La Seconda Vita di Vito Palmieri affronta il tema del reintegro sociale dopo un’esperienza di detenzione ed è stato realizzato con il coinvolgimento della Casa Circondariale Dozza - Rocco d’Amato di Bologna e della Casa di Reclusione di Volterra. Ciò ha permesso l’inclusione di persone in stato detentivo e di mediatori penali nella lavorazione dell’opera e quindi nella sua diffusione, per promuovere la giustizia riparativa come visione alternativa e complementare a sostenere una vera ed efficace inclusione sociale.
Scritto dallo stesso regista a quattro mani insieme a Michele Santeramo, racconta la storia di Anna (Marianna Fontana), giovane donna dal passato oscuro, che decide di trasferirsi in un piccolo comune di provincia. Ed è all’interno di questa piccola comunità che Anna riscopre e riassapora la routine del quotidiano: lavora, cammina libera per le strade, conosce nuove persone tra le quali Antonio (Giovanni Anzaldo), un uomo dolce e introverso con cui inizia una timida relazione. Ma il passato sembra non lasciarle scampo perché il giudizio degli altri, a differenza delle sentenze e delle condanne, sembra non finire mai. Il regista ha definito La Seconda Vita come: “un film che racconta un percorso interiore alla scoperta di sé e della propria anima”.
Il film è stato girato tra Toscana ed Emilia-Romagna: a Bologna, a Rimini e in particolar modo a Peccioli, piccolo comune in provincia di Pisa, che sta vivendo a propria volta una seconda vita grazie a una visione innovativa nel connubio tra creatività e sostenibilità ambientale: le Presenze, gigantesche statue che si stagliano nel paesaggio toscano, infatti dialogano metaforicamente con la storia vissuta dalla protagonista.
La Seconda Vita di Vito Palmieri affronta il tema del reintegro sociale dopo un’esperienza di detenzione ed è stato realizzato con il coinvolgimento della Casa Circondariale Dozza - Rocco d’Amato di Bologna e della Casa di Reclusione di Volterra. Ciò ha permesso l’inclusione di persone in stato detentivo e di mediatori penali nella lavorazione dell’opera e quindi nella sua diffusione, per promuovere la giustizia riparativa come visione alternativa e complementare a sostenere una vera ed efficace inclusione sociale.
Scritto dallo stesso regista a quattro mani insieme a Michele Santeramo, racconta la storia di Anna (Marianna Fontana), giovane donna dal passato oscuro, che decide di trasferirsi in un piccolo comune di provincia. Ed è all’interno di questa piccola comunità che Anna riscopre e riassapora la routine del quotidiano: lavora, cammina libera per le strade, conosce nuove persone tra le quali Antonio (Giovanni Anzaldo), un uomo dolce e introverso con cui inizia una timida relazione. Ma il passato sembra non lasciarle scampo perché il giudizio degli altri, a differenza delle sentenze e delle condanne, sembra non finire mai. Il regista ha definito La Seconda Vita come: “un film che racconta un percorso interiore alla scoperta di sé e della propria anima”.
Il film è stato girato tra Toscana ed Emilia-Romagna: a Bologna, a Rimini e in particolar modo a Peccioli, piccolo comune in provincia di Pisa, che sta vivendo a propria volta una seconda vita grazie a una visione innovativa nel connubio tra creatività e sostenibilità ambientale: le Presenze, gigantesche statue che si stagliano nel paesaggio toscano, infatti dialogano metaforicamente con la storia vissuta dalla protagonista.
Anna ha poco più di trent'anni quando decide di trasferirsi in una piccola città di provincia per cambiare vita. Ma il suo passato torna inesorabilmente, perché il giudizio degli altri, a differenza delle sentenze, sembra non finire mai.