La Baia di Ieranto si apre davanti ai faraglioni di Capri e, secondo Plinio il Vecchio, fu qui che Ulisse avrebbe incontrato le Sirene, nel suo ritorno verso Itaca raccontato da Omero nell’Odissea.
Le cinquecentesche torri difensive di Montalto e Campanella rimandano invece a vicende di pirateria saracena. Oggi la coltivazione degli agrumi e di ulivi nei tradizionali terrazzamenti continua l’antica tradizione agricola di tecniche autoctone, connotando fortemente il paesaggio, dove restano anche importanti tracce di un più recente passato industriale, legato a una cava di roccia calcarea dismessa negli anni Cinquanta.
Venne donata nel 1987 al FAI da Italsider per essere sottratta alla speculazione ed è stata oggetto di importanti interventi di restauro ambientale per recuperare la macchia mediterranea originaria: dal rosmarino all’euforbia, al ginepro. Oggi Ieranto è riconosciuta Sito di Interesse Comunitario, incluso nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella e con un elevato livello di biodiversità.
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