Marino e Marisa si incontrano durante un raduno nazionale di gruppi folcloristici, che, come indica la voce narrante nei titoli di testa, si svolge allo Stadio Olimpico di Roma. È subito colpo di fulmine, tanto che poco dopo Marino accetta un posto da barbiere nel paese di lei, l’immaginaria Sacrofante Marche, che altro non è che Pescocostanzo (AQ), sebbene nelle riprese di questa prima parte del film siano coinvolti anche la piazza del Comune di Ronciglione (VT), ovvero l’ingresso della bottega del barbiere, e Guidonia Montecelio (RM), dove si trovano lo spiazzo in cui il padre di Marisa lavora il marmo e la casa stessa di Marisa. Un’ora di scarpinata nella neve basta a Marino per reincontrare l’amata mentre si sta recando al lavoro con un gruppo di donne (sullo sfondo Rivisondoli – AQ). La fase di corteggiamento dura mesi e, risoltosi con la morte del padre di lei l’unico ostacolo al loro amore, i due sarebbero convolati a nozze se un dubbio fatale non si fosse insinuato nella mente di Marino. Il pentimento tardivo risulterà in una corsa del barbiere verso la stazione, passando per la scalinata della Basilica di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo.
Il resto del film è ambientato a Roma. La lunga ricerca di Marina inizia tra le agenzie di collocamento della capitale, una delle quali ha una finestra che affaccia su piazza Venezia. Altro tentativo per ritrovarla è un annuncio sul Messaggero (gli uffici sono in piazza del Tritone) con appuntamento sotto l’Obelisco di Axum, che, dal 1937 al 2005 prima di essere restituito all’Etiopia, adornava piazza di Porta Capena di fronte al Circo Massimo. Ancora, Marino, coi pochi gettoni rimastigli, telefona al paese per chiedere se si hanno notizie di Marisa da una cabina di piazza Marconi all’Eur. Vediamo infine l'uomo camminare da solo durante la notte di Capodanno in piazza Adis Abeba: il giorno dopo tenterà un gesto maldestro, gettandosi nel Tevere da Ponte Cavour. Reincontrerà Marisa in ospedale, ma lei nel frattempo si è sposata con Umberto, simpatico sordomuto che ordina il caffè fischiando ed ha uno zio Cappuccino (li vediamo in una scena camminare insieme verso un bar in Campo de’ Fiori). Rassegnato, Marino decide di tornare al paese ma alla fermata del bus, in piazza San Giovanni Bosco (quartiere Tuscolano), viene raggiunto da Marina. La corsa disperata dei due in un taxi tra il traffico di Roma li porta in piazza Farnese, l’esterno di casa di Umberto si trova sopra la Chiesa di Santa Brigida. Il matrimonio del finale si svolge all’interno della Chiesa di Santa Maria in Celsano a Santa Maria di Galeria, nella campagna a nord della capitale.
Marino e Marisa si incontrano durante un raduno nazionale di gruppi folcloristici, che, come indica la voce narrante nei titoli di testa, si svolge allo Stadio Olimpico di Roma. È subito colpo di fulmine, tanto che poco dopo Marino accetta un posto da barbiere nel paese di lei, l’immaginaria Sacrofante Marche, che altro non è che Pescocostanzo (AQ), sebbene nelle riprese di questa prima parte del film siano coinvolti anche la piazza del Comune di Ronciglione (VT), ovvero l’ingresso della bottega del barbiere, e Guidonia Montecelio (RM), dove si trovano lo spiazzo in cui il padre di Marisa lavora il marmo e la casa stessa di Marisa. Un’ora di scarpinata nella neve basta a Marino per reincontrare l’amata mentre si sta recando al lavoro con un gruppo di donne (sullo sfondo Rivisondoli – AQ). La fase di corteggiamento dura mesi e, risoltosi con la morte del padre di lei l’unico ostacolo al loro amore, i due sarebbero convolati a nozze se un dubbio fatale non si fosse insinuato nella mente di Marino. Il pentimento tardivo risulterà in una corsa del barbiere verso la stazione, passando per la scalinata della Basilica di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo.
Il resto del film è ambientato a Roma. La lunga ricerca di Marina inizia tra le agenzie di collocamento della capitale, una delle quali ha una finestra che affaccia su piazza Venezia. Altro tentativo per ritrovarla è un annuncio sul Messaggero (gli uffici sono in piazza del Tritone) con appuntamento sotto l’Obelisco di Axum, che, dal 1937 al 2005 prima di essere restituito all’Etiopia, adornava piazza di Porta Capena di fronte al Circo Massimo. Ancora, Marino, coi pochi gettoni rimastigli, telefona al paese per chiedere se si hanno notizie di Marisa da una cabina di piazza Marconi all’Eur. Vediamo infine l'uomo camminare da solo durante la notte di Capodanno in piazza Adis Abeba: il giorno dopo tenterà un gesto maldestro, gettandosi nel Tevere da Ponte Cavour. Reincontrerà Marisa in ospedale, ma lei nel frattempo si è sposata con Umberto, simpatico sordomuto che ordina il caffè fischiando ed ha uno zio Cappuccino (li vediamo in una scena camminare insieme verso un bar in Campo de’ Fiori). Rassegnato, Marino decide di tornare al paese ma alla fermata del bus, in piazza San Giovanni Bosco (quartiere Tuscolano), viene raggiunto da Marina. La corsa disperata dei due in un taxi tra il traffico di Roma li porta in piazza Farnese, l’esterno di casa di Umberto si trova sopra la Chiesa di Santa Brigida. Il matrimonio del finale si svolge all’interno della Chiesa di Santa Maria in Celsano a Santa Maria di Galeria, nella campagna a nord della capitale.
Fida Cinematografica, Les Productions Jacques Roitfeld
Un fraintendimento dettato da malelingue allontana il barbiere di Alatri Marino Balestrini e l'operaia marchigiana Marisa Di Giovanni poco prima del matrimonio. Dopo mesi di ricerche vane a Roma, Marino tenta un gesto estremo e ritrova il suo amore, ma sembra essere troppo tardi.