Venezia, 27 maggio 1866. La contessa Lidia Serpieri è al Teatro La Fenice durante una rappresentazione del Trovatore di Giuseppe Verdi. È qui che incontra per la prima volta il tenente dell’esercito austriaco Franz Mahler.
In pensiero per le sorti del cugino, il nobile filoitaliano Roberto Ussoni che è stato arrestato dagli austriaci dopo il diverbio con Mahler, Lidia chiede al marito di intercedere, ma questi non intende far nulla. I Serperi vivono a Palazzo Muti Baglioni edificio privato seicentesco nascosto tra le calli veneziane.
Un nuovo incontro tra i futuri amanti avviene al comando austriaco, dove Lidia si è recata per salutare Roberto, che nel frattempo è stato condannato all’esilio. Lidia, vincendo le iniziali resistenze, passa tutta la notte con il tenente passeggiando per le calli veneziane deserte per il coprifuoco. Il sopraggiungere dell’alba sorprende la coppia lungo le Fondamenta di Cannaregio, dalle quali si accede al Campo del Ghetto Nuovo, piccola isola nel sestiere di Cannaregio collegata da tre ponti, in cui era situato il ghetto ebraico. Davanti ad uno dei tre pozzi al centro del campo Mahler e la Contessa si fermano ancora un po’ a parlare prima di salutarsi.
È l’inizio di una relazione travolgente che durerà fino alla scomparsa di lui e alla conseguente disperazione di lei, che lo cercherà alla Porta Magna dell'Arsenale di Venezia, sul Campo dell'Arsenale su Fondamenta Arsenale. Ora di proprietà dello stato, l'Arsenale si trova nel quartiere Castello, ad est di Piazza San Marco.
L’inizio della guerra porta Lidia e il marito a trasferirsi nella Villa di Aldeno: si tratta in realtà di Villa Godi Malinverni, a Lugo di Vicenza (VI): progettata da Andrea Palladio, che cominciò a lavorarci nel 1537, oggi la costruzione è patrimonio dell'Umanità UNESCO. Gli interni della villa hanno fatto da sfondo a numerose scene della parte centrale del film: la “Sala di Venere” e la “Sala dell'Olimpo” sono state trasformate rispettivamente nella camera da letto e nel boudoir di Livia; nella “Sala dei Cesari” e in quella “delle Muse” si è girata la scena in cui la contessa consegna i soldi al tenente Franz, e il salone centrale è il soggiorno dei Serpieri.
Mentre imperversa la battaglia di Custoza - le scene della battaglia furono girate nella zona di Valeggio sul Mincio (VR), Borghetto di Valeggio sul Mincio (VR), San Giorgio in Salici (Sona VR) - Livia decide di mettersi in viaggio e raggiungere l’amato a Verona per poi scoprirne la natura spregevole. Vi arriva la sera stessa della sconfitta delle truppe italiane. Le scene finali furono in realtà girate nel quartiere romano di Trastevere: l’ingresso di Verona è la Porta Settimiana, all'inizio di via della Lungara, sulla sponda destra del Tevere. Altre scene, furono girate a via Anicia, via Garibaldi (qui la contessa denuncia la diserzione di Franz), vicolo del Leopardo, via dell’Arco de’ Tolomei.
La fucilazione avviene a Castel Sant’angelo.
Alcuni interni furono infine girati negli stabilimenti “Scalera” di Venezia e “Titanus” di Roma.
Venezia, 27 maggio 1866. La contessa Lidia Serpieri è al Teatro La Fenice durante una rappresentazione del Trovatore di Giuseppe Verdi. È qui che incontra per la prima volta il tenente dell’esercito austriaco Franz Mahler.
In pensiero per le sorti del cugino, il nobile filoitaliano Roberto Ussoni che è stato arrestato dagli austriaci dopo il diverbio con Mahler, Lidia chiede al marito di intercedere, ma questi non intende far nulla. I Serperi vivono a Palazzo Muti Baglioni edificio privato seicentesco nascosto tra le calli veneziane.
Un nuovo incontro tra i futuri amanti avviene al comando austriaco, dove Lidia si è recata per salutare Roberto, che nel frattempo è stato condannato all’esilio. Lidia, vincendo le iniziali resistenze, passa tutta la notte con il tenente passeggiando per le calli veneziane deserte per il coprifuoco. Il sopraggiungere dell’alba sorprende la coppia lungo le Fondamenta di Cannaregio, dalle quali si accede al Campo del Ghetto Nuovo, piccola isola nel sestiere di Cannaregio collegata da tre ponti, in cui era situato il ghetto ebraico. Davanti ad uno dei tre pozzi al centro del campo Mahler e la Contessa si fermano ancora un po’ a parlare prima di salutarsi.
È l’inizio di una relazione travolgente che durerà fino alla scomparsa di lui e alla conseguente disperazione di lei, che lo cercherà alla Porta Magna dell'Arsenale di Venezia, sul Campo dell'Arsenale su Fondamenta Arsenale. Ora di proprietà dello stato, l'Arsenale si trova nel quartiere Castello, ad est di Piazza San Marco.
L’inizio della guerra porta Lidia e il marito a trasferirsi nella Villa di Aldeno: si tratta in realtà di Villa Godi Malinverni, a Lugo di Vicenza (VI): progettata da Andrea Palladio, che cominciò a lavorarci nel 1537, oggi la costruzione è patrimonio dell'Umanità UNESCO. Gli interni della villa hanno fatto da sfondo a numerose scene della parte centrale del film: la “Sala di Venere” e la “Sala dell'Olimpo” sono state trasformate rispettivamente nella camera da letto e nel boudoir di Livia; nella “Sala dei Cesari” e in quella “delle Muse” si è girata la scena in cui la contessa consegna i soldi al tenente Franz, e il salone centrale è il soggiorno dei Serpieri.
Mentre imperversa la battaglia di Custoza - le scene della battaglia furono girate nella zona di Valeggio sul Mincio (VR), Borghetto di Valeggio sul Mincio (VR), San Giorgio in Salici (Sona VR) - Livia decide di mettersi in viaggio e raggiungere l’amato a Verona per poi scoprirne la natura spregevole. Vi arriva la sera stessa della sconfitta delle truppe italiane. Le scene finali furono in realtà girate nel quartiere romano di Trastevere: l’ingresso di Verona è la Porta Settimiana, all'inizio di via della Lungara, sulla sponda destra del Tevere. Altre scene, furono girate a via Anicia, via Garibaldi (qui la contessa denuncia la diserzione di Franz), vicolo del Leopardo, via dell’Arco de’ Tolomei.
La fucilazione avviene a Castel Sant’angelo.
Alcuni interni furono infine girati negli stabilimenti “Scalera” di Venezia e “Titanus” di Roma.
Lux Film
Nastro d'Argento postumo 1955 a G. R. Aldo (Aldo Graziati) per la miglior fotografia
Tratto da un omonimo racconto di Camillo Boito. A Venezia, alla vigilia della battaglia di Custoza, la contessa Livia Serpieri, moglie di un filoaustriaco, si innamora del giovane ufficiale austriaco, Franz Mahler. Franz è un individuo equivoco che finge di amare Livia ma in realtà mira solo al suo denaro per pagare un medico e farsi esonerare dal servizio militare.