“Le storie sono come la polvere, le storie sono polvere. Leggere, sospese in una corrente d’aria che le sospinge dove vuole. Qui, per esempio, dove noi concludiamo le nostre storie e lasciamo voi alle vostre. Ben sapendo, che la parola fine è la meno indicata perché i film possono finire ma il cinema non finisce mai.”
Martino è un ragazzo solitario, il cui mondo è fatto di film muti che guarda di notte all’interno della Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema di Torino. Di giorno passa il tempo in un ufficio abbandonato o va a trovare il nonno che pesca nel Po. Una notte si imbatte in Amanda, che lavora in un fast food e vive al quartiere Falchera, nella periferia della città.
“Le storie sono come la polvere, le storie sono polvere. Leggere, sospese in una corrente d’aria che le sospinge dove vuole. Qui, per esempio, dove noi concludiamo le nostre storie e lasciamo voi alle vostre. Ben sapendo, che la parola fine è la meno indicata perché i film possono finire ma il cinema non finisce mai.”
Martino è un ragazzo solitario, il cui mondo è fatto di film muti che guarda di notte all’interno della Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema di Torino. Di giorno passa il tempo in un ufficio abbandonato o va a trovare il nonno che pesca nel Po. Una notte si imbatte in Amanda, che lavora in un fast food e vive al quartiere Falchera, nella periferia della città.
Martino, guardiano notturno alla Mole, sede del Museo del Cinema di Torino, passa le notti in solitudine a guardare vecchi film muti. Una notte si imbatte nella ragazza di cui è segretamente innamorato, Amanda, che è in fuga dalla polizia, e la aiuta a nascondersi all’interno della Mole.