Dopo anni di lavoro a Legnano, Lolita Lobosco (Luisa Ranieri), protagonista dei racconti di Gabriella Genisi, assume l’incarico di vicequestore del commissariato di Polizia di Bari. La donna è infatti nata a Bari vecchia, un dedalo di strade e piazzette in cui anziane donne preparano ancora la pasta a mano. L’appartamento in cui vive Lolita si trova in pieno centro, e precisamente all’ultimo piano di un palazzo di piazza dell'Odegitria, dominata dalla mole romanica della Basilica di San Sabino. Uno dei tanti scorci che si aprono tra le viuzze del borgo antico è l’Arco Alto, che Lolita percorre con la sua Bianchina quando accompagna il collaboratore Esposito a comprare le pagnotte a “cappidde de prèvete”. Durante una passeggiata notturna, Lolita attraversa largo Albicocca con il giornalista Danilo Martini (Filippo Scicchitano): la piazza, resa accogliente da una calda illuminazione, è stata trasformata in un orto urbano dove spiccano al centro due ulivi secolari circondati da agrumi e corbezzolo.
Nella facciata barocca tardo settecentesca in cui si troverebbero la Questura di Bari e il suo cortile si riconosce Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, a pochi metri dalla Chiesa di Santa Teresa, riconoscibile in alcuni scorci, mentre gli interni, tra cui la stanza del questore, sono quelli del Palazzo della Provincia, edificio in stile eclettico fabbricato tra il 1932 e il 1935 che si trova sul lungomare Nazario Sauro di Bari. Quest’ultimo, assieme alla spiaggia Pane e Pomodoro, è percorso spesso da Lolita quando fa jogging o passeggia da sola o in compagnia, analizzando i casi su chi indaga. Dal lungomare è facile scorgere altri luoghi simbolo della città: la caserma Bergia dei Carabinieri, la Terza Regione Aerea, il Palazzo della Provincia, l’Albergo delle Nazioni, il circolo canottieri Barion, il Teatro Margherita, la muraglia, il fortino e il molo Sant’Antonio, fino alla Fiera del Levante. A bordo dell’Apecar di un amico fruttivendolo del padre, Lolita, la madre Nunzia (Lunetta Savino) e la sorella Carmela attraversano, nel primo episodio, anche ponte Adriatico. Il piccolo mezzo dell’amico è un modo alternativo per Lolita di viaggiare tra le bellezze della città e tornare indietro con la memoria: il Teatro Petruzzelli, che frequentava da piccola con il papà, lo stadio, il molo dove nel 1991 attraccò la nave Vlora carica di albanesi che fuggivano dal loro paese, scatenando una gara di solidarietà tra la comunità locale. Tra una seduta di corsa e l’altra Lolita si lascia alle spalle anche il Castello Svevo.
Monopoli è presente anche col suggestivo porto antico, ben visibile nella scena in cui alcuni agenti registrano un video di auguri natalizio nel primo episodio. L’omicidio di un compagno di scuola di Lolita si consuma di notte poco distante, ai piedi del Castello Carlo V. Nell’agro di Monopoli si trova, infine, Masseria Spina, riconoscibile nel primo episodio per l’inconfondibile facciata rossa, che, nella finzione, è l’abitazione della famiglia di Stefano Morelli, primo amore di Lolita accusato di stupro.
Gli esterni dell’Abbazia di San Vito a Polignano a Mare, che vediamo nel terzo episodio, fanno da sfondo ad un evento significativo dell’infanzia di Lolita e del suo rapporto con il padre: sorge a ridosso del porticciolo e si affaccia direttamente sul mare. Un altro luogo legato a quando era una bambina è una masseria del brindisino situata a Pezze di Greco, frazione di Fasano, dove il padre di Lolita viene arrestato davanti ai suoi occhi. I funerali di un rinomato ristoratore si svolgono presso la Chiesa Matrice di San Pietro in piazza Plebiscito, nel centro storico di Putignano, accanto al museo civico Romanazzi Carducci.
Nell’ultimo episodio Lolita chiede informazioni sul morto di turno al professor Introna, in quello che sembrerebbe un presidio ospedaliero all’avanguardia, ma nelle vetrate e scale avveniristiche del palazzo si riconosce la sede del Consiglio regionale della Puglia, nel quartiere Japigia di Bari. Il circolo ippico, nei pressi del quale Forte (Giovanni Ludeno) e Esposito stanno facendo un appostamento, si trova lungo la strada vicinale Torre di Mizzo, una strada rurale tra ulivi e muretti a secco a sud di Bari. Lolita nel frattempo decide di andare a trovare il suo vecchio allenatore e prende il pullman sul piazzale della stazione centrale di Bari.
Nella seconda stagione Lolita è alle prese con nuovi casi di omicidio accompagnata dai preziosi Forte ed Esposito. Parallelamente, il vicequestore cerca di tener fede alla promessa fatta a suo padre alla fine della prima stagione, ossia quella di trovare il suo assassino. Chiarito infatti che l’omicidio di Petresine è opera della malavita organizzata che agiva nel porto di Bari, rimane da scoprire chi sia stato l’esecutore materiale del delitto. L’indagine si rivela tuttavia molto complessa, anche perché qualcuno sembra avere interesse a non far avvicinare Lolita alla verità. Nella vita privata il cuore di Lolita è diviso tra Danilo (Filippo Scicchitano) e una sua vecchia conoscenza, Angelo (Mario Sgueglia).
Si rinnova il legame forte tra Lolita e la sua città natale, Bari: fanno bella mostra di sé luoghi iconici del capoluogo pugliese come Bari Vecchia, la Basilica di San Nicola e quella di San Sabino il Castello Normanno-Svevo-Angioino. Torna anche Monopoli dove Palazzo Palmieri inscena l’ingresso della Questura.
Nella terza stagione di Lolita Lobosco, Luisa Ranieri, che veste ancora una volta i panni del vicequestore di Bari, è affiancata dalle vecchie conoscenze Giovanni Ludeno e Jacopo Cullin, che interpretano i fedelissimi Antonio Forte e Lello Esposito, l'amica del cuore Bianca Nappi, ovvero Marietta, Lunetta Savino e Giulia Fiume, rispettivamente mamma e sorella di Lolita, Maurizio Donadoni, nei panni di Trifone, Nini Bruschetta, che interpreta il questore Jacovella. A far battere il cuore a Lolita interverrà un nuovo personaggio, Leon, interpretato da Daniele Pecci.
Il primo episodio intitolato Volo Pindarico inizia con una scena onirica: Lolita si aggira tra i vicoli di Bari Vecchia fin quando non incontra la Chiesa di Santa Teresa dei Maschi sede della Bibart.
Bari torna dunque protagonista assoluta della serie. Il capoluogo pugliese si mostra ancora una volta in tutta la sua bellezza tra nuovi scorci e luoghi ormai noti: su tutti, Bari Vecchia e l’appartamento di Lolita con terrazza panoramica su piazza dell'Odegitria, il lungomare Nazario Sauro dove il vicequestore non ha mai perso l'abitudine di andare a correre con l'amica Marietta, la frazione di San Vito di Polignano a Mare, il luogo dove in questa stagione si materializzano i peggiori incubi di Lolita, piazza Palmieri a Monopoli con l’omonimo palazzo ormai noto come l'ingresso delle Questura di Lolita.Tra le location inedite il nuovo agriturismo gestito da Nunzia e Carmela, che nella realtà è masseria Trotta a Fasano, il teatro Kursaal Santalucia in largo Adua a Bari, dove Lolita approfondisce la conoscenza con Leon.
La seconda puntata, Se vuoi morir, porta Lolita in due luoghi piuttosto suggestivi di Bari e dintorni. Il primo, Castello Marchione di Conversano (BA), è il maestoso teatro di una festa da ballo in maschera e dell’omicidio del marito del proprietario dellla villa. È l’occasione per incontrare nuovamente Leon, con il quale trascorre una serata magica all’interno di un luogo misterioso, anche perché, come spiega lo stesso gallerista, chiuso da oltre 60 anni: si tratta della millenaria Chiesa di San Martino a Bari Vecchia. Vi si accede da un anonimo portale di ingresso del palazzo Bianchi Dottula, che ingloba l’antica cappella.
Nel terzo episodio, Terrarossa, Lolita è alle prese con il suicidio di una giovane imprenditrice agricola, che tuttavia non la convince. La poliziotta sospetta infatti che si tratti di un omicidio camuffato da suicidio ai danni di una donna troppo intraprendente e progressista.
La quarta e ultima puntata, Un brutto affare, porta Lolita ad indagare sul corpo di un uomo che emerge dall’acqua di un laghetto di campagna e si conclude in un luogo apparentemente sperduto dove alcune cavità nel terreno sono un perfetto nascondiglio per ragazzini e malavitosi. Tra i luoghi delle riprese il lago di Bracciano (Roma) e le grotte di Palazzolo nel comune viterbese di Vasanello.
Dopo anni di lavoro a Legnano, Lolita Lobosco (Luisa Ranieri), protagonista dei racconti di Gabriella Genisi, assume l’incarico di vicequestore del commissariato di Polizia di Bari. La donna è infatti nata a Bari vecchia, un dedalo di strade e piazzette in cui anziane donne preparano ancora la pasta a mano. L’appartamento in cui vive Lolita si trova in pieno centro, e precisamente all’ultimo piano di un palazzo di piazza dell'Odegitria, dominata dalla mole romanica della Basilica di San Sabino. Uno dei tanti scorci che si aprono tra le viuzze del borgo antico è l’Arco Alto, che Lolita percorre con la sua Bianchina quando accompagna il collaboratore Esposito a comprare le pagnotte a “cappidde de prèvete”. Durante una passeggiata notturna, Lolita attraversa largo Albicocca con il giornalista Danilo Martini (Filippo Scicchitano): la piazza, resa accogliente da una calda illuminazione, è stata trasformata in un orto urbano dove spiccano al centro due ulivi secolari circondati da agrumi e corbezzolo.
Nella facciata barocca tardo settecentesca in cui si troverebbero la Questura di Bari e il suo cortile si riconosce Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, a pochi metri dalla Chiesa di Santa Teresa, riconoscibile in alcuni scorci, mentre gli interni, tra cui la stanza del questore, sono quelli del Palazzo della Provincia, edificio in stile eclettico fabbricato tra il 1932 e il 1935 che si trova sul lungomare Nazario Sauro di Bari. Quest’ultimo, assieme alla spiaggia Pane e Pomodoro, è percorso spesso da Lolita quando fa jogging o passeggia da sola o in compagnia, analizzando i casi su chi indaga. Dal lungomare è facile scorgere altri luoghi simbolo della città: la caserma Bergia dei Carabinieri, la Terza Regione Aerea, il Palazzo della Provincia, l’Albergo delle Nazioni, il circolo canottieri Barion, il Teatro Margherita, la muraglia, il fortino e il molo Sant’Antonio, fino alla Fiera del Levante. A bordo dell’Apecar di un amico fruttivendolo del padre, Lolita, la madre Nunzia (Lunetta Savino) e la sorella Carmela attraversano, nel primo episodio, anche ponte Adriatico. Il piccolo mezzo dell’amico è un modo alternativo per Lolita di viaggiare tra le bellezze della città e tornare indietro con la memoria: il Teatro Petruzzelli, che frequentava da piccola con il papà, lo stadio, il molo dove nel 1991 attraccò la nave Vlora carica di albanesi che fuggivano dal loro paese, scatenando una gara di solidarietà tra la comunità locale. Tra una seduta di corsa e l’altra Lolita si lascia alle spalle anche il Castello Svevo.
Monopoli è presente anche col suggestivo porto antico, ben visibile nella scena in cui alcuni agenti registrano un video di auguri natalizio nel primo episodio. L’omicidio di un compagno di scuola di Lolita si consuma di notte poco distante, ai piedi del Castello Carlo V. Nell’agro di Monopoli si trova, infine, Masseria Spina, riconoscibile nel primo episodio per l’inconfondibile facciata rossa, che, nella finzione, è l’abitazione della famiglia di Stefano Morelli, primo amore di Lolita accusato di stupro.
Gli esterni dell’Abbazia di San Vito a Polignano a Mare, che vediamo nel terzo episodio, fanno da sfondo ad un evento significativo dell’infanzia di Lolita e del suo rapporto con il padre: sorge a ridosso del porticciolo e si affaccia direttamente sul mare. Un altro luogo legato a quando era una bambina è una masseria del brindisino situata a Pezze di Greco, frazione di Fasano, dove il padre di Lolita viene arrestato davanti ai suoi occhi. I funerali di un rinomato ristoratore si svolgono presso la Chiesa Matrice di San Pietro in piazza Plebiscito, nel centro storico di Putignano, accanto al museo civico Romanazzi Carducci.
Nell’ultimo episodio Lolita chiede informazioni sul morto di turno al professor Introna, in quello che sembrerebbe un presidio ospedaliero all’avanguardia, ma nelle vetrate e scale avveniristiche del palazzo si riconosce la sede del Consiglio regionale della Puglia, nel quartiere Japigia di Bari. Il circolo ippico, nei pressi del quale Forte (Giovanni Ludeno) e Esposito stanno facendo un appostamento, si trova lungo la strada vicinale Torre di Mizzo, una strada rurale tra ulivi e muretti a secco a sud di Bari. Lolita nel frattempo decide di andare a trovare il suo vecchio allenatore e prende il pullman sul piazzale della stazione centrale di Bari.
Nella seconda stagione Lolita è alle prese con nuovi casi di omicidio accompagnata dai preziosi Forte ed Esposito. Parallelamente, il vicequestore cerca di tener fede alla promessa fatta a suo padre alla fine della prima stagione, ossia quella di trovare il suo assassino. Chiarito infatti che l’omicidio di Petresine è opera della malavita organizzata che agiva nel porto di Bari, rimane da scoprire chi sia stato l’esecutore materiale del delitto. L’indagine si rivela tuttavia molto complessa, anche perché qualcuno sembra avere interesse a non far avvicinare Lolita alla verità. Nella vita privata il cuore di Lolita è diviso tra Danilo (Filippo Scicchitano) e una sua vecchia conoscenza, Angelo (Mario Sgueglia).
Si rinnova il legame forte tra Lolita e la sua città natale, Bari: fanno bella mostra di sé luoghi iconici del capoluogo pugliese come Bari Vecchia, la Basilica di San Nicola e quella di San Sabino il Castello Normanno-Svevo-Angioino. Torna anche Monopoli dove Palazzo Palmieri inscena l’ingresso della Questura.
Nella terza stagione di Lolita Lobosco, Luisa Ranieri, che veste ancora una volta i panni del vicequestore di Bari, è affiancata dalle vecchie conoscenze Giovanni Ludeno e Jacopo Cullin, che interpretano i fedelissimi Antonio Forte e Lello Esposito, l'amica del cuore Bianca Nappi, ovvero Marietta, Lunetta Savino e Giulia Fiume, rispettivamente mamma e sorella di Lolita, Maurizio Donadoni, nei panni di Trifone, Nini Bruschetta, che interpreta il questore Jacovella. A far battere il cuore a Lolita interverrà un nuovo personaggio, Leon, interpretato da Daniele Pecci.
Il primo episodio intitolato Volo Pindarico inizia con una scena onirica: Lolita si aggira tra i vicoli di Bari Vecchia fin quando non incontra la Chiesa di Santa Teresa dei Maschi sede della Bibart.
Bari torna dunque protagonista assoluta della serie. Il capoluogo pugliese si mostra ancora una volta in tutta la sua bellezza tra nuovi scorci e luoghi ormai noti: su tutti, Bari Vecchia e l’appartamento di Lolita con terrazza panoramica su piazza dell'Odegitria, il lungomare Nazario Sauro dove il vicequestore non ha mai perso l'abitudine di andare a correre con l'amica Marietta, la frazione di San Vito di Polignano a Mare, il luogo dove in questa stagione si materializzano i peggiori incubi di Lolita, piazza Palmieri a Monopoli con l’omonimo palazzo ormai noto come l'ingresso delle Questura di Lolita.Tra le location inedite il nuovo agriturismo gestito da Nunzia e Carmela, che nella realtà è masseria Trotta a Fasano, il teatro Kursaal Santalucia in largo Adua a Bari, dove Lolita approfondisce la conoscenza con Leon.
La seconda puntata, Se vuoi morir, porta Lolita in due luoghi piuttosto suggestivi di Bari e dintorni. Il primo, Castello Marchione di Conversano (BA), è il maestoso teatro di una festa da ballo in maschera e dell’omicidio del marito del proprietario dellla villa. È l’occasione per incontrare nuovamente Leon, con il quale trascorre una serata magica all’interno di un luogo misterioso, anche perché, come spiega lo stesso gallerista, chiuso da oltre 60 anni: si tratta della millenaria Chiesa di San Martino a Bari Vecchia. Vi si accede da un anonimo portale di ingresso del palazzo Bianchi Dottula, che ingloba l’antica cappella.
Nel terzo episodio, Terrarossa, Lolita è alle prese con il suicidio di una giovane imprenditrice agricola, che tuttavia non la convince. La poliziotta sospetta infatti che si tratti di un omicidio camuffato da suicidio ai danni di una donna troppo intraprendente e progressista.
La quarta e ultima puntata, Un brutto affare, porta Lolita ad indagare sul corpo di un uomo che emerge dall’acqua di un laghetto di campagna e si conclude in un luogo apparentemente sperduto dove alcune cavità nel terreno sono un perfetto nascondiglio per ragazzini e malavitosi. Tra i luoghi delle riprese il lago di Bracciano (Roma) e le grotte di Palazzolo nel comune viterbese di Vasanello.
“E a Natale i baresi si preparano ad andare a tavola come fosse una guerra”. Il primo episodio La circonferenza delle arance, si svolge durante le festività natalizie: la sera della vigilia, tra le tante prelibatezze, a casa Lobosco sono appena stati sfornati i panzerotti, ovvero mezzelune di pasta di pizza ripiene e fritte. Le cartellate sono i dolci al miele (in tante varianti) che in Puglia si preparano in questo periodo dell’anno. Per il consueto pranzo della domenica con la madre, Lolita suggerisce al collaboratore Esposito un forno dove comprare le pagnotte a “cappidde de prèvete”, così chiamate per la loro forma particolare a cappello di prete appunto. Nel primo episodio scopriamo anche che Lolita è golosa di sporcamuss, quadratini di pasta sfoglia ripieni di crema pasticcera e ricoperti da una spolverata di zucchero a velo: addentandoli ci si sporca inevitabilmente “u muss” termine dialettale che indica la bocca.
Nel secondo episodio, Solo per i miei occhi, Lolita sta raccontando all’amica Marietta alcuni particolari dell’indagine che sta conducendo: le due donne sono sedute in un locale con vista sul Teatro Margherita, ma l’amica sembra distratta da quello che sta mangiando:
“quando si mangiano i ricci si parla d’amore”. La madre di Lolita, Nunzia, fa assaggiare le cozze ad un gruppo di giapponesi in vacanza; più tardi proverà (invano) ad insegnare all’allegra famigliola la preparazione in casa delle orecchiette.
Il terzo episodio, Spaghetti all’assassina, è dedicato ad un piatto simbolo della gastronomia barese: il nome è legato alla tecnica di cottura, in cui gli spaghetti vengono fatti cuocere direttamente nel condimento in una padella di ferro; la pasta così preparata risulterà croccante, bruciacchiata e piccante.
L’ultimo episodio, Gioco pericoloso, inizia con una cena di classe in cui Lolita ordina cavatelli cozze e vongole. Durante un appostamento Esposito tira fuori il suo “spuntino”: riso patate e cozze (tiella barese), altro piatto tipico della cucina locale.
Rai Fiction, Bibi Film, Zocotoco
Lolita Lobosco, una donna del sud, mediterranea, vivace, empatica e single in carriera, è da poco vicequestore del commissariato di Polizia della sua città natale, Bari, dove è appena rientrata dopo un lungo periodo di lavoro nel nord Italia. Dirige una squadra di soli uomini.