Il fiume Natisone nasce dalla confluenza tra il rio Bianco, proveniente dall’Italia, e il rio Nero, proveniente dalla Slovenia. A quota 415m, ai piedi del Gran Monte nel comune di Taipana (UD), i due rii si incontrano e iniziano a chiamarsi con un unico nome. Una confluenza, quindi, che si trova al confine tra due nazioni la cui storia e il cui territorio sono intimamente legati: Friuli Venezia Giulia e Slovenia.
Inizialmente ruscello, il fiume Natisone si ingrandisce grazie agli apporti dei suoi affluenti, come il torrente Namlen che scende dal monte Cavallo di Taipana. Il corso del fiume prosegue percorrendo un tratto in territorio sloveno. Tornato in Italia, s’incanala in una forra di 1.000m di profondità e supera gli abitati di Stupizza, Pulfero, Brischis e Perovizza.
Dopo questo ultimo tratto in cui il letto si allarga, da Vernasso fino alla confluenza con l’Alberone, il Natisone s’inabissa nuovamente in un altro tratto di forra.
Giungendo poco dopo Cividale e passando sotto il ponte del Diavolo, il fiume si allarga nella spianata di Premariacco e in quella di Orsaria.
Da San Giovanni al Natisone fino alla confluenza con il Torre, l’acqua s’infiltra tra i sassi scorrendo sottoterra nei periodi più siccitosi. Il fiume diventa così un apparente deserto di ghiaia in cui l’acqua scorre invisibile.
Nel corso degli ultimi millenni il fiume Natisone ha modificato molte volte il suo percorso. Dopo aver depositato centinaia di metri di ghiaie scavate lungo le Prealpi Giulie, l’acqua ricca di carbonati ha pazientemente cementato i ciottoli gli uni con gli altri creando nuova roccia: i conglomerati. I conglomerati del fiume Natisone sono particolarmente tenaci ed il fiume attualmente li sta riscavando formando canyon e forre.
