Don Giulio è il parroco di un piccolo paese su un’isola. Nella prima scena lo vediamo su una terrazza che affaccia sul mare. In lontananza si scorgono un faro bianco e un’altra piccola isola. Siamo a Ventotene, nell’arcipelago delle isole Pontine al largo del golfo di Gaeta. Prima di tornare a Roma celebra un matrimonio all’interno della Chiesa di Santa Candida. Al termine della cerimonia, per trasferirsi, prende la stessa barca dei novelli sposi al Porticciolo Romano dell’isola.
L’arrivo a Roma viene salutato con una panoramica della città. Con disappunto della madre la cui casa è stata allestita nel pittoresco quartiere Coppedè, al protagonista viene assegnata una parrocchia di periferia: si tratta di Santa Maria Mediatrice, nel quartiere Prenestino-Labicano. Fanno parte della struttura della chiesa anche l’abitazione del parroco, il campetto da calcio e l’aula dove si svolgono le catechesi. Nei pressi della chiesa si trova anche l’abitazione dell’ex parroco e famiglia.
Valentina, la sorella di don Giulio lavora presso un centro di igiene mentale, in un edificio malmesso: si tratta di Villa Flora, all’interno dell’omonimo parco, nel quartiere Gianicolense. Il suo fidanzato, invece, coltiva la passione per il bird-watching tra le montagne presso il lago di Barrea (AQ) nel Parco Nazionale d'Abruzzo.
Saverio, un amico ritrovato caduto in depressione quando la compagna l’ha lasciato, vive segregato in un attico fatiscente nei pressi del Colosseo. Dalla camera da letto si intravede il campanile della chiesa di San Bernardino.
Gianni, un altro amico del parroco, possiede un negozio di libri usati: per la location è stata scelta la libreria Pocket 2000 a Prati.
In Piazza del Fante Giulio viene quasi annegato in una fontanella da un tizio che gli ha appena sottratto il posto auto.
Nella parte centrale del film una gita parrocchiale ci porta all’interno di una fabbrica di cioccolato gestita dai frati. Il gruppo si muove in treno e si ferma alla stazione di Sacrofano a nord della capitale.
Poco dopo, presso il Convento di San Francesco a Sermoneta (LT), Giulio sentirà il bisogno di confessare la propria inadeguatezza ad un frate, il quale gli rivelerà di essere stato per tanti anni missionario in Cile.
La scena dell’aggressione al cinema avviene invece presso il Nuovo Sacher, non lontano da Trastevere.
Don Giulio è il parroco di un piccolo paese su un’isola. Nella prima scena lo vediamo su una terrazza che affaccia sul mare. In lontananza si scorgono un faro bianco e un’altra piccola isola. Siamo a Ventotene, nell’arcipelago delle isole Pontine al largo del golfo di Gaeta. Prima di tornare a Roma celebra un matrimonio all’interno della Chiesa di Santa Candida. Al termine della cerimonia, per trasferirsi, prende la stessa barca dei novelli sposi al Porticciolo Romano dell’isola.
L’arrivo a Roma viene salutato con una panoramica della città. Con disappunto della madre la cui casa è stata allestita nel pittoresco quartiere Coppedè, al protagonista viene assegnata una parrocchia di periferia: si tratta di Santa Maria Mediatrice, nel quartiere Prenestino-Labicano. Fanno parte della struttura della chiesa anche l’abitazione del parroco, il campetto da calcio e l’aula dove si svolgono le catechesi. Nei pressi della chiesa si trova anche l’abitazione dell’ex parroco e famiglia.
Valentina, la sorella di don Giulio lavora presso un centro di igiene mentale, in un edificio malmesso: si tratta di Villa Flora, all’interno dell’omonimo parco, nel quartiere Gianicolense. Il suo fidanzato, invece, coltiva la passione per il bird-watching tra le montagne presso il lago di Barrea (AQ) nel Parco Nazionale d'Abruzzo.
Saverio, un amico ritrovato caduto in depressione quando la compagna l’ha lasciato, vive segregato in un attico fatiscente nei pressi del Colosseo. Dalla camera da letto si intravede il campanile della chiesa di San Bernardino.
Gianni, un altro amico del parroco, possiede un negozio di libri usati: per la location è stata scelta la libreria Pocket 2000 a Prati.
In Piazza del Fante Giulio viene quasi annegato in una fontanella da un tizio che gli ha appena sottratto il posto auto.
Nella parte centrale del film una gita parrocchiale ci porta all’interno di una fabbrica di cioccolato gestita dai frati. Il gruppo si muove in treno e si ferma alla stazione di Sacrofano a nord della capitale.
Poco dopo, presso il Convento di San Francesco a Sermoneta (LT), Giulio sentirà il bisogno di confessare la propria inadeguatezza ad un frate, il quale gli rivelerà di essere stato per tanti anni missionario in Cile.
La scena dell’aggressione al cinema avviene invece presso il Nuovo Sacher, non lontano da Trastevere.
Titanus
Festival di Berlino 1986: Orso d'argento, Gran premio della giuria a Nanni Moretti
Don Giulio, tornato a Roma dopo una lunga assenza, deciderà di ripartire lontano, dopo aver assistito allo sgretolamento delle relazioni famigliari e amicali.