Il quartiere Coppedè è un complesso 18 palazzi e 27 tra palazzine ed edifici che deve il nome all’architetto che lo ha progettato e realizzato tra il 1915 e il 1927, Gino Coppedè. Situato nel quartiere Trieste, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento è un angolo di Roma dalle fattezze inaspettate e bizzarre, in un fantasioso miscuglio di stili, tra liberty, art déco, con infiltrazioni di greco, gotico, barocco e persino un tocco medievale.
Da via Tagliamento, un grande arco che collega due palazzi con al centro un enorme lampadario in ferro battuto svolge la funzione di porta d'ingresso al quartiere. Nucleo centrale è piazza Mincio, in mezzo alla quale sorge la fontana delle Rane, costruita nel 1924. La piazza è circondata da fabbricati differenti per forma e dimensione. I due edifici più rilevanti, decorati in modo sovrabbondante e fantastico sono la Palazzina del Ragno, di ispirazione assiro-babilonese riconoscibile dal grande ragno sulla facciata, e il Villino delle Fate, caratterizzato da una totale asimmetria, con archi e fregi medievali. I materiali che caratterizzano le costruzioni della zona sono la terracotta, il travertino, il marmo, il vetro, il ferro, il legno e i laterizi.
I lavori furono ultimati dal genero Paolo Emilio Andrè, dopo la morte dello stesso Coppedè.
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