Nella elegante Torino di fine Ottocento, con la Mole Antonelliana ancora in costruzione, una caparbia quanto orgogliosa Matilda De Angelis è l'avvocata protagonista della serie Netflix La legge di Lidia Poët, che deve lottare per far valere il diritto di svolgere la propria professione, a quei tempi interdetta alle donne.
A introdurre l’ambientazione torinese la maestosa facciata su piazza Carlo Alberto di Palazzo Carignano che riporta immediatamente il calendario indietro al 3 novembre 1883: a pochi passi infatti, si trova il Teatro Regio, ambientazione principale del primo episodio, che tuttavia è sostituito, per le riprese, dal Teatro Alfieri di Asti. Nel tragitto in carrozza verso il carcere Le Nuove, compare piazza San Carlo, una delle più importanti piazze del centro storico cittadino dominata dal monumento equestre di Emanule Filiberto e delimitata a sud-ovest dalle facciate quasi gemelle delle Chiese di Santa Cristina e di San Carlo. Mentre il sinuoso prospetto in mattoni rossi di Palazzo Carignano che affaccia sull’omonima piazza Carignano fornisce gli esterni del tribunale di Torino, gli interni del palazzo di giustizia mescolano insieme gli ambienti dell’ex Curia Maxima di via Corte d’Appello, eccezionalmente messa a disposizione per le riprese, e le aule di Palazzo Falletti Barolo e Palazzo dei Cavalieri. Quest’ultimo ha prestato i suoi interni anche per l’allestimento della redazione della Gazzetta Piemontese, dove lavora come giornalista Jacopo Barberis, il cognato di Lidia (Eduardo Scarpetta).
La centralissima piazza Cavour ha fornito gli spazi per gli esterni di Villa Barberis, la dimora della famiglia Poët, i cui ambienti interni sono stati ricostruiti a Villa San Lorenzo a Racconigi.
La commemorazione funebre della ballerina vittima del primo episodio si celebra presso il cimitero monumentale di Torino. La fabbrica di cioccolato De Santis al centro delle vicende del secondo episodio è in realtà l’ex lanificio Bona, nel comune di Carignano.
Le riprese hanno coinvolto anche la Società Canottieri Armida, sulle rive del Po all’interno del Parco del Valentino, il Castello e la Certosa di Collegno, il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, la Basilica di Superga e il Borgo Cornalese a Villastellone.
I sei episodi della seconda stagione de La legge di Lidia Poët diretti da Matteo Rovere e Letizia Lamartire, a cui si aggiunge Pippo Mezzapesa ripartono da dove si erano interrotti. Lidia (Matilda De Angelis) non ha ancora il permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini, perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico (Pier Luigi Pasino), affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce. Lidia ha chiuso completamente con l’amore, tanto più con Jacopo (Eduardo Scarpetta), responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta di collisione con tutti i Poët. Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere, loro malgrado, un’indagine segreta che li riguarda da vicino, riscoprendo la complicità e il divertimento che li lega da sempre. A dare filo da torcere il nuovo Procuratore del Re, Fourneau (Gianmarco Saurino), un uomo delle istituzioni che inaspettatamente tratta Lidia come sua pari, spingendola a interrogarsi sul rapporto complesso e contraddittorio che ha con i sentimenti, e sul costo della rinuncia personale che sta sostenendo in nome dei suoi ideali. Nei sei nuovi episodi Lidia continuerà a scomporre senza tregua i tasselli di questo mondo costruito dagli uomini per gli uomini, con assoluta genialità, spiazzando l’avversario con intelligenza, ironia e senza mezzi termini, ma non per questo senza mai mettersi in discussione.
A fare da sfondo alle avventure di Lidia una Torino che nuovamente torna indietro nel tempo al tardo XIX secolo: vi si ritrovano location già note della scorsa stagione, come via e piazza Carlo Alberto, con la mole di Palazzo Carignano (il prospetto del palazzo che affaccia su piazza Carignano fornisce gli esterni per il tribunale), l’ex carcere Le Nove, Palazzo dei Cavalieri, redazione della Gazzetta Piemontese, piazza San Carlo.
Si ritrovano poi Palazzo Cisterna, che cede gli spazi alla Procura e agli uffici di Fourneau oltre che all’università, Villa Rignon (nella finzione è Villa Cravero), via Magenta, via della Consolata, la Chiesa di Santa Pelagia. Fuori Torino si ritrovano alcuni scorci di del comune di Carignano, con la Chiesa dello Spirito Santo, Villa Bona (l’abitazione di Jacopo); Agliè, col suo castello ducale, Borgo Cornalese; il lungofiume di Arona (Novara); Villa Malfatti a San Giorgio Canavese.
Nella elegante Torino di fine Ottocento, con la Mole Antonelliana ancora in costruzione, una caparbia quanto orgogliosa Matilda De Angelis è l'avvocata protagonista della serie Netflix La legge di Lidia Poët, che deve lottare per far valere il diritto di svolgere la propria professione, a quei tempi interdetta alle donne.
A introdurre l’ambientazione torinese la maestosa facciata su piazza Carlo Alberto di Palazzo Carignano che riporta immediatamente il calendario indietro al 3 novembre 1883: a pochi passi infatti, si trova il Teatro Regio, ambientazione principale del primo episodio, che tuttavia è sostituito, per le riprese, dal Teatro Alfieri di Asti. Nel tragitto in carrozza verso il carcere Le Nuove, compare piazza San Carlo, una delle più importanti piazze del centro storico cittadino dominata dal monumento equestre di Emanule Filiberto e delimitata a sud-ovest dalle facciate quasi gemelle delle Chiese di Santa Cristina e di San Carlo. Mentre il sinuoso prospetto in mattoni rossi di Palazzo Carignano che affaccia sull’omonima piazza Carignano fornisce gli esterni del tribunale di Torino, gli interni del palazzo di giustizia mescolano insieme gli ambienti dell’ex Curia Maxima di via Corte d’Appello, eccezionalmente messa a disposizione per le riprese, e le aule di Palazzo Falletti Barolo e Palazzo dei Cavalieri. Quest’ultimo ha prestato i suoi interni anche per l’allestimento della redazione della Gazzetta Piemontese, dove lavora come giornalista Jacopo Barberis, il cognato di Lidia (Eduardo Scarpetta).
La centralissima piazza Cavour ha fornito gli spazi per gli esterni di Villa Barberis, la dimora della famiglia Poët, i cui ambienti interni sono stati ricostruiti a Villa San Lorenzo a Racconigi.
La commemorazione funebre della ballerina vittima del primo episodio si celebra presso il cimitero monumentale di Torino. La fabbrica di cioccolato De Santis al centro delle vicende del secondo episodio è in realtà l’ex lanificio Bona, nel comune di Carignano.
Le riprese hanno coinvolto anche la Società Canottieri Armida, sulle rive del Po all’interno del Parco del Valentino, il Castello e la Certosa di Collegno, il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, la Basilica di Superga e il Borgo Cornalese a Villastellone.
I sei episodi della seconda stagione de La legge di Lidia Poët diretti da Matteo Rovere e Letizia Lamartire, a cui si aggiunge Pippo Mezzapesa ripartono da dove si erano interrotti. Lidia (Matilda De Angelis) non ha ancora il permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini, perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico (Pier Luigi Pasino), affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce. Lidia ha chiuso completamente con l’amore, tanto più con Jacopo (Eduardo Scarpetta), responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta di collisione con tutti i Poët. Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere, loro malgrado, un’indagine segreta che li riguarda da vicino, riscoprendo la complicità e il divertimento che li lega da sempre. A dare filo da torcere il nuovo Procuratore del Re, Fourneau (Gianmarco Saurino), un uomo delle istituzioni che inaspettatamente tratta Lidia come sua pari, spingendola a interrogarsi sul rapporto complesso e contraddittorio che ha con i sentimenti, e sul costo della rinuncia personale che sta sostenendo in nome dei suoi ideali. Nei sei nuovi episodi Lidia continuerà a scomporre senza tregua i tasselli di questo mondo costruito dagli uomini per gli uomini, con assoluta genialità, spiazzando l’avversario con intelligenza, ironia e senza mezzi termini, ma non per questo senza mai mettersi in discussione.
A fare da sfondo alle avventure di Lidia una Torino che nuovamente torna indietro nel tempo al tardo XIX secolo: vi si ritrovano location già note della scorsa stagione, come via e piazza Carlo Alberto, con la mole di Palazzo Carignano (il prospetto del palazzo che affaccia su piazza Carignano fornisce gli esterni per il tribunale), l’ex carcere Le Nove, Palazzo dei Cavalieri, redazione della Gazzetta Piemontese, piazza San Carlo.
Si ritrovano poi Palazzo Cisterna, che cede gli spazi alla Procura e agli uffici di Fourneau oltre che all’università, Villa Rignon (nella finzione è Villa Cravero), via Magenta, via della Consolata, la Chiesa di Santa Pelagia. Fuori Torino si ritrovano alcuni scorci di del comune di Carignano, con la Chiesa dello Spirito Santo, Villa Bona (l’abitazione di Jacopo); Agliè, col suo castello ducale, Borgo Cornalese; il lungofiume di Arona (Novara); Villa Malfatti a San Giorgio Canavese.
Torino, fine 1800. Una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara illegittima l’iscrizione di Lidia Poët all’albo degli avvocati, impedendole così di esercitare la professione solo perché donna. Senza un quattrino ma piena di orgoglio, Lidia trova un lavoro presso lo studio legale del fratello Enrico, mentre prepara il ricorso per ribaltare le conclusioni della Corte. Attraverso uno sguardo che va oltre il suo tempo, Lidia assiste gli indagati ricercando la verità dietro le apparenze e i pregiudizi. Jacopo, un misterioso giornalista e cognato di Lidia, le passa informazioni e la guida nei mondi nascosti di una Torino magniloquente. La serie rilegge in chiave light procedural la storia vera di Lidia Poët, la prima avvocata d’Italia.