La Fontana del Gianicolo, uno dei simboli di Roma, venne realizzata nel 1612 per volere di Papa Paolo V Borghese (1605-1621) come mostra terminale dell’Acqua Paola, ad esaltazione dei lavori di ripristino dell’antico acquedotto Traiano, che sfruttava le acque del lago di Bracciano, durati dal 1608 al 1610. L’architetto incaricato fu Giovanni Fontana che si avvalse della collaborazione di Flaminio Ponzio e che utilizzò i marmi del Foro di Nerva. La struttura riprende l’altra grande mostra progettata dall’artista ticinese, quella dell’Acqua Felice a Largo Santa Susanna, ideata nel 1587 per Sisto V Peretti (1585-1590). Come quella è caratterizzata da archi separati da colonne poste su alti piedistalli ma, oltre ad essere nettamente più imponente, se ne differenzia per i finestroni negli spazi che lì sono occupati da statue. Tra le poche decorazioni scultoree spiccano lo stemma di Paolo V, sostenuto da due angeli, e le coppie di aquile e draghi, simboli araldici della famiglia Borghese. In origine le vasche di raccolta erano cinque, una sotto ogni arco, ma nel 1690 Carlo Fontana, nipote di Giovanni, intervenne sull’opera per volere di Alessandro VIII Ottoboni (1689-1691), creando un’unica grande vasca semicircolare e dei piccoli catini di raccordo tra questa e le bocche da cui fuoriesce l’acqua. Nella stessa occasione venne creato anche l’ampio e scenografico piazzale antistante la fontana, precedentemente posta quasi a strapiombo.
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