Il film Stranizza d’amuri, opera prima da regista di Giuseppe Fiorello, che omaggia nel titolo il cantautore catanese Franco Battiato, è liberamente ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto in Sicilia. Nel 1980, il venticinquenne Giorgio Giammona ed il quindicenne Antonio Galatola scomparvero nel nulla a Giarre, in provincia di Catania. I due vennero ritrovati senza vita, con le mani intrecciate tra loro, e accanto un bigliettino e una pistola. La loro storia d’amore era nota a tutta la comunità, perché vissuta alla luce del sole e anche per questo osteggiata. Il delitto di Giarre, seppur vittima dell’indifferenza, divenne fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Giuseppe Fiorello porta alla luce questa vicenda con l’obiettivo di “restituire la dignità a questi due giovani adolescenti chiaramente assassinati a sangue freddo dall'odio e dal pregiudizio”. Nella finzione filmica è il 1982 e l'Italia si prepara a vincere i mondiali di calcio. In una Sicilia assolata e dalla natura rigogliosa, riportata nei dettagli ai primi anni Ottanta, quando i ragazzini girano in “Ciao” e “Vespa” senza casco, gli uomini frequentano baretti d’epoca di paese, dove si consuma il rito collettivo di guardare le partite dei mondiali, Gianni e Nino (Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto) si scontrano accidentalmente in motorino. Da lì inizia una profonda amicizia, che si trasforma in amore quando i due cominciano a lavorare insieme come fuochisti nelle feste di paese. Il loro sentimento è forte ed è vissuto alla luce del sole e tra lo sfavillio dei fuochi d’artificio che insieme fanno brillare di notte, scontrandosi con il volere delle famiglie e i pregiudizi della gente.
Tra i luoghi della Sicilia sud orientale che fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti si riconoscono i suggestivi paesaggi naturali intorno a Noto, Marzamemi, Priolo e Pachino, oltre ai vicoli e alle piazze dei borghi di Ferla e Buscemi. La cava dove inizia a lavorare Gianni è parte del distretto minerario di Catania, mentre il paradiso nascosto dove Nino porta Gianni a nuotare è parte della Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande nei pressi di Ferla, nel siracusano.
Il film Stranizza d’amuri, opera prima da regista di Giuseppe Fiorello, che omaggia nel titolo il cantautore catanese Franco Battiato, è liberamente ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto in Sicilia. Nel 1980, il venticinquenne Giorgio Giammona ed il quindicenne Antonio Galatola scomparvero nel nulla a Giarre, in provincia di Catania. I due vennero ritrovati senza vita, con le mani intrecciate tra loro, e accanto un bigliettino e una pistola. La loro storia d’amore era nota a tutta la comunità, perché vissuta alla luce del sole e anche per questo osteggiata. Il delitto di Giarre, seppur vittima dell’indifferenza, divenne fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Giuseppe Fiorello porta alla luce questa vicenda con l’obiettivo di “restituire la dignità a questi due giovani adolescenti chiaramente assassinati a sangue freddo dall'odio e dal pregiudizio”. Nella finzione filmica è il 1982 e l'Italia si prepara a vincere i mondiali di calcio. In una Sicilia assolata e dalla natura rigogliosa, riportata nei dettagli ai primi anni Ottanta, quando i ragazzini girano in “Ciao” e “Vespa” senza casco, gli uomini frequentano baretti d’epoca di paese, dove si consuma il rito collettivo di guardare le partite dei mondiali, Gianni e Nino (Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto) si scontrano accidentalmente in motorino. Da lì inizia una profonda amicizia, che si trasforma in amore quando i due cominciano a lavorare insieme come fuochisti nelle feste di paese. Il loro sentimento è forte ed è vissuto alla luce del sole e tra lo sfavillio dei fuochi d’artificio che insieme fanno brillare di notte, scontrandosi con il volere delle famiglie e i pregiudizi della gente.
Tra i luoghi della Sicilia sud orientale che fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti si riconoscono i suggestivi paesaggi naturali intorno a Noto, Marzamemi, Priolo e Pachino, oltre ai vicoli e alle piazze dei borghi di Ferla e Buscemi. La cava dove inizia a lavorare Gianni è parte del distretto minerario di Catania, mentre il paradiso nascosto dove Nino porta Gianni a nuotare è parte della Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande nei pressi di Ferla, nel siracusano.
Nella Sicilia degli anni Ottanta, tra Gianni e Nino nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi e delle dicerie, e vivono liberamente. Ma non tutti sono disposti a comprendere e accettare.