Girato tra Lazio, Umbria e Toscana, Nostalghia mostra paesaggi memorabili del sud della Toscana, della Sabina e della Tuscia. In una delle sequenze iniziali del film, Eugenia, l’interprete di Andrej Gorcakov, entra nella duecentesca cripta della Chiesa di San Pietro a Tuscania (VT) dove assiste alla processione di una statua della Madonna. Si suppone, nel film, che la chiesa custodisca la Madonna del Parto, capolavoro di Piero della Francesca che tuttavia si trova in un museo di Monterchi (AR).
Non è invece in Russia, ma nella campagna umbra che il regista riproduce le sequenze relative all’infanzia del protagonista nel suo villaggio d’origine: il fiume che si vede avvolto nella nebbia in una piccola vallata è un’ansa del Tevere, nei pressi del Parco archeologico di Otriculum a Otricoli (TR).
Una parte significativa del film è ambientata e girata a Bagno Vignoni, borgo della Val d’Orcia (SI) che ha una vasca termale nella centrale piazza delle Sorgenti. Qui Andrej incontrerà il “matto” Domenico e qui adempierà alle sue volontà sul finale del film. Il casale in cui vive, che secondo la finzione scenica dovrebbe essere nei pressi del borgo, è in realtà la Badia di Santa Maria della Gloria, antico monastero nei pressi di Anagni (FR). Tuttavia l’esterno della casa, visibile nella sequenza della liberazione della famiglia in cui il bambino scappa via, mostra piazza della Collegiata a Faleria (VT). Il borgo medievale che affiora dalla nebbia in lontananza è invece quello di Calcata (VT).
Dopo aver discusso con Eugenia, Andrej vaga solitario ed entra in una suggestiva chiesa diroccata e parzialmente sommersa nell’acqua dove dialoga con una bambina. Si tratta di San Vittorino, la “chiesa che sprofonda” nell’omonima frazione di Cittaducale (RI). Qui l’uomo si addormenta e nel sogno si ritrova altrove, nell’Abbazia scoperchiata di San Galgano, a Chiusdino (SI).
Varie infine le location romane. Ancora in sogno Andrej si ritrova in un vicolo accanto ad un vecchio mobile abbandonato, vi si specchia e ritrova Domenico: siamo in vicolo della Campanella, nel centro storico di Roma. Il palazzo dove Andrej alloggia si trova in via dei Condotti. Ritroviamo Domenico in piazza del Campidoglio dove ha organizzato una plateale messa in scena assieme ad altri malati di mente disposti come statue sulla scalinata che porta alla Protomoteca e dove, al culmine di un concitato discorso in cima alla statua equestre, si dà fuoco.
Girato tra Lazio, Umbria e Toscana, Nostalghia mostra paesaggi memorabili del sud della Toscana, della Sabina e della Tuscia. In una delle sequenze iniziali del film, Eugenia, l’interprete di Andrej Gorcakov, entra nella duecentesca cripta della Chiesa di San Pietro a Tuscania (VT) dove assiste alla processione di una statua della Madonna. Si suppone, nel film, che la chiesa custodisca la Madonna del Parto, capolavoro di Piero della Francesca che tuttavia si trova in un museo di Monterchi (AR).
Non è invece in Russia, ma nella campagna umbra che il regista riproduce le sequenze relative all’infanzia del protagonista nel suo villaggio d’origine: il fiume che si vede avvolto nella nebbia in una piccola vallata è un’ansa del Tevere, nei pressi del Parco archeologico di Otriculum a Otricoli (TR).
Una parte significativa del film è ambientata e girata a Bagno Vignoni, borgo della Val d’Orcia (SI) che ha una vasca termale nella centrale piazza delle Sorgenti. Qui Andrej incontrerà il “matto” Domenico e qui adempierà alle sue volontà sul finale del film. Il casale in cui vive, che secondo la finzione scenica dovrebbe essere nei pressi del borgo, è in realtà la Badia di Santa Maria della Gloria, antico monastero nei pressi di Anagni (FR). Tuttavia l’esterno della casa, visibile nella sequenza della liberazione della famiglia in cui il bambino scappa via, mostra piazza della Collegiata a Faleria (VT). Il borgo medievale che affiora dalla nebbia in lontananza è invece quello di Calcata (VT).
Dopo aver discusso con Eugenia, Andrej vaga solitario ed entra in una suggestiva chiesa diroccata e parzialmente sommersa nell’acqua dove dialoga con una bambina. Si tratta di San Vittorino, la “chiesa che sprofonda” nell’omonima frazione di Cittaducale (RI). Qui l’uomo si addormenta e nel sogno si ritrova altrove, nell’Abbazia scoperchiata di San Galgano, a Chiusdino (SI).
Varie infine le location romane. Ancora in sogno Andrej si ritrova in un vicolo accanto ad un vecchio mobile abbandonato, vi si specchia e ritrova Domenico: siamo in vicolo della Campanella, nel centro storico di Roma. Il palazzo dove Andrej alloggia si trova in via dei Condotti. Ritroviamo Domenico in piazza del Campidoglio dove ha organizzato una plateale messa in scena assieme ad altri malati di mente disposti come statue sulla scalinata che porta alla Protomoteca e dove, al culmine di un concitato discorso in cima alla statua equestre, si dà fuoco.
Opera Film
Festival di Cannes 1983: Miglior regista a Andrej Tarkovskij
Un poeta sovietico, in Italia per scrivere la biografia di un compositore russo del XVIII secolo, conosce a Bagno Vignoni il vecchio Domenico soprannominato da tutti “il matto” che gli chiede di compiere un rito salvifico: attraversare con una candela accesa la piscina di Santa Caterina.