Diversamente dall’omonimo romanzo del 1975 di Romain Gary, il film di Edoardo Ponti non è ambientato a Parigi ma a Bari. Nel tratto di viale Cavour che si estende sotto il ponte XX settembre ai confini dei quartieri Murat, Madonnella e Carrassi vive Madame Rosa (Sophia Loren), ex prostituta che si prende cura, a pagamento, dei figli delle prostitute. Bari è viva più che mai: dal lungomare, guardato a vista dal faro di San Cataldo tra la Fiera del Levante e San Girolamo, ci addentriamo fra gli stretti e vicoli della città vecchia, dove il piccolo Momo, uno degli ospiti di Madame Rosa, si fa strada come spacciatore; vediamo il cuore pulsante della città, corso Vittorio Emanuele II, grande viale con aiuole alberate nel centro di Bari che segna il confine tra la città vecchia e il quartiere Murat, dove, tra negozi e ristoranti, Momo prova felice la sua nuova bicicletta. Confinante col quartiere Murat si trova il quartiere Libertà, dove, in una scena con alcuni bambini che giocano sul piazzale, si riconosce l’Istituto Salesiano Redentore che, da oltre un secolo, accoglie minori di diversa estrazione sociale come il piccolo protagonista di questa storia. Per mantenere una promessa fatta a Madame Rosa, Momo la preleva dall’ospedale e la porta nel porticciolo di Santo Spirito, pittoresco borgo di pescatori sorto in una baia naturale a nord di Bari, un luogo dove la donna trova un po’ di pace.
Al di fuori del capoluogo pugliese compare l’antica masseria Brancati, nella campagna ostunese, in una piana di ulivi secolari, dove si festeggia il compleanno di Lola (Abril Zamora), e un palazzo in via La Giudea, nel quartiere ebraico di Trani.
Diversamente dall’omonimo romanzo del 1975 di Romain Gary, il film di Edoardo Ponti non è ambientato a Parigi ma a Bari. Nel tratto di viale Cavour che si estende sotto il ponte XX settembre ai confini dei quartieri Murat, Madonnella e Carrassi vive Madame Rosa (Sophia Loren), ex prostituta che si prende cura, a pagamento, dei figli delle prostitute. Bari è viva più che mai: dal lungomare, guardato a vista dal faro di San Cataldo tra la Fiera del Levante e San Girolamo, ci addentriamo fra gli stretti e vicoli della città vecchia, dove il piccolo Momo, uno degli ospiti di Madame Rosa, si fa strada come spacciatore; vediamo il cuore pulsante della città, corso Vittorio Emanuele II, grande viale con aiuole alberate nel centro di Bari che segna il confine tra la città vecchia e il quartiere Murat, dove, tra negozi e ristoranti, Momo prova felice la sua nuova bicicletta. Confinante col quartiere Murat si trova il quartiere Libertà, dove, in una scena con alcuni bambini che giocano sul piazzale, si riconosce l’Istituto Salesiano Redentore che, da oltre un secolo, accoglie minori di diversa estrazione sociale come il piccolo protagonista di questa storia. Per mantenere una promessa fatta a Madame Rosa, Momo la preleva dall’ospedale e la porta nel porticciolo di Santo Spirito, pittoresco borgo di pescatori sorto in una baia naturale a nord di Bari, un luogo dove la donna trova un po’ di pace.
Al di fuori del capoluogo pugliese compare l’antica masseria Brancati, nella campagna ostunese, in una piana di ulivi secolari, dove si festeggia il compleanno di Lola (Abril Zamora), e un palazzo in via La Giudea, nel quartiere ebraico di Trani.
Madame Rosa, un’anziana ebrea ed ex prostituta che per sopravvivere ospita bambini in difficoltà, accetta di prendersi carico di Momo, un turbolento dodicenne di strada di origini senegalesi. La riluttanza iniziale si trasforma in profonda amicizia.