signoria occupato dai tedeschi. Tuttavia quando escono sono a Roma, dove si distingue il porticato sorretto da colonne e pilastri della “casa di Fiammetta”, a pochi passi da piazza Navona. Sempre in piazza Fiammetta si trova il palazzo dove bussano per chiedere rifugio. Nella corsa disperata i due percorrono il Giadino di Boboli, rasentano i palazzi rinascimentali delle vie del centro, il Duomo e il Battistero in una piazza San Giovanni deserta e passano anche per i tetti. Un ferito viene trasportato nell’ampia spianata di via Curtatone. In via Solferino viene ucciso un partigiano.
Sull’Appennino emiliano, siamo al V episodio, tre cappellani militari americani, uno cattolico, uno protestante e uno ebreo, sostano nel convento di Savignano di Romagna, i cui interni sono quelli del convento francescano di Maiori.
L’ultimo episodio, Porto Tolle, si apre con l’immagine drammatica di un cadavere di partigiano trascinato dalla corrente, come i tanti che Rossellini aveva visto trascinati dal Po durante la guerra. Alla foce del Po partigiani ed ex prigionieri americani vivono alla macchia, scontrandosi contro i tedeschi che risalgono il fiume. Nella battaglia combattuta fra le paludi del Polesine non mancano le violente rappresaglie dei nazifascisti contro partigiani e civili. Le riprese del film sono state effettuate a Porto Tolle e nella Sacca di Scardovari.
OFI, FFP
Film in 6 episodi – Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino Emiliano, Porto Tolle – che rievocano l'avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia durante la seconda guerra mondiale.