Quella dell’isola delle Rose è un’incredibile storia vera: il sogno di costruire un’isola d’acciaio al largo di Rimini fuori dalle acque territoriali, in cui essere liberi da ogni costrizione e regola, fu trasformato in realtà alla fine degli anni Sessanta dal giovane ingegnere Giorgio Rosa (nel film interpretato da Elio Germano): l’isoletta d’acciaio è stata ricreata negli studi acquatici di Malta all’interno di un’enorme piscina con ampio fronte verso il mare che dava la sensazione di trovarsi in mare aperto. Per dare un maggiore effetto di realismo l’isola è stata immersa nel blu grazie ad un blue screen di circa un chilometro.
Rimini invece è reale, con i personaggi che si muovono soprattutto sul lungomare Tintori. Qui sono state girate in particolare due scene: quella in cui Giorgio e Maurizio, mentre mangiano una piadina, vedono passare una nave cargo e hanno l’intuizione di far galleggiare i tubi che faranno da sostegno all’isola, e la scena che precede la distruzione dell’isola stessa, con i giornalisti che arrivano sul lungomare (alle loro spalle si vede il Grand Hotel). Le altre scene ambientate sulla riviera sono invece girate a Malta o sul litorale laziale: ad esempio, il flashback che rivela il passato del personaggio di Neumann (Tom Wlaschiha) ambientato fra gli stabilimenti balneari della riviera romagnola è girato ad Anzio, in un locale sul lungomare (il ristorante Tirreno), e a cui è stata sostituita l’insegna perché Rimini si affaccia sull’Adriatico, e aggiunta una rotonda per il ballo. Anche la scena in cui Giorgio esce dal ristorante dopo aver pranzato con i genitori e incontra gli agenti del SID è girata al Circeo.
Il sogno di Giorgio nasce a Bologna, dove piazza Santo Stefano, piazza Verdi e la zona universitaria si sono immerse nelle atmosfere degli anni Sessanta, tra auto d’epoca e riproduzioni dei manifesti della stagione della contestazione politica del Sessantotto messi a disposizione dalla Fondazione Gramsci. Giorgio sta festeggiando la laurea in una locanda bolognese che in realtà è l’ex birreria Peroni, in piazza Santi Apostoli, a Roma, quando incontra Gabriella (Matilda De Angelis) e si offre di darle un passaggio. Mentre matura la sua idea, Giorgio lavora presso l’autodromo di Imola, la cui sola pista (il resto è ricostruito) è quella del Sagittario di Latina.
Fatta lo stato indipendente, manca tuttavia l’ufficializzazione, ed è questo che Giorgio chiede al Consiglio d’Europa in una Strasburgo immersa nella neve: gli esterni sono quelli di Cogne, in Valle d’Aosta, mentre gli interni si trovano a Roma, al Salone delle Fontane dell’Eur e presso la sede dei mutilati ed invalidi di guerra in piazza Cavour dove si tiene il processo. La scena in cui un postino porta la richiesta di riconoscimento dell’indipendenza dell’Isola delle Rose al Palazzo di Vetro dell’ONU non è girata a New York ma sul piazzale del palaghiaccio di Marino, vicino Roma.
L’Isola delle Rose costituisce un pericoloso precedente, per questo motivo viene ostacolata nei palazzi romani del potere, un mondo, che in contrapposizione a quello dell’isola, viene rappresentato come chiuso in se stesso, in ambienti fumosi, bui, con le finestre serrate. Il giardino di Villa d’Este a Tivoli fa da sfondo ad una colazione al vertice tra Stato e Chiesa.
“La distruzione dell’Isola delle Rose – si legge nei titoli di coda – rappresenta la prima, e unica, guerra di aggressione della Repubblica Italiana. Per evitare che ciò accadesse di nuovo l’ONU spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 11 miglia nautiche”. Nel 2009 furono ritrovati, al largo di Rimini, alcuni resti della struttura di quel mondo che ebbe vita per soli 55 giorni.
Quella dell’isola delle Rose è un’incredibile storia vera: il sogno di costruire un’isola d’acciaio al largo di Rimini fuori dalle acque territoriali, in cui essere liberi da ogni costrizione e regola, fu trasformato in realtà alla fine degli anni Sessanta dal giovane ingegnere Giorgio Rosa (nel film interpretato da Elio Germano): l’isoletta d’acciaio è stata ricreata negli studi acquatici di Malta all’interno di un’enorme piscina con ampio fronte verso il mare che dava la sensazione di trovarsi in mare aperto. Per dare un maggiore effetto di realismo l’isola è stata immersa nel blu grazie ad un blue screen di circa un chilometro.
Rimini invece è reale, con i personaggi che si muovono soprattutto sul lungomare Tintori. Qui sono state girate in particolare due scene: quella in cui Giorgio e Maurizio, mentre mangiano una piadina, vedono passare una nave cargo e hanno l’intuizione di far galleggiare i tubi che faranno da sostegno all’isola, e la scena che precede la distruzione dell’isola stessa, con i giornalisti che arrivano sul lungomare (alle loro spalle si vede il Grand Hotel). Le altre scene ambientate sulla riviera sono invece girate a Malta o sul litorale laziale: ad esempio, il flashback che rivela il passato del personaggio di Neumann (Tom Wlaschiha) ambientato fra gli stabilimenti balneari della riviera romagnola è girato ad Anzio, in un locale sul lungomare (il ristorante Tirreno), e a cui è stata sostituita l’insegna perché Rimini si affaccia sull’Adriatico, e aggiunta una rotonda per il ballo. Anche la scena in cui Giorgio esce dal ristorante dopo aver pranzato con i genitori e incontra gli agenti del SID è girata al Circeo.
Il sogno di Giorgio nasce a Bologna, dove piazza Santo Stefano, piazza Verdi e la zona universitaria si sono immerse nelle atmosfere degli anni Sessanta, tra auto d’epoca e riproduzioni dei manifesti della stagione della contestazione politica del Sessantotto messi a disposizione dalla Fondazione Gramsci. Giorgio sta festeggiando la laurea in una locanda bolognese che in realtà è l’ex birreria Peroni, in piazza Santi Apostoli, a Roma, quando incontra Gabriella (Matilda De Angelis) e si offre di darle un passaggio. Mentre matura la sua idea, Giorgio lavora presso l’autodromo di Imola, la cui sola pista (il resto è ricostruito) è quella del Sagittario di Latina.
Fatta lo stato indipendente, manca tuttavia l’ufficializzazione, ed è questo che Giorgio chiede al Consiglio d’Europa in una Strasburgo immersa nella neve: gli esterni sono quelli di Cogne, in Valle d’Aosta, mentre gli interni si trovano a Roma, al Salone delle Fontane dell’Eur e presso la sede dei mutilati ed invalidi di guerra in piazza Cavour dove si tiene il processo. La scena in cui un postino porta la richiesta di riconoscimento dell’indipendenza dell’Isola delle Rose al Palazzo di Vetro dell’ONU non è girata a New York ma sul piazzale del palaghiaccio di Marino, vicino Roma.
L’Isola delle Rose costituisce un pericoloso precedente, per questo motivo viene ostacolata nei palazzi romani del potere, un mondo, che in contrapposizione a quello dell’isola, viene rappresentato come chiuso in se stesso, in ambienti fumosi, bui, con le finestre serrate. Il giardino di Villa d’Este a Tivoli fa da sfondo ad una colazione al vertice tra Stato e Chiesa.
“La distruzione dell’Isola delle Rose – si legge nei titoli di coda – rappresenta la prima, e unica, guerra di aggressione della Repubblica Italiana. Per evitare che ciò accadesse di nuovo l’ONU spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 11 miglia nautiche”. Nel 2009 furono ritrovati, al largo di Rimini, alcuni resti della struttura di quel mondo che ebbe vita per soli 55 giorni.
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Nella primavera del 1968 il giovane e visionario ingegnere Giorgio Rosa costruisce un'isola d’acciaio al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, e la proclama stato indipendente. Qui non ci sono regole: la libertà individuale è il valore assoluto.