Grammichele (CT) fu fondata dal principe Carafa Branciforte nel 1693, dopo il devastante terremoto che aveva distrutto il vecchio abitato di Occhiolà. Ha una pianta ad exagonum il cui cuore è l’esagonale piazza Carlo Maria Carafa occupata al centro da un’installazione composta da una meridiana e da un’enorme statua in bronzo dell’artista Murat Cura che ne è parte integrante e che raffigura un uomo inginocchiato, imprigionato in una sfera fatta di cerchi a rappresentare il suo tempo.
Sulla piazza affacciano la Chiesa Madre dedicata a San Michele Arcangelo, caratterizzata da un'ampia gradinata, e il palazzo comunale, opera ottocentesca dell'architetto Carlo Sada, che custodisce all’interno un piccolo museo archeologico. Ad accogliere i visitatori nella piazza una statua in bronzo del principe di Butera, opera di Paolo Guarrera, posta su un basamento costituito da una serie di gradini che simboleggiano le virtù del sapere: filosofia, religione, scienza, politica, lettere ed arte.
Le rovine dell’antico centro di Occhiolà si trovano poco distanti, su un complesso di alture da cui si ammira la valle dei Margi.
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