Il borgo di Gangi (PA) sorge nel Parco delle Madonie su un promontorio ad oltre 1.000 m di altitudine. Il primo insediamento con il nome di Engyon risale ai greci. Distrutto durante la guerra del Vespro fu ricostruito nel 1300 e divenne contea dei Ventimiglia e poi dei Graffeo. Nel Seicento e Settecento sorsero i principali palazzi nobiliari, fra i quali Palazzo Bongiorno, l’esterno realizzato in pietra viva, con balconi in ferro battuto, e l’interno in stile barocco e neoclassico; Palazzo Sgadari, oggi sede di museo archeologico, pinacoteca Gianbecchina, museo delle armi e museo etnoantropologico; Palazzo Mocciaro affrescato al suo interno.
Per le vie del paese si trova la torre dei Ventimiglia, costruita in diverse fasi a causa dei continui cedimenti strutturali: è suddivisa in tre ordini e sormontata da un orologio settecentesco, inglobato alla Chiesa di San Nicolò, il duomo di Gangi, voluto dai Cavalieri Gerosolimitani, che ospita le opere dello Zoppo di Gangi, noto artista locale e autore di molte altre opere sparse nei paesi vicini la cui identità rimane ancora oggi misteriosa.
Il castello, di proprietà privata, è posto sulla parte più alta del monte Marone, e fu costruito probabilmente nel XIV secolo come residenza dei signori della contea. Una delle sue ali è stata abbattuta negli anni Venti per far posto al serbatoio comunale.
Fuori dall’abitato si trova il Santuario dello Spirito Santo, che custodisce l’effige del Padre Eterno dipinta su un masso ritrovata da un contadino.
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