Gioiello del barocco siciliano e patrimonio UNESCO, Noto (SR) è arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro e deve la sua bellezza all’influenza nei secoli dei diversi popoli che l’hanno attraversata: siculi, romani, bizantini, arabi. La cittadina fu ricostruita nel Settecento a seguito del terremoto che colpì il Val di Noto nel 1693.
Della città medievale, corrispondente all’antica Neto, sono visibili i resti delle mura e del castello. La città nuova è stata invece ricostruita in stile barocco, in cui vie ampie e rettilinee si alternano a piazze con scalinate su cui si affacciano chiese e palazzi.
L’arco di trionfo introduce corso Vittorio Emanuele, cuore della cittadina. Percorrendo il corso si incontra piazza dell'Immacolata con l'omonima chiesa che si staglia in cima ad un’imponente scalinata. La piazza del municipio è circondata da quattro edifici: la Chiesa del Santissimo Salvatore, il palazzo vescovile, Palazzo Ducezio, sede del municipio e, di fronte, in cima ad una scalinata scenografica, il Duomo di San Nicolò. Il corso si chiude con piazza XVI Maggio dominata dalla facciata convessa della Chiesa di San Domenico che guarda alla settecentesca Villa d’Ercole, introdotta da una vasca con fontana su cui si colloca una statua di Ercole.
L’area archeologica nei dintorni della città comprende le città greche di Eloro e Camarina, il teatro greco di Palazzolo Acreide; la necropoli di Pantalica, anch'essa sito UNESCO, il villaggio preistorico di Castelluccio, la villa romana di Tellaro.
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