Il Tempio di Monte d’Accoddi, risalente a 5000 anni fa, sorge al centro della Nurra, nel territorio di Sassari. Fu scoperto a metà del XX secolo, scavando un piccolo colle al centro di una pianura che nascondeva un altare a piramide dedicato forse a una divinità femminile, scolpita in una stele granitica accanto al monumento. L’altare è frutto di sovrapposizione di due fasi, quella del ‘tempio rosso’, nel Neolitico finale (3500-2900 a.C.), e la successiva del ‘tempio a gradoni’, nell’Eneolitico (2700 a.C. circa).
Nella prima fase vari villaggi di capanne quadrangolari facevano capo a un centro cerimoniale, del quale rimane una necropoli a domus de Janas, un menhir a forma allungata, un’enorme lastra con 7 fori (forse per legare le vittime) e massi di pietra sferoidali. Tutte le pietre avevano precisa funzione nei riti sacrificali.
Alla fine del Neolitico finale fu edificata una piattaforma a forma di tronco piramidale sopra cui si ergeva un vano rettangolare. Dell’ambiente sacro rimangono pavimento e resti di un muro perimetrale. Intorno al 2800 a.C., la struttura del ‘tempio rosso’, abbandonata da circa due secoli, fu ricoperta di terra, pietre e marna calcarea, a sua volta ‘rivestiti’ da grandi blocchi di pietra. Sorse una nuova grande piattaforma piramidale ‘a gradoni’, con lati più lunghi della precedente e accessibile da una rampa. Intorno, i resti di un villaggio, dove sono state rinvenute ceramiche quasi intatte.
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