Il 27 marzo 1975 usciva al cinema Fantozzi, diretto da Luciano Salce, primo di una serie di film sul personaggio reso celebre dall’interpretazione di Paolo Villaggio (1932-2017), che così descriveva la sua creatura: “Fantozzi è un curiosissimo combattente. È il più ‘grande perditore’ di tutti i tempi. […] Si è adattato a tutto e ha incassato tutto continuando a galleggiare e a sorridere. È stata vittima ma non ne è uscito sconfitto”.
Il film è tratto infatti dai romanzi dello stesso Villaggio editi da Rizzoli nel 1971 (Fantozzi) e nel 1974 (Il secondo tragico libro di Fantozzi) e porta sul grande schermo l’archetipo del perdente, uomo grottesco, inetto e sfortunato vittima della prepotenza e in costante atteggiamento di sudditanza psicologica verso il potere.
La saga dello sfortunato Ragioniere si compone di 10 film: l’ultimo, Fantozzi 2000 - La clonazione, diretto da Domenico Saverni, fu girato nel 1999. Il successo di pubblico è stato talmente grande che l’aggettivo fantozziano, a significare l’impiegato sfigato, impacciato e servile con i superiori, è entrato ufficialmente a far parte della lingua italiana nel 1977 ed alcune scene e battute dei film sono dei veri e propri cult.
Nel 2008 Fantozzi è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.
Sebbene raccontate in maniera iperbolica, e racchiuse in scene memorabili, le situazioni che Fantozzi e la schiera di personaggi “macchietta” di cui è circondato si trovano a vivere sono attualissime anche a distanza di cinquant'anni: l'autobus preso al volo, la partita scapoli contro ammogliati, il veglione di Capodanno, la partita a biliardo con il feroce Catellani, la conversione comunista, quando Fantozzi, eskimo, sciarpa rossa e capello lungo, si presenta al cospetto del Megadirettore Galattico in odore di santità.
Per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo, leggendario capitolo della saga cinematografica del Ragionier Fantozzi, il 27 marzo la Cineteca di Bologna, in collaborazione con RTI e Mediaset Infinity, ne porta nelle sale italiane la versione restaurata ad opera del laboratorio L'Immagine Ritrovata, con la supervisione di Daniele Ciprì per la color correction.
Giovedì 27 marzo, alle 19.00, al Cinema Barberini di Roma (stessa location della prima del film di 50 anni fa), ci sarà una serata speciale con la proiezione di Fantozzi, alla presenza di Elisabetta Villaggio, figlia di Paolo; di Emanuele Salce, figlio del regista Luciano; dell’attore Plinio Fernando, interprete di Mariangela Fantozzi; di Fabio Frizzi, autore dell’indimenticabile colonna sonora; di Daniele Ciprì, regista e direttore della fotografia che ha curato il restauro; coordinati dal critico Marco Giusti.
Nel corso della serata sarà inoltre presentato Fantozzi: Batti lei, il gioco creato da Andrea Angiolino, sviluppato da Ravensburger e realizzato in collaborazione con la Direzione Brand Extension Mediaset per celebrare i 50 anni dall’uscita del film nelle sale.
I luoghi del film sono notissimi agli appassionati: dal palazzo che si affaccia sulla sopraelevata della Tangenziale est di Roma, da cui il ragioniere tenta di prendere l’autobus al volo per timbrare in tempo il cartellino d’entrata al lavoro, all’ingresso di casa e cortile al Testaccio in via Giovanni Battista Bodoni, stessa strada in cui si trova il panettiere di cui si è invaghita la moglie Pina in Fantozzi contro tutti (1980, Neri Parenti, Paolo Villaggio), alla megaditta nel palazzo della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo, dove il ragioniere viene murato vivo.
E poi c’è la villa all’Olgiata del Conte Diego Catellani, quello della sfida a biliardo; il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande, oggi sede del Ministero della Cultura, che tra Seicento e Settecento fu carcere minorile, ospizio e orfanotrofio, mentre per il film diventa la clinica Birkenmeyer, dove Fantozzi tenta la più drastica dieta mai vista al cinema ("in cosa consiste? Niente... Venti giorni di digiuno assoluto: niente mangiare, niente bere...").
O ancora: la sequenza della partenza per la settimana bianca con i colleghi dalla stazione di Roma Ostiense; o la Coppa Cobram, gara in bici aziendale realizzata sul monte Antenne.
Più di ogni altra, infine, una scena di cui si riconoscerà la scalea Bruno Zevi, di fronte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Villa Borghese che fa ormai parte della storia del cinema italiano e che ha permesso di far conoscere a chiunque, suo malgrado, uno dei più notevoli film della storia del cinema, La corazzata Potemkin (Sergej Ejzenstejn, 1925). Indimenticabile la battuta del Ragioniere nel Secondo tragico Fantozzi (1976, Luciano Salce): “per me La corazzata Potemkin è una c.. pazzesca” e ancora più memorabili i successivi “92 minuti di applausi” dei colleghi.