Erice (TP), arroccato sulla cima del monte omonimo e cinto da mura medievali, ha mantenuto la sua antica fisionomia nei vicoli stretti e piazzette costeggiate da chiese e palazzi nobiliari che si aprono lasciando intravedere panorami mozzafiato.
Tra le numerose chiese spiccano la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta, eretta nel 1314, che ha di fronte un imponente campanile coronato da merli; la Chiesa di San Martino, in stile normanno; la Chiesa di Sant’Albertino degli Abbati.
Tra gli edifici civili il palazzo municipale è sede sia della biblioteca comunale che del museo civico, custode di preziosi reperti archeologici; su uno sperone di roccia in posizione decentrata rispetto al nucleo del paese sorge il quartiere Spagnolo, una fortezza iniziata nel XVII secolo per ospitare soldati spagnoli, ma mai terminata, che ospita il museo degli Antichi Mestieri.
Simbolo del borgo è il Castello di Venere, di proprietà del Comune, che sorge su una rupe isolata nell'angolo sud-orientale della vetta del monte Erice e venne edificato in epoca normanna sul luogo di un precedente tempio dedicato al culto di Venere. Il portale d'ingresso, incorniciato da un arco di forma ogivale, è ornato con lo stemma degli Asburgo di Spagna e sormontato da una finestra a bifora. Dal promontorio su cui sorge il castello il panorama sul territorio di Trapani spazia dai monti al mare.
I giardini del Balio fanno da cornice al castello e coprono un ampio spazio verde creato dal conte Agostino Pepoli nel XIX secolo secondo il gusto del tempo, con piante mediterranee e folte siepi di bosso.
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