“La Basilicata esiste, è un po' come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”
Rocco Papaleo alias Nicola Palmieri
Il film si apre con un primo piano della Statua del Cristo Redentore, innalzata nel 1965, che ricorda, per dimensioni e forma, quella di Rio de Janeiro. Si trova sulla cima della montagna di San Biagio, di fronte al santuario di San Biagio, accanto ai ruderi di un antico castello. Di fronte un suggestivo affaccio sul Golfo di Policastro.
Il tragitto da Maratea a Scanzano Jonico, che il gruppo delle Pale Eoliche decide di intraprendere a piedi, è lungo poco più di 120 km: poco meno di due ore in macchina, 10 giorni a piedi se si segue l’itinerario lungo 233 chilometri tra borghi, paesaggi di montagna stradine secondarie e valli proposto da Papaleo e compagni. Un percorso alla scoperta di una Basilicata spesso sconosciuta alle mete turistiche abituali.
Si parte con un carretto dal centro di Maratea (PZ) sul mar Tirreno, conosciuta come la città delle 44 chiese, alla volta di Trecchina (PZ) e poi di Lauria (PZ), paese natale di Nicola (e del suo interprete Rocco Papaleo), fondato nel 400 a.C. da una colonia di cretesi. Qui i musicisti viandanti vengono sorpresi dalla loro scettica accompagnatrice, la giornalista Tropea Limongi, mentra fanno la doccia all’aperto nudi nei pressi della vecchia stazione di Lauria lungo la linea ferroviaria dismessa delle FCL Lagonegro-Spezzano Albanese (sulla SS19). Lauria, come racconta Salvatore, è famosa per l’acqua: quella usata per la doccia è stata riempita da Nicola e Salvatore presso la sorgente di Fiumicello, in contrada Santa Maria.
Non molto distante c'è anche il cavalcavia dove Tropea canta la canzone composta per Franco qualche scena più avanti.
Un passo dietro l’altro, passando per Moliterno, (PZ) si arriva a Tramutola (PZ) il cui nome deriva da terra motola, cioè ricca d’acqua. Qua si incontrano “le più belle ragazze della regione”, e tutte, secondo Salvatore, guardano Rocco durante la passeggiata a via Vittorio Emanuele.
Ad un certo punto il gruppo fa tappa alla diga del lago del Pertusillo nel territorio del comune di Grumento Nova (PZ) dove Franco fa mostra delle sue abilità di pescatore.
Ad Aliano (MT) il gruppo rende omaggio a Carlo Levi sulla terrazza dove visse durante l’esilio e a Gian Maria Volonté che lo interpretò nel film tratto dal capolavoro che questi luoghi gli ispirarono: Cristo si è fermato a Eboli. Sullo sfondo una suggestiva vallata. Posizionanato su uno sperone argilloso, il borgo è l’esempio più rappresentativo del paesaggio dei calanchi, solchi simili a rughe causati dall’erosione dell’argilla a seguito delle piogge. Il paesaggio attorno, una distesa di alberi di ulivo, peschi e agrumi, è conosciuto come “giardini di Aliano”.
Il percorso verso la costa ionica continua a Craco (MT), divenuto un paese fantasma quando, nel 1963, fu travolto da una frana “a seguito della costruzione della rete fognaria” come spiega Nicola alla telecamera di Tropea.
Nel frattempo Rocco, che ha abbandonato il gruppo qualche scena prima, si trova nei pressi di Viggiano (PZ), di cui si rende omaggio al culto della Madonna Nera del sacro monte, protettrice della Basilicata.
Da Craco inizia la discesa verso lo Ionio: l’arrivo a Scanzano Jonico (MT) meta del viaggio, prevede altre due tappe intermedie Tursi (MT), cittadina di origine medievale e Policoro (MT), nata dalle ceneri dell’antica città di Siris-Heraclea dove si svolsero le prime battaglie tra i romani e l’esercito guidato da Pirro nel 280 a.C.
Peccato che il paese non si trovi sul mare “Scanzano Jonico uno se lo immagina sul mare, se no si chiamava Scanzano al Monte”.
“La Basilicata esiste, è un po' come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”
Rocco Papaleo alias Nicola Palmieri
Il film si apre con un primo piano della Statua del Cristo Redentore, innalzata nel 1965, che ricorda, per dimensioni e forma, quella di Rio de Janeiro. Si trova sulla cima della montagna di San Biagio, di fronte al santuario di San Biagio, accanto ai ruderi di un antico castello. Di fronte un suggestivo affaccio sul Golfo di Policastro.
Il tragitto da Maratea a Scanzano Jonico, che il gruppo delle Pale Eoliche decide di intraprendere a piedi, è lungo poco più di 120 km: poco meno di due ore in macchina, 10 giorni a piedi se si segue l’itinerario lungo 233 chilometri tra borghi, paesaggi di montagna stradine secondarie e valli proposto da Papaleo e compagni. Un percorso alla scoperta di una Basilicata spesso sconosciuta alle mete turistiche abituali.
Si parte con un carretto dal centro di Maratea (PZ) sul mar Tirreno, conosciuta come la città delle 44 chiese, alla volta di Trecchina (PZ) e poi di Lauria (PZ), paese natale di Nicola (e del suo interprete Rocco Papaleo), fondato nel 400 a.C. da una colonia di cretesi. Qui i musicisti viandanti vengono sorpresi dalla loro scettica accompagnatrice, la giornalista Tropea Limongi, mentra fanno la doccia all’aperto nudi nei pressi della vecchia stazione di Lauria lungo la linea ferroviaria dismessa delle FCL Lagonegro-Spezzano Albanese (sulla SS19). Lauria, come racconta Salvatore, è famosa per l’acqua: quella usata per la doccia è stata riempita da Nicola e Salvatore presso la sorgente di Fiumicello, in contrada Santa Maria.
Non molto distante c'è anche il cavalcavia dove Tropea canta la canzone composta per Franco qualche scena più avanti.
Un passo dietro l’altro, passando per Moliterno, (PZ) si arriva a Tramutola (PZ) il cui nome deriva da terra motola, cioè ricca d’acqua. Qua si incontrano “le più belle ragazze della regione”, e tutte, secondo Salvatore, guardano Rocco durante la passeggiata a via Vittorio Emanuele.
Ad un certo punto il gruppo fa tappa alla diga del lago del Pertusillo nel territorio del comune di Grumento Nova (PZ) dove Franco fa mostra delle sue abilità di pescatore.
Ad Aliano (MT) il gruppo rende omaggio a Carlo Levi sulla terrazza dove visse durante l’esilio e a Gian Maria Volonté che lo interpretò nel film tratto dal capolavoro che questi luoghi gli ispirarono: Cristo si è fermato a Eboli. Sullo sfondo una suggestiva vallata. Posizionanato su uno sperone argilloso, il borgo è l’esempio più rappresentativo del paesaggio dei calanchi, solchi simili a rughe causati dall’erosione dell’argilla a seguito delle piogge. Il paesaggio attorno, una distesa di alberi di ulivo, peschi e agrumi, è conosciuto come “giardini di Aliano”.
Il percorso verso la costa ionica continua a Craco (MT), divenuto un paese fantasma quando, nel 1963, fu travolto da una frana “a seguito della costruzione della rete fognaria” come spiega Nicola alla telecamera di Tropea.
Nel frattempo Rocco, che ha abbandonato il gruppo qualche scena prima, si trova nei pressi di Viggiano (PZ), di cui si rende omaggio al culto della Madonna Nera del sacro monte, protettrice della Basilicata.
Da Craco inizia la discesa verso lo Ionio: l’arrivo a Scanzano Jonico (MT) meta del viaggio, prevede altre due tappe intermedie Tursi (MT), cittadina di origine medievale e Policoro (MT), nata dalle ceneri dell’antica città di Siris-Heraclea dove si svolsero le prime battaglie tra i romani e l’esercito guidato da Pirro nel 280 a.C.
Peccato che il paese non si trovi sul mare “Scanzano Jonico uno se lo immagina sul mare, se no si chiamava Scanzano al Monte”.
Il film, oltre a mostrare le bellezze paesaggistiche e i borghi senza tempo della Basilicata, non può non rendere omaggio alla cultura enogastronomica del territorio. Durante la sosta alla diga del Pertusillo, Salvatore non può resistere al richiamo degli gnumaridd, involtini di interiora di ovini tipici delle regioni del meridione.
Ad Aliano, sulla terrazza dove visse Carlo Levi, il gruppo si ferma a brindare allo scrittore con una bottiglia di Aglianico del Vulture, vino DOC prodotto nella zona del Vulture, in provincia di Potenza.
Nastro d'argento 2010: Regista esordiente a Rocco Papaleo - Colonna sonora a Rita Marcotulli / Ciak d'oro 2010: Migliore colonna sonora a Rocco Papaleo, Max Gazzè e Rita Marcotulli / Globo d'oro 2010: Migliore opera prima / David di Donatello 2011: Miglior regista esordiente a Rocco Papaleo - Migliore canzone originale Mentre dormi (interpretazione e musica di Max Gazzè; testi di Max Gazzè e Gimmi Santucci)
Un gruppo di bizzarri musicisti percorre a piedi la Basilicata, dal Tirreno allo Ionio, per partecipare al Festival del Teatro-canzone di Scansano Jonico.