“Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli.”
Carlo Levi
Eboli è, agli occhi di Carlo Levi, il limite storico, non solo geografico, di un mondo, a partire dal quale la strada e il treno abbandonano la costa e si addentrano nelle terre aride e desolate della Basilicata. La stazione di Eboli nelle scene iniziali del film è in realtà quella di Gravina in Puglia (BA).
Per giungere ad Aliano, luogo di confino del medico e scrittore torinese interpretato da Gian Maria Volonté, si attraversa una zona di montagne rugose, i Calanchi. Ma la Gagliano (pronunciata con l’accento locale) degli anni raccontati da Levi non esisteva più. La modernità aveva apportato alcuni cambiamenti (costruzioni moderne e pali della luce), e la scelta ricadde su Craco (MT): le case in pietra, la roccia calcarea, le stradine strette e ripide, gli scalini a picco, dominati dalla torre normanna e un castello del XII secolo restituivano una scenografia perfetta per rappresentare un paese degli anni Trenta dimenticato dalla civiltà. Abbandonato all’inizio degli anni Sessanta a causa di una rovinosa frana, Craco conservava intatta un’atmosfera d’altri tempi e fu proprio qui, ai margini della frana, che fu ricostruita la casa della vedova in cui Levi si fermò durante i primi giorni di confino. L'ampio scenario che si apre a valle è quello di Craco, così come il 'larghetto' dove due confinati, avendo il divieto di comunicare, pranzavano a turno.
Altra location importante fu quella di Guardia Perticara (PZ): qui si trovano la piazza dove Levi incontra il potestà, il municipio, l’ufficio postale, la vecchia chiesa di Gagliano in cui si festeggia la notte di Natale.
Ad Aliano si trova invece la seconda casa di Carlo Levi, dove ritrova la passione per la pittura e riceve qualche sporadico paziente.
Colto dal divieto di esercitare la professione, il protagonista non può sottrarsi alla disperata richiesta di aiuto di un contadino: la location scelta è Le Monacelle, masseria storica alla periferia del borgo rurale della Martella, frazione di Matera. Il contadino, per cui Levi non può nulla, muore pianto dalla due sorelle pisticcesi in una delle scene più drammatiche di tutto il film.
Altro set, la cantina dove i contadini si recavano a bere vino e a cantare e suonare tarantelle, fu ricavato in una specie di cavò sotterraneo scavato nelle vicinanze della masseria De Laurentis, sulla Murgia di Santeramo (BA).
“Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli.”
Carlo Levi
Eboli è, agli occhi di Carlo Levi, il limite storico, non solo geografico, di un mondo, a partire dal quale la strada e il treno abbandonano la costa e si addentrano nelle terre aride e desolate della Basilicata. La stazione di Eboli nelle scene iniziali del film è in realtà quella di Gravina in Puglia (BA).
Per giungere ad Aliano, luogo di confino del medico e scrittore torinese interpretato da Gian Maria Volonté, si attraversa una zona di montagne rugose, i Calanchi. Ma la Gagliano (pronunciata con l’accento locale) degli anni raccontati da Levi non esisteva più. La modernità aveva apportato alcuni cambiamenti (costruzioni moderne e pali della luce), e la scelta ricadde su Craco (MT): le case in pietra, la roccia calcarea, le stradine strette e ripide, gli scalini a picco, dominati dalla torre normanna e un castello del XII secolo restituivano una scenografia perfetta per rappresentare un paese degli anni Trenta dimenticato dalla civiltà. Abbandonato all’inizio degli anni Sessanta a causa di una rovinosa frana, Craco conservava intatta un’atmosfera d’altri tempi e fu proprio qui, ai margini della frana, che fu ricostruita la casa della vedova in cui Levi si fermò durante i primi giorni di confino. L'ampio scenario che si apre a valle è quello di Craco, così come il 'larghetto' dove due confinati, avendo il divieto di comunicare, pranzavano a turno.
Altra location importante fu quella di Guardia Perticara (PZ): qui si trovano la piazza dove Levi incontra il potestà, il municipio, l’ufficio postale, la vecchia chiesa di Gagliano in cui si festeggia la notte di Natale.
Ad Aliano si trova invece la seconda casa di Carlo Levi, dove ritrova la passione per la pittura e riceve qualche sporadico paziente.
Colto dal divieto di esercitare la professione, il protagonista non può sottrarsi alla disperata richiesta di aiuto di un contadino: la location scelta è Le Monacelle, masseria storica alla periferia del borgo rurale della Martella, frazione di Matera. Il contadino, per cui Levi non può nulla, muore pianto dalla due sorelle pisticcesi in una delle scene più drammatiche di tutto il film.
Altro set, la cantina dove i contadini si recavano a bere vino e a cantare e suonare tarantelle, fu ricavato in una specie di cavò sotterraneo scavato nelle vicinanze della masseria De Laurentis, sulla Murgia di Santeramo (BA).
Franco Cristaldi, Nicola Carraro
David di Donatello 1979: Miglior Film — Miglior Regia a Francesco Rosi
Nel 1935 Carlo Levi, intellettuale e medico torinese, a causa della sua ideologia antifascista, viene condannato al confino ad Aliano, paesino della Lucania ai confini del mondo, dove entra in contatto e fa amicizia con gli abitanti.