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La Sicilia inedita di 'Afrodite' di Stefano Lorenzi, al Bif&st 2025

24-03-2025 Redazione Tempo di lettura: 4 minuti

Presentato anteprima mondiale al Bif&st 2025, in concorso internazionale nella sezione Meridiana, Afrodite, il nuovo film di Stefano Lorenzi, con Ambra AngioliniGiulia MicheliniGaetano BrunoFrancesco La Mantia, una produzione Dakota Film Lab, Rai Cinema.

Ispirato a fatti realmente accaduti e girato interamente in Sicilia, tra le saline di Trapani e il mare tra Levanzo e l’Isola Formica, Afrodite affonda le sue radici in una delle pagine più oscure e poco esplorate della cronaca italiana. Siamo negli anni ’90: nelle profondità del mare giace un relitto militare della seconda guerra mondiale. Ma quel relitto non custodisce solo ruggine e storia: è una miniera di tritolo. Ed è lì, sotto cinquanta metri d’acqua, che la mafia va a fare scorta.

Ludovica (Ambra Angiolini), sommozzatrice professionista, si ritrova costretta a lavorare per la criminalità organizzata, vittima di un ricatto legato ai debiti dell’uomo che amava. A tenerla d’occhio è Rocco (Gaetano Bruno), intermediario spietato e manipolatore. Insieme a loro, in quella salina abbandonata e isolata dal mondo, c’è Sabrina (Giulia Michelini), giovane donna cresciuta dentro la prigione di una relazione tossica, convinta di non meritare altro. Ogni immersione nel relitto è una discesa nella paura, ogni risalita una lotta per non affondare del tutto. Tra le due donne nasce qualcosa di inatteso, un legame che sfida le logiche di potere, l’oppressione, la legge del silenzio. In un mondo governato da uomini e da leggi non scritte, la loro complicità è la scintilla che può far saltare tutto.

Afrodite è un film che mescola il thriller emotivo alla tensione storica, portando sul grande schermo un mistero rimasto sepolto tra gli archivi giudiziari e i fondali. Un’opera che, pur raccontando una storia ambientata trent’anni fa, ci parla con forza del presente: di controllo e di liberazione, di violenza patriarcale e di resistenza femminile, di amore come possibilità di salvezza.

“Il mare, in questo film, è prigione e salvezza. È silenzio che custodisce verità inconfessabili. Ma è anche l’unico luogo dove due donne, inchiodate a un destino che non hanno scelto, possono ritrovare la libertà e la propria voce” — afferma Stefano Lorenzi.

Con riprese subacquee d’eccezione, realizzate da un team tecnico altamente specializzato e oltre 36 ore di immersione in soli 10 giorni di lavorazione, Afrodite si propone come un’esperienza visiva potente e sensoriale. Ambra Angiolini e Giulia Michelini hanno affrontato una sfida fuori dal comune: non si sono limitate a interpretare i loro ruoli, ma si sono immerse – letteralmente – nel cuore del film. Le due attrici si sono sottoposte a un lungo percorso di preparazione fisica e psicologica, conseguendo il brevetto da sub e affrontando in prima persona le immersioni in profondità.

Afrodite è il primo film italiano con oltre 35 minuti di sequenze subacquee, che trascinano lo spettatore in una dimensione nuova, mai esplorata prima nel nostro cinema.

La luce, il mare, i corpi delle protagoniste guidano lentamente il pubblico in un racconto sospeso tra noir mediterraneo e dramma psicologico. Una Sicilia inedita, lontana da ogni cliché, intrisa di bellezza e minaccia, è il vero cuore pulsante di questa storia. Una terra che non fa solo da sfondo, ma diventa destino.

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