Quando pensiamo a Federico Fellini in termini di location, difficilmente ci allontaniamo dal mitico studio 5 di Cinecittà, data la sua netta preferenza per il teatro di posa e per le ricostruzioni scenografiche al suo interno. Eppure, analizzando più attentamente la filmografia del maestro riminese, sorprende la quantità di luoghi in cui Fellini utilizzò vie, piazze e palazzi, soprattutto romani e laziali, come fondali delle proprie scene, anche se non sempre messi lì ad “interpretare” se stessi. Questo discostamento tra realtà e finzione, che si attaglia perfettamente alla filosofia filmica felliniana, appare in maniera clamorosa in film come I Vitelloni (1953) e Amarcord (1973), entrambi ambientati a Rimini, ma girati in diversi luoghi che rappresentano la città romagnola pur non essendone veramente parte.